Nuovo flop della Sommaruga – Le riserve devono essere in Svizzera, non all’estero!
Sono mesi che la politichetta e la stampa di regime triturano i santissimi ai cittadini con la carenza di gas e di elettricità. Però chi ha il preciso compito di garantire che in Svizzera ci sia sufficiente energia per tutti – ovvero la kompagna Simonetta “Penuria” Sommarunga, P$ – invece di fare il suo lavoro si produce in consigli demenziali come la doccia in due per risparmiare.
Ormai alla canna del gas (è proprio il caso di dirlo) il governicchio federale tenta ora di sottoscrivere accordi di solidarietà sulla fornitura di gas con la Germania e con l’Italia. Puntualmente riceve porte in faccia. Come volevasi dimostrare: il servilismo di Berna nei confronti della fallita UE e dei suoi Stati membri nel momento del bisogno (o presunto tale) viene ripagato con pernacchie.
La Germania non intende infatti sottoscrivere un accordo di solidarietà con la Svizzera in materia di fornitura di gas ritenendo che ne trarrebbe vantaggio solo la controparte. Ennesimo flop della kompagna Simonetta la quale non riesce a convincere nemmeno i suoi amichetti ro$$overdi tedeschi a firmare un trattato!
In cambio di niente
“Grazie” al governicchio federale più debole della storia, la Confederella ha rottamato la propria neutralità per compiacere Bruxelles (e la Germania che detta legge in quel triste sito). Ha ripreso con il copia-incolla le sanzioni-boomerang contro la Russia. Neutralità gettata alle ortiche in cambio di NIENTE: il CF non è nemmeno stato capace di garantirsi la fornitura energetica quale contropartita di un passo così gravido di perniciose conseguenze per noi.
La situazione con l’Italia non è migliore. Contrariamente a quanto scrive la stampa di regime, i negoziati con il Belpaese non sono “sospesi a causa del cambio di governo”: neppure sono iniziati. Siamo nel campo delle vuote dichiarazioni d’intenti. Ed in quest’ambito i vicini a sud sono particolarmente abili nel fare fessi gli svizzerotti.
Scorte all’estero
Come mai la Svizzera, se le cose si mettessero male sul fronte del gas, rischia di trovarsi nella palta e costretta ad elemosinare accordi di solidarietà? Perché non ha scorte di gas in patria. Le ha all’estero. Ma si può essere più tamberla di così? Le riserve di emergenza servono, come dice il nome, in caso di emergenza. Ma, se noi finiamo in emergenza, ancora di più vi finiscono i nostri vicini, che dipendono dal gas russo in misura ben maggiore di noi. E noi andiamo a piazzare le nostre riserve in casa di chi sta peggio? Col rischio di farcele requisire? Ci vuole proprio tutta!
E’ ovvio che i depositi di gas dobbiamo crearli in patria, sotto il nostro controllo. Allo stesso modo in cui le riserve auree della Banca nazionale vanno riportate Svizzera e non lasciate all’estero, alla mercé di governi stranieri che pensano ai loro interessi; non certo ai nostri!
Dipendenza elettrica
I vicini a nord non hanno dunque intenzione di sottoscrivere accordi di solidarietà con la Svizzera. Quelli a sud, verosimilmente, nemmeno.
I citati vicini dovrebbero però ricordare dove passano i gasdotti tra Italia e Germania: ossia sotto di noi. A buon intenditor…
Non solo: il Belpaese è fortemente dipendente dalla rete svizzera anche per l’approvvigionamento elettrico.
Alle tre del mattino del 28 settembre 2003, l’intera Italia all’improvviso si trovò al buio. Il maxi-blackout, il più grave evento di questo tipo della storia della Penisola, si protrasse per varie ore. La situazione si normalizzò solo nel corso della giornata, prima a nord e poi a sud.
Cos’era successo? In Svizzera un albero era caduto su una condotta elettrica del Lucomagno, facendola saltare. L’evento provocò una reazione catena che “bloccò” la corrente destinata all’Italia.
In reazione a questo disastro, il 20 gennaio del 2005 venne inaugurata la nuova “autostrada dell’elettricità” che collega Robbia (in Val Poschiavo) a S. Fiorano (nel Bresciano). Essa aumenta la quota di esportazione elvetica verso l’Italia di circa un terzo: 1100 Megawatt. Dunque: l’approvvigionamento dell’Italia da allora sarà anche diventato più sicuro e – si spera – a prova di caduta di alberi. Ma nel contempo la vicina Penisola si è resa ancora più dipendente dalla Confederella. Sicché, ai vicini a sud non conviene proprio fare scherzi strani sul gas (il Ticino è collegato alla rete italiana e non a quella svizzera): perché noi possiamo lasciarli al buio. Se, in caso di carenza, la corrente dovesse scarseggiare per noi, non saremo mica così fessi da “spedirla” oltreramina, mentre noi illuminiamo con le candele?
Nuova cappellata
Ad ulteriore dimostrazione di come la kompagna Simonetta “Penuria” Sommaruga e la partitocrazia abbiano del tutto perso la bussola: rischiamo i blackout invernali per mancanza di elettricità ma la casta, imbesuita dall’ideologia climatista, approva il controprogetto all’iniziativa farlocca sui ghiacciai. Questo controprogetto inserisce nella legge la messa al bando dei combustibili fossili e la loro sostituzione con l’elettricità… che però non c’è!
Geniale: siamo in manco di corrente e la kompagna Simonetta – come al solito spalleggiata dal cosiddetto “centro” PLR-PPD – si inventa la legge divora-elettricità, che farà esplodere il consumo!
Ma avanti, continuate a votare per il triciclo!
Lorenzo Quadri