Il 18 giugno affossiamo la legge divora-elettricità che ci precipiterebbe nella “penuria”
Il prossimo 18 giugno, i cittadini svizzeri saranno chiamati ad esprimersi sulla “Legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica (LOCli)”.
Il (logorroico) titolo della legge è un imbroglio. E’ stato taroccato all’ultimo momento dalla partitocrazia a scopo di propaganda farlocca. Infatti la legge non rafforza affatto la sicurezza energetica. Se approvata, farebbe proprio il contrario. Ci precipiterebbe in quella “penuria” le cui conseguenze ci sono state descritte lo scorso autunno: blackout, razionamenti, divieti, eccetera.
Sforzi inutili
La legge in votazione – “partorita” dalla kompagna Simonetta Sommaruga (ex $ocialista moderata convertita all’isterismo climatista) – nasce quale controprogetto alla cosiddetta iniziativa popolare sui ghiacciai, lanciata dai talebani verdi. Dopo che il parlatoio federale ha approvato la legge, l’iniziativa è stata ritirata: a conferma che tra le due non ci può poi essere una gran differenza.
La LOCli prescrive l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050. Il famoso “Netto Null” o “Zero emissioni”, di cui i ro$$overdi continuano a berciare, nel tentativo di far credere al popolazzo che o la Confederella raggiunge l’obiettivo, o sarà l’Apocalisse.
Naturalmente si tratta delle solite balle di fra’ Luca della $inistra. E il sedicente “centro” PLR-PPD, pavido e supino, si accoda.
Come noto la Svizzera produce meno dell’uno per MILLE della CO2 mondiale. L’impatto globale di un azzeramento sarebbe inesistente. Le emissioni annuali del nostro Paese, la Cina le produce in mezza giornata.
La corrente che non c’è
La LOCli è stata definita “Legge divoratrice di elettricità”. Essa giocoforza implica (con lo “zero emissioni”) il divieto di vettori energetici che generano CO2: benzina, gas, diesel, olio combustibile saranno pertanto messi al bando. Tutto ciò che oggi funziona con tali vettori andrà elettrificato: mobilità, riscaldamento, eccetera. Bisognerà dunque compensare con l’elettricità il 60% dell’attuale consumo energetico. E la corrente necessaria dovrà provenire da fonti rinnovabili: idroelettrico, solare, eolico. Non dal nucleare che oggi ci fornisce oltre un terzo dell’elettricità indigena. Infatti la Doris uregiatta e la partitocrazia (scopiazzando dalla Germania) hanno deciso di spegnere le centrali atomiche. Nel 2017 hanno estorto l’approvazione popolare tramite fake news, ovvero truffando i cittadini.
Un disastro per cittadini ed imprese
Non serve un premio Nobel per la Fisica per accorgersi che una simile costruzione è una fregnaccia ideologica irrealizzabile. I suoi costi saranno spropositati: si parla di 387 miliardi di franchetti. Uno studio del Politecnico di Zurigo prevede un aumento del costo dell’elettricità fino a 6600 franchi all’anno per persona.
Particolarmente mazzuolati saranno, ancora una volta, proprietari di una casetta. A loro verranno imposti obblighi di risanamento energetico dai costi stratosferici, che molti non si potranno permettere. Dovranno dunque vendere la propria abitazione.
Del resto, gli attuali rincari della bolletta della corrente sono dovuti sì alla guerra in Ucraina ed alle sanzioni-boomerang contro la Russia, ma anche alla cosiddetta svolta verde.
L’energia a peso d’oro ovviamente mette nella palta sia i cittadini (tramite aumenti di prezzo) che le imprese. La LOCli sarà dunque un disastro anche per la piazza economica svizzera. Ne conseguiranno chiusure, delocalizzazioni e licenziamenti.
Il flop tedesco
La Germania, presa dall’isteria climatista (non per nulla ha un governo ro$$overde), ha di recente spento le ultime tre centrali nucleari ancora attive. Il risultato? Aumento dell’importazione di corrente dalla Francia proveniente (ma guarda un po’) dal nucleare, nonché crescita della quota di energia prodotta dal CARBONE (altro che “decarbonizzazione”!) che infatti ha raggiunto il 30/40%. Questo malgrado investimenti plurimiliardari nel solare. Conseguenza: anche la corrente che noi svizzerotti importiamo (in crescente quantità) dalla Germania diventa sempre più “sporca”. Ecco i brillati risultati della svolta verde isterica ed atomofoba!
Dipendenti dalla Cina
In Svizzera non è pensabile un incremento massiccio della produzione idroelettrica. Provateci voi ad alzare una diga, o a costruirne una nuova. Nemmeno tappezzare le Alpi di pannelli solari risolverebbe il problema. E l’eolico produce ben poco. La penuria è quindi programmata. Oltretutto, ad opporsi ai grandi parchi solari (ed eolici) sono proprio le cerchie ecologiste! Vogliono l’energia solare ma non i pannelli. Un po’ come quelli che stanno attaccati al cellulare 18 ore al giorno, ma guai a piazzargli un’antenna di telefonia mobile vicino a casa. In più l’energia solare accresce la dipendenza dalla Cina, principale produttrice di pannelli oltre che di componenti di motori elettrici: tutti fabbricati, ça va sans dire, impiegando energia “sporca”.
A ciò si aggiunge un problemino politico: se un domani la Cina dovesse invadere Taiwan, assisteremo allo stesso circo di sanzioni-boomerang ad opera dei balivi di USA, UE e NATO messo in atto contro la Russia. Il governicchio federale “ovviamente” correrà ad adeguarsi (alla faccia della neutralità) e quindi… stop ai pannelli solari ed ai motori elettrici perché cinesi?
Auto e carne: lussi per ricchi
Quando la partitocrazia e la stampa di regime – colonizzata da giornalai di $inistra – blaterano di “crescita verde”, raccontano panzane. Non esiste alcuna crescita verde. L’energia sedicente pulita, come indicato sopra, è cara e comunque non ce n’è abbastanza. La legge divoratrice di elettricità, se approvata, provocherà penurie. Il risultato sarà, come indicato dall’autrice tedesca (tra l’altro verde) Ulrike Hermann, “un’economia di guerra”: divieti, razionamenti, nuove tasse, aumenti dei costi. Ecco il frutto del climatismo.
Prendere l’aereo sarà proibito. Le auto diventeranno un lusso per ricchi. La mobilità individuale – che è un diritto costituzionale – sarà, di conseguenza, appannaggio di pochi. Idem mangiare carne. Il “clima” è oggi il pretesto usato dalla $inistra per imbesuire le masse e rottamare il nostro modello di società. Dal capitalismo all’economia (?) di Stato: ecco qual è il disegnino. Come non esiste la crescita verde, così non esiste neppure la “decrescita felice”. Essa è “felice” solo per chi – come i politicanti della gauche-caviar – ha i milioni in banca.
Sempre più disuguaglianze
I kompagni, per fare fesso il popolazzo, fingono di condannare le “disuguaglianze” (ö la Peppa!). Ma i primi a farle crescere sono proprio loro, devastando il reddito dei cittadini meno abbienti con (eco)tasse e balzelli e trasformando in un lusso per ricchi l’automobile, la carne, il riscaldamento,…
Per evitare l’ennesimo scempio a danno in primis del ceto medio e basso, il 18 giugno tutti a votare NO alla perniciosa Legge divoratrice di elettricità!
Lorenzo Quadri