Ormai perfino Erdogan appare un mediatore più credibile del PLR Cassis

Con la guerra in Ucraina, i funzionarietti di Bruxelles hanno perso il “patàn”. A partire dalla solita Ursula von der Divano. L’isterismo imperversa e c’è chi tenta di trarne vantaggio. E’ il caso del despota turco Erdogan, il quale ha colto la palla al balzo per tentare di ripulirsi l’immagine a livello internazionale. Ora si presenta come mediatore con la Russia.

Che pena: il ruolo di mediatrice neutrale l’avrebbe dovuto assumere la Svizzera. Ma il governicchio federale allo sbando, a partire dal “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) presidente di turno della Confederella, si è affrettato a rottamare la neutralità elvetica. Cassis è arrivato, in un crescendo di cappellate, a partecipare a manifestazioni di piazza a sostegno di una parte in guerra (ovvero dell’Ucraina).

E adesso perfino un dittatore islamista come Erdogan appare più autorevole, come mediatore, rispetto alla Confederazione! Ma si può fare peggio di così? La magnificata reputazione internazionale del nostro Paese è andata a ramengo!

Assalto alla diligenza

Come da copione, Erdogan “coglie l’attimo” per rilanciare la “cagata pazzesca” dell’adesione della Turchia all’UE. Del resto, ormai ad entrare nella DisUnione ci provano tutti!

Sarà bene ricordare che la Turchia non ha nulla a che vedere con l’Occidente: quindi di farla entrare nel club degli eurobalivi non se ne parla nemmeno. Come non si parla nemmeno di un’adesione lampo dell’Ucraina, il cui presidente Zelensky – slinguazzato quale “eroe” dalla stampa di regime – sta facendo di tutto per allargare la guerra al di fuori del suo paese.

L’iter di una domanda d’adesione all’UE dura svariati anni, e non c’è alcun motivo di fare eccezioni per Kiev. La solidarietà nei confronti di chi è stato aggredito militarmente non deve portare ad azioni avventate ed autolesioniste. Invece sembra che da un mese l’Occidente abbia spento il cervello. Tra parentesi, un’ Ucraina “subito nell’UE” implicherebbe per la Svizzera l’impossibilità pratica di rimpatriare, a guerra conclusa, i profughi in arrivo da quel Paese. E ne sono attesi oltre 300mila. Praticamente un nuovo Cantone!

Lorenzo Quadri