Mercato del lavoro ticinese allo sfascio, ma la priorità del CdS è il canone radioTV
Pensando di impressionare il popolazzo, la “casta” lo sommerge di dichiarazioni isteriche. Ed il sostegno del governicchio, visti i precedenti, rischia pure di portare un po’ sfiga
Mancano ancora quattro mesi alla fatale (?) votazione del 4 marzo sulla “criminale” iniziativa No Billag. Eppure l’agitazione della casta – o establishment che dir si voglia – è già ben oltre ai livelli di guardia. Sicché le azioni di galoppinaggio si fanno sempre più isteriche e fantozziane.
Abbiamo visto la scorsa settimana la questua del Gigio Pedrazzini (presidente dell’inutile CORSI, il “CdA” della RSI) che manda lettere a destra e a manca elemosinando oboli per foraggiare la campagna contro il No Billag. Chiaro: per far fronte ai quattro gatti che sostengono questa iniziativa servono più o meno gli stessi mezzi di cui devono disporre i candidati alla Casa Bianca.
Ma come: l’emittente di regime, così ci ripetono i suoi alti papaveri, non è amata e venerata dai ticinesi (i quali adorano farsi trattare da razzisti e xenofobi) oltre che – ça va sans dire – irreprensibile nel servizio pubblico, spartana nell’utilizzo delle risorse a disposizione, esemplare nella gestione meritocratica e non nepotista del personale? L’iniziativa No Billag non è roba da psicolabili? E allora, perché tutto questo isterismo ed oltretutto con 4 mesi d’anticipo? Coda di paglia?
Piazza finanziaria a ramengo
Mercoledì l’Ufficio cantonale di statistica ci ha fornito le ultime cifre sullo sfacelo della piazza finanziaria ticinese. La quale nell’anno di disgrazia 2016 ha perso altri 300 posti di lavoro (da 6200 a 5900). Ma è più sul lungo termine che la catastrofe assume proporzioni epiche: nel 2001 i posti di lavoro erano 8600. Sicché nel frattempo, ridendo e scherzando, sono evaporati 2700 impieghi. Ma al proposito da Palazzo delle Orsoline non è giunto nemmeno un flebile cip da passerotto infreddolito. Ed infatti, il Consiglio di Stato era in altre – e ben più importanti! – faccende affaccendato. Quel mercoledì, dopo aver incontrato nientemeno che il presidente della SSR Jean-Michel Cina (uregiatto), il presidente della CORSI Gigio Pedrazzini (pure uregiatto) ed il direttore della RSI kompagno Maurizio Canetta, il governo cantonale se ne usciva con il perentorio appello alla plebaglia, quasi un Diktat: bocciate quella (sottointeso: scellerata) iniziativa No Billag! E giù scenari apocalittici in caso di approvazione popolare…
Ma bene, complimenti!
- Con 65’500 frontalieri in continuo aumento, esplosione dei casi d’assistenza, eccetera eccetera, quali sono le priorità del governo ticinese? La campagna No Billag con quattro mesi d’anticipo! Proprio il giorno in cui si tirano le somme – vedi sopra – sullo sfascio della piazza finanziaria! Sfascio, tra l’altro, ben fiancheggiato proprio dall’emittente di regime. La quale, con il suo 70% di giornalisti di $inistra più il 16% di centro$inistra, ha sempre retto la coda ai ro$$i rottamatori del segreto bancario, ben sapendo quali sarebbero state le conseguenze occupazionali. Ma è chiaro che per i kompagni, e quindi per la Pravda di Comano, i posti di lavoro in banca non contano una cippa.
- Già è inusuale che il governo cantonale prenda posizione su temi federali. Che lo faccia con quattro mesi d’anticipo è un fatto più unico che raro. Nemmeno sui Bilaterali e sul 9 febbraio il CdS ha fatto tanta cagnara. Inutile ricordare quali erano le “indicazioni” di voto del governicchio su quei temi e quale risultato, invece, è uscito dalle urne ticinesi. Sicché, fossimo nei panni del Gigio e di Canetta, dopo l’appello governativo ci toccheremmo…
Le pedine
E’ evidente che la casta sta mobilitando tutte le pedine nel tentativo di asfaltare l’iniziativa No Billag. Sembra quasi che si voglia ottenere una dichiarazione pubblica al giorno: i buoni (?), vecchi metodi dell’establishment che tenta di fare il lavaggio del cervello ai cittadini. Forse qualcuno ai vertici della CORSI non ha capito che il sistema non attacca più. E che anzi, rischia di ottenere l’effetto contrario da quello sperato.
Ovviamente, come tutte la campagne, anche quella contro la “criminale” iniziativa No Billag ha bisogna di testimonial, e al proposito la casta non ha che l’imbarazzo della scelta. Gli amici della RSI – amici assolutamente disinteressati, è chiaro – stanno già divulgando nomi e dichiarazioni.
Sicché è e sarà interessante vedere quanti, tra i politicanti che hanno sempre avuto posizioni estremamente critiche (per usare un eufemismo) nei confronti della RSI / SSR, si trasformeranno per magia – o per perentorio ordine di scuderia, o per ricattino, o per altri motivi…- in galoppini contro il No Billag. Si spera che questi signori, avendo scelto di prostituirsi (in senso politico, sia chiaro) abbiano almeno saputo fissare adeguatamente il prezzo.
Lorenzo Quadri