Riforma III delle imprese: Widmer Schlumpf fa galoppinaggio per i kompagni

 

La discesa in campo dell’ex ministra del 5% contro la Riforma III, è l’ulteriore conferma che il 12 febbraio bisogna votare Sì

L’ex ministra del 5% Widmer Schlumpf  è uscita dal silenzio  in cui sarebbe dovuta restare e si è messa ad impallinare la Riforma fiscale III delle imprese, da lei stessa concepita (la memoria comincia a fare cilecca?).

L’iniziativa dell’ex Consigliera federale non eletta viola la regola scritta secondo cui gli ex ministri non dovrebbero più mettere il naso in quelli che sono ormai diventati gli affari dei loro successori. A lasciare di stucco, però,  non è tanto che l’ex ministra del 5% parli. E’ che abbia ancora il coraggio di metter fuori la faccia a pontificare dopo tutti i disastri che ha combinato. Disastri che hanno colpito in prima linea il Ticino. Vedi l’azzoppamento della piazza finanziaria con la calata di braghe senza contropartita sul segreto bancario. Ma vedi anche l’immane boiata, priva di qualsiasi logica, di concedere ai frontalieri le stesse deduzioni fiscali dei residenti: di fatto un regalo fiscale ai frontalieri. I quali dovrebbero invece pagare più tasse; non certo di meno. Il prezzo del regalo fiscale, quando sarà operativo, lo pagherà in prima linea proprio il Ticino. Il nostro Cantone, grazie all’ex ministra del 5%, si troverà con meno entrate e, oltretutto, nella necessità di assumere nuovi tassatori per calcolare le deduzioni dei frontalieri! Senza contare che sempre la pregiata Signora non eletta, assieme al suo tirapiedi De Watteville, voleva svendere gli interessi del Ticino al Belpaese nella diatriba sugli accordi fiscali dei frontalieri.

E ancora, Widmer Schlumpf, all’indomani del “maledetto voto” del 9 febbraio, starnazzava alla votazione da rifare, assieme al kompagno presidente del P$ Christian Levrat e compagnia brutta.

E come la mettiamo con il subdolo tentativo della grigionese di cancellare il segreto bancario anche per gli svizzeri?

Cameriera dell’UE

Quanto alla Riforma III della fiscalità delle imprese, che avrà un costo (ma respingerla costerebbe molto di più):  se la Svizzera si ritrova nella condizione di doverla fare, onde evitare l’emorragia di gettito fiscale e di posti di lavoro – solo in Ticino gli impieghi a rischio sono 3000 – la colpa è sempre dell’ex ministra del 5% che, da brava cameriera di Bruxelles, è subito corsa a sottoscrivere accordi capestro per conformare il nostro Paese alle nuove regole internazionali. Vedremo in quanti faranno altrettanto. E adesso Madame ha ancora il coraggio di montare in cattedra contro la Riforma III, con  l’intento manifesto di sabotare il suo successore, l’odiato Udc Ueli Maurer?

Al soldo del P$$

Inutile dire che per l’ennesima volta la rancorosa prepensionata d’oro si schiera dalla parte della $inistra, confermando che per otto anni è stata in governo a fare la terza Consigliera federale del P$$.

Si sperava che, visti i suoi precedenti, l’ex ministra del 5%, una volta lasciata la carica  – quando ormai i danni erano fatti – avrebbe almeno avuto la decenza di farsi dimenticare. Invece no. Proprio vero che non c’è mai limite al peggio.

Lorenzo Quadri