Il balzello penalizza il Ticino e lede la coesione nazionale. Intanto l’invasione da sud…

Come abbiamo sentito, la politichetta federale torna a parlare dell’introduzione di pedaggi al San Gottardo. Nel concreto c’è una mozione (in fase di elaborazione) di tre esponenti della partitocrazia in fregola di visibilità incadregati in Consiglio nazionale: un uregiatto, un liblab ed una verde-liberale. Eccolo qua, il sedicente “centro” penosamente franato a $inistra, che s’inventa tasse e balzelli! L’aspetto più indecoroso è che questi politicanti utilizzano senza remore il Gottardo per farsi marketing elettorale “in casa”, ai danni del Ticino e dei ticinesi.

Per “farla” agli automobilisti…

Con la devastante libera circolazione delle persone, la partitocrazia ha esposto il nostro Cantone all’invasione da sud. Adesso vorrebbe anche separarlo dal resto del Paese tramite pedaggi, rendendolo di fatto un Cantone di serie B, meno svizzero di tutti gli altri. Chiusure al Gottardo ma frontiere spalancate con il Belpaese: ciò significa considerare il Ticino parte della Lombardia e non della Confederazione elvetica.

E’ il colmo che ci siano politicanti ticinesi ro$$overdi accecati dall’ideologia climatista e tassaiola i quali – pur di “farla” agli odiati automobilisti – sono pronti a sostenere una boiata anti-ticinese quale è il pedaggio al Gottardo. Ricordarsene alle prossime elezioni!

L’eventuale pedaggio renderebbe il Ticino l’unico Cantone raggiungibile in autostrada dal resto della Svizzera solo pagando un balzello. Ben si comprende che questa situazione già dal profilo del principio non sta in piedi. Si tratta di una chiara violazione della coesione nazionale nonché del federalismo. I ticinesi dovranno pagare un pedaggio per recarsi nel resto della Svizzera; gli altri svizzeri dovranno pagare un pedaggio per raggiungere il Ticino. La favoletta delle eccezioni resterà, appunto, una favoletta.

Da sud entrata libera

E’ il colmo: da sud entrano nel nostro Cantone decine di migliaia di frontalieri uno per macchina. Senza né  versare pedaggi, né prenotare orari d’entrata. A Berna di questo nessuno si preoccupa. La libera circolazione delle persone genera code chilometriche in Ticino tutti i santi giorni: non solo in occasione di qualche weekend più o meno lungo. E per questa situazione possiamo ringraziare la stessa partitocrazia che ora blatera di pedaggi al Gottardo argomentando con il “traffico”.

Sicché, secondo il Triciclo, il Ticino può essere invaso quotidianamente da sud, quindi dall’estero, a gratis (la casta ha infatti sempre respinto la tassa d’entrata per frontalieri proposta dalla Lega); mentre per raggiungerlo dal resto della Svizzera bisogna versare pedaggi, prenotare slot di entrata, e chissà quale altra diavoleria.

Tra parentesi, l’introduzione di un sistema di prenotazione dei passaggi al Gottardo renderebbe necessaria pure  la creazione di aree di sosta: dove e come si pensa di realizzarle? Asfaltiamo la Leventina?

“Grazie” ai bilaterali…

L’unico pedaggio che sarebbe concettualmente sensato è quello per i veicoli stranieri che attraversano la Svizzera in transito parassitario. Vale a dire, quelli che partono da un paese estero per raggiungere un altro paese estero, senza generare indotto sul nostro territorio, ma creando solo traffico ed inquinamento. In questi casi, si potrebbe addirittura rilanciare e proporre un divieto di transito. Ma questa ipotesi è realistica? No: gli accordi bilaterali con l’UE la escludono. Tali accordi sono stati voluti proprio da quelli che adesso postulano pedaggi al Gottardo. Balzelli che, ribadiamo,  in virtù del “divieto di discriminazione”, si applicherebbero anche a tutti i veicoli svizzeri (ticinesi compresi) ed al traffico interno.

La politica ticinese si faccia sentire

Il pedaggio al Gottardo costituirebbe dunque una tassa sul turismo e sulla piazza economica ticinese.  Oltre ad essere profondamente anti-elvetico: una sorta di ritorno al tempo in cui eravamo baliaggio.

A qualcuno verrebbe in mente di introdurre un pedaggio autostradale per l’ingresso nei Cantoni di Berna o Zurigo,  argomentando con le code in autostrada durante alcuni fine settimana? Certamente no.

E’ poi ovvio che la conseguenza più immediata del pedaggio sarebbe la deviazione del traffico sulle strade dei passi, e quindi nei centri abitati. Rispettivamente, sul San Bernardino.

C’è quindi da sperare, e da attendersi, che dal Ticino arriverà una presa di posizione forte contro un balzello che vuole trasformarci in un Cantone di serie B.

Deputazione ticinese a Berna e Consiglio di Stato devono far sentire la propria voce. Ma anche una dichiarazione del Canton Grigioni (che rischia di andarci di mezzo causa) sarebbe benvenuta.

Lorenzo Quadri