La vergogna degli eurofalliti che vogliono la “riforma degli accordi di Dublino”
La fallita DisUnione europea continua a dimostrarsi del tutto incapace di gestire il caos asilo provocato dai buonisti-coglionisti multikulti al suo interno, a cominciare dall’Anghela Merkel.
Come pensa Bruxelles di risolvere il disastro causato dalla costante immigrazione incontrollata di milioni di giovanotti africani non integrati né integrabili? Finti rifugiati con lo smartphone che non scappano da nessuna guerra, e tra i quali si moltiplicano i delinquenti, gli estremisti islamici ed addirittura gli jihadisti? Migranti economici che importano, oltre alla criminalità, anche razzismo, sessismo ed antisemitismo?
Forse sigillando le frontiere esterne dell’UE? Forse ammettendo che l’unica soluzione per garantire la sicurezza degli stati membri è il ritorno sistematico dei controlli sul confine?
Ma nemmeno per idea: la casta vuole andare avanti con il caos asilo; finanzia addirittura le Ong che appoggiano l’immigrazione clandestina. La preoccupazione non è certo quella di evitare che i migranti economici arrivino in Europa. La preoccupazione è solo come sbolognarli ai quei paesi che giustamente non ne vogliono sapere di questa immigrazione clandestina.
Gli eurofalliti vorrebbero infatti rivedere gli accordi di Dublino per ammorbidire, vedi rottamare, il principio che i finti rifugiati se li tiene lo Stato firmatario in cui è stata depositata la prima domanda d’asilo. Il senso è chiaro: invece di impedire l’immigrazione clandestina la si spalma, riempiendosi la bocca con la “solidarietà tra Stati”.Un’aberrazione duramente combattuta dai paesi del blocco Visegrad, in prima linea Ungheria e Polonia, che dicono njet ai “trasferimenti” di migranti economici. Da tempo hanno comunicato che non ne accetteranno. E fanno benissimo.
Rischi per la Svizzera
La rottamazione di Dublino – e quindi dei rimpatri–Dublino – è pericolosa anche per la Svizzera. La Confederazione rischia di venire costretta a farsi carico di asilanti che non le spettano affatto. Costretta per modo dire. Perché la ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Simonetta Sommaruga, va in brodo di giuggiole davanti ad una tale prospettiva. La kompagna Simonetta sta infatti “lavorando” affinché i migranti economici rimangano definitivamente in Svizzera invece di venire rinviati al loro paese. Vuole infatti spendere ulteriori 132 milioni di Fr – soldi nostri, è chiaro – per integrare professionalmente (?) i finti rifugiati. Non ci vuole il Mago Otelma per prevedere che questa integrazione è destinata a fallire. Otterrà solo due risultati, e cioè 1) permetterà ai finti rifugiati di rimanere in Svizzera in via definitiva e 2) ingrasserà ulteriormente i kompagni che nel business dell’asilo ci tettano dentro alla grande.
Sperperare altri milioni
E’ poi scandaloso che la ministra del “devono entrare tutti” Sommaruga, P$, voglia sperperare altri 132 milioni di Fr del contribuente per i finti rifugiati (che già ci costano svariati miliardi ogni anno) ma se ne sbatta altamente dell’integrazione professionale degli svizzeri rimasti senza un’occupazione. E’ il mondo che gira al contrario! Le priorità sono ben altre e cioè: 1) integrare gli svizzeri nel mercato del lavoro; 2) far saltare la libera circolazione delle persone; 3) dimezzare il numero dei frontalieri; 4) rimpatriare i migranti economici; 5) far saltare gli accordi di Schengen e chiudere le frontiere.
Impantanati?
I lavori frenetici (?) per la revisione degli accordi di Dublino in modo da far proseguire il caos asilo e da costringere gli Stati firmatari ad accogliere un numero crescente di finti rifugiati sono però impantanati. Gli spalancatori di frontiere sono nel panico: a luglio infatti la presidenza del Consiglio europeo passerà all’Austria. Ma Vienna è poco incline a prestarsi ai giochetti dei fautori dell’invasione dell’Europa. E la revisione di Dublino rischia di venire rimandata di due anni. I vituperati paesi del “blocco Visegrad” potrebbero dunque di spuntarla.
Via Schengen!
La questione è di per sé molto semplice. Non sono gli accordi di Dublino che devono essere rivisti. Sono quelli di Schengen che devono saltareed ogni nazione deve tornare ad esercitare la sovranità sui propri confini. L’ideologia delle frontiere spalancate, imposta col ricatto morale (chi non ci sta viene infamato come fascista e razzista) ha fallito su tutta la linea. Quindi va mandata al macero.
Ma è chiaro che, finché la Svizzera non si libererà (politicamente, beninteso) delle “Simonette” la priorità non sarà mai quella di impedire l’arrivo dei finti rifugiati. Al contrario, sarà sempre quella di farli rimanere, e addirittura di integrarli professionalmente (o di fingere di farlo) a scapito degli svizzeri.
E non stiamo qui a ripetere le conseguenze del caos asilo sia dal profilo economico che da quello della sicurezza (delinquenza, estremismo islamico, molestie sessuali e chi più ne ha più ne metta). Ma questo è ciò che vuole l’élite multikulti che “qualcuno” continua a votare.
Lorenzo Quadri