Lugano: stop alla concessione allegra dell’attinenza comunale a stranieri non integrati
La sezione di Lugano della Lega dei Ticinesi torna alla carica contro le naturalizzazioni facili.
Giustamente, da qualche settimana, i consiglieri comunali del Movimento che siedono nella Commissione delle petizioni – quella preposta, tra le altre cose, a valutare la marea di richieste di attinenza comunale che entrano a getto continuo – non partecipano più alla “fabbrica di svizzeri”. Quindi non redigono più rapporti sulle domande di naturalizzazione. Sono invece attivi su tutti gli altri dossier commissionali.
Scelta doverosa
Una scelta coerente ed anzi doverosa per dei leghisti, vista l’indecente prassi delle naturalizzazioni a raffica, anche di candidati non integrati, che da tempo ha preso piede sulle rive del Ceresio. Basti pensare che in ogni seduta del Consiglio comunale (la prossima sarà domani) vengono concesse in media cinquanta attinenze comunali; con punte che superano le settanta.
Tra i beneficiari di naturalizzazioni facili, come sappiamo, il “famoso” imam di Viganello amico del P$. Il dossier è poi stato bloccato da Berna per sospetti legami del candidato con l’estremismo islamico (a proposito: a che punto è la procedura?).
Basta imboscare i nomi
Tramite mozione il gruppo della Lega in Consiglio comunale di Lugano chiede ora maggiore trasparenza nelle naturalizzazioni. Da qualche anno infatti in CC il nome degli aspiranti cittadini elvetici non viene più fatto. I rapporti non sono nemmeno più disponibili sul sito della città (vengono però inseriti nel fascicolo cartaceo consegnato a tutti i 60 consiglieri comunali ed ai 7 sette municipali prima della seduta del legislativo cittadino). Al pubblico, l’identità del “naturalizzando” viene nascosta dietro un numero: quello del Messaggio municipale che concerne la sua domanda. Una prassi grottesca. Ed il “bello” è che nessuna legge la impone: in altri Comuni ticinesi, infatti, i nomi degli aspiranti svizzeri non vengono affatto secretati. A Lugano la censura è stata introdotta dalla partitocrazia in Consiglio comunale alcuni anni fa (nel 2016, se la memoria non ci inganna) con il vacuo pretesto della “tutela della privacy”. Ma non si capisce perché lo straniero aspirante cittadino elvetico dovrebbe volersi nascondere. E’ assai più probabile che l’intenzione sia invece quella di schermare la fabbrica di svizzeri non integrati. Ed in particolare di imboscare l’identità di quei consiglieri comunali che firmano i rapporti favorevoli alla naturalizzazione di candidati non meritevoli. A questo livello sì che magari c’è qualcosa che conviene nascondere.
Vogliamo vedere…
Tramite mozione, la Lega chiede quindi che il nome e le generalità dei naturalizzandi tornino a venire pronunciati in Consiglio comunale ed a figurare nei documenti accessibili al pubblico.
La richiesta è più che giustificata. Adesso vogliamo proprio vedere con quale scusa la partitocrazia dirà di no. In particolare, attendiamo di conoscere la reazione dei $inistrati smaniosi di regalare il passaporto rosso a chiunque lo richieda, evidentemente nell’intento di allargarsi la base elettorale. Senza contare che, più neo-svizzeri non integrati ci sono, più è facile per la gauche-caviar far passare in votazione popolare le proprie posizioni anti-elvetiche.
Un primo passo
Ovviamente la proposta di maggiore trasparenza nelle naturalizzazioni è solo un primo passo nella direzione giusta. Un punto di partenza; non certo d’arrivo.
Occorre infatti introdurre un numero chiuso nelle naturalizzazioni (è uno dei punti del programma della Lega) e – il tema chiaramente non è di pertinenza comunale, bensì federale – proibire i doppi passaporti.Interessante a tal proposito l’esempio del Liechtenstein. Nelle scorse settimane i cittadini del vicino Principato hanno rifiutato in votazione popolare la rottamazione della legge attualmente in vigore, la quale prescrive che chi vuole acquisire la cittadinanza del Liechtenstein deve rinunciare a quella originaria.
Del resto, sarebbe interessante sapere quanto ha pesato il voto dei neo-svizzeri non sufficientemente integrati, beneficiari di naturalizzazioni facili e titolari di passaporti plurimi, sui risultati della votazione federale della scorsa domenica. In particolare su temi quali gli aerei da combattimento e l’iniziativa “Per la limitazione”.
Lorenzo Quadri