Triplicati i finti rifugiati fermati ai nostri confini; in estate a Como sarà caos asilo?
Nel primo trimestre del 2017 al confine sud con la Svizzera sono stati fermati 7’305 finti rifugiati, più del doppio del 2015. Nel Belpaese gli arrivi sono aumentati del 60%. Il quotidiano italiano “Il Giorno” prevede che quest’estate a Como ci sarà il caos. E’ evidente che l’emergenza asilo non accenna a rientrare.
Non a caso, i paesi che confinano con l’Italia potenziano i controlli alle frontiere e magari piazzano pure delle barriere. Eppure nel Belpaese nessuno, o quasi, si è messo a starnazzare. Solo gli svizzerotti vengono accusati (?) di chiudere le frontiere. Intanto nelle scorse settimane da Berlino ci è arrivata l’accusa esattamente opposta: quella di avere i confini a colabrodo e di lasciar passare troppi migranti economici che poi raggiungono la Germania.
Evidentemente nella Penisola hanno capito che con certi rappresentanti elvetici basta alzare un po’ la voce, e soprattutto pronunciare le paroline magiche “xenofobia e razzismo”, per ottenere la calata di braghe. Del resto se la responsabile del dossier asilo è la ministra del “devono entrare tutti” kompagna Simonetta Sommaruga, quella che sta allegramente moltiplicando i centri asilanti per aumentare la capacità d’accoglienza, quella che a più riprese ha ribadito che “dobbiamo aiutare l’Italia” – e come quest’ultima ci ripaghi per l’aiuto offerto, l’abbiamo visto in occasione della recente polemica/panna montata sui tre valichi secondari chiusi di notte – non è neppure sorprendente che si facciano certi ragionamenti.
Il Procuratore francese
Ricordiamo anche che di recente il procuratore francese ha chiesto 8 mesi di carcere per una cittadina italiana che aiutava i clandestini a varcare illegalmente il confine. Da noi, invece, arrivano al massimo le aliquote sospese con la condizionale, come dimostra il caso di una certa deputata P$ in Gran Consiglio. La parlamentare è difesa a spada tratta dal suo partito. Perché la $inistra pretende il rispetto della legge, ma solo dagli altri. I kompagni, invece, sono al di sopra delle regole.
A titolo preventivo…
A titolo preventivo, sarà bene precisare subito una cosa: se a Como quest’estate dovesse (di nuovo) “scoppiare il caos”, come preconizza “il Giorno”, non sarà di certo la Svizzera – e quindi in prima linea il solito Ticino – a togliere le castagne dal fuoco alla vicina Penisola. Per il caos asilo sul suo territorio l’Italia se la può prendere, a scelta, con se stessa perché i migranti raccolti in mare se li mette in casa invece di riportarli indietro, e/o con la fallita Unione europea che non fa un tubo per difendere i propri confini esterni.
Di certo il Belpaese non può puntare il dito contro la Svizzera. Men che meno può attendersi regali da noi, visto il trattamento riservatoci dai suoi rappresentanti istituzionali per la chiusura notturna di tre valichi secondari, misura perfettamente legittima ed annunciata.
Altro che “aiutare l’Italia”
Per i famosi tre valichi chiusi, troppi politicanti del Belpaese si sono messi a starnazzare come germani reali contro gli “svizzeri razzisti”. Sindaci di comuni che campano grazie ai ristorni dei frontalieri hanno inscenato manifestazioni-pagliacciata con tanto di fascia tricolore. Quel che è molto più grave, la Farnesina, ossia il ministero degli Esteri italiano, si è permessa di convocare d’urgenza l’ambasciatore di Svizzera. Neanche avessimo trasmesso a Roma una dichiarazione di guerra. E’ chiaro che, con simili precedenti, il mantra del “bisogna aiutare l’Italia” la kompagna Simonetta farà bene a levarselo dalla testa. E col fischio che continuiamo ad aderire ai programmi di ridistribuzione di migranti partoriti dai funzionarietti di Bruxelles “per dare l’esempio” (sempre Simonetta dixit).
I costi esplodono
Da sud arriva anche un altro segnale preoccupante. Visto l’andazzo degli sbarchi, il Documento di economia e finanza (Def) approvato la scorsa settimana dal governo prevede per il 2017 un aumento della spesa per i migranti dai 3,4 miliardi di Euro previsti nella finanziaria a 4.6 miliardi. Quindi una crescita di 1,2 miliardi. I migranti, lamenta “il Giornale”, costano più della manovra!
La cifra in sé suscita un qualche interrogativo. Infatti per il 2018 la Svizzera ipotizza di spendere 2.4 miliardi per i finti rifugiati. Più della metà di quanto messo in conto dall’Italia. Le proporzioni non stanno. Com’è possibile? Siamo noi che facciamo dell’accoglienza di lusso?
Al di là di questo, alla luce delle stime di spesa per i migranti che il Belpaese ha rivisto nettamente al rialzo – segno quindi che si attende un ennesimo “assalto alla diligenza” – tutti gli Stati che confinano con l’Italia hanno buoni motivi per pensare ai muri sul confine. Noi per primi. Poi oltreramina possono strillare e convocare tutti gli ambasciatori che vogliono. Almeno lo faranno per qualcosa.
Lorenzo Quadri