Col piffero che ci sta bene che i contagi risalgano per il frontalierato della discoteca

E noi dovremmo tornare ad impestarci, rischiando anche il disastro economico, per vacanzieri e frequentatori di movide? Ma anche NO!

Come volevasi dimostrare, i contagi da stramaledetto virus cinese risalgono. E risalgono “grazie” ai rientri dalle vacanze. In particolare da quelle in zone a rischio. Tanti di questi vacanzieri, ma tu guarda i casi della vita, sono stranieri residenti in Svizzera che hanno trascorso le ferie al paese d’origine e che per nessun motivo al mondo vi avrebbero rinunciato. E, con un quarto di popolazione straniera (in Svizzera), quota che in Ticino sale ad un terzo, a cui bisogna ancora aggiungere i beneficiari di naturalizzazioni facili (i quali nelle statistiche figurano come cittadini elvetici), non ci vuole molta fantasia per immaginare le proporzioni del fenomeno.

Quarantene farlocche

A ciò si aggiunge il tema delle quarantene farlocche. Una questione che la Lega ha fin da subito sollevato a Berna. Perché serve a poco introdurre l’obbligo di quarantena se poi, per la sua applicazione, ci si affida alla “responsabilità individuale” di chi, al rientro dalle vacanze, dovrebbe poi chiudersi in casa per due settimane senza stipendio.

E’ evidente che le quarantene hanno un senso se la Confederella è in grado di imporne il rispetto, tramite controlli sistematici alle frontiere. In caso contrario, l’operazione si trasforma in una monumentale presa per il lato B.

Ed infatti la maggioranza dei nuovi contagi da virus cinese –  in Ticino 7 su 10, allo stato di qualche giorno fa – erano dovuti ai rientri dalle vacanze.

Per le prossime settimane, dunque, c’è poco da stare allegri.

L’età media si abbassa

Sul tavolo c’è pure la questione delle discoteche che – contro ogni logica e buonsenso – continuano a rimanere aperte.

E’ evidente che questi locali non andavano nemmeno riaperti dopo il lockdown, perché il rischio di contagio è altissimo. A meno che qualcuno immaginasse che la gente (i giovani) sarebbe andata in discoteca mantenendo le distanze di due metri ed indossando la mascherina e magari pure i guanti.

Poi ovviamente chi si contagia in discoteca o al rientro dalle vacanze trasmette il virus ad altri. In particolare nell’ambito familiare, ma anche lavorativo. Ed infatti non è certo un caso se l’età media dei nuovi contagiati si è abbassata in modo drastico.

Il Belpaese chiude le discoteche

A ciò si aggiunge il fatto che il Belpaese ha deciso nei giorni scorsi la chiusura delle discoteche. Se il Ticino le tiene aperte, il frontalierato del divertimento è scontato.

Forse qualcuno si è dimenticato che questo sfigatissimo Cantone in primavera si è impestato a causa delle frontiere spalancate con l’Italia. Il virus l’hanno portato alle nostre latitudini i lavoratori in arrivo dalle zone rosse italiche. E l’italosvizzero KrankenCassis, in nome del buongoverno PLR, si è bullato di aver chiesto lui al suo collega e connazionale Giggino Di Maio di lasciar passare i frontalieri in Ticino. Adesso sarebbe il colmo se i contagi schizzassero verso l’alto per il frontalierato della discoteca o della movida.

A Ginevra, Cantone che in questo periodo detiene, purtroppo per lui, la maglia nera dei contagi, tale fenomeno si è fatto sentire. Discoteche chiuse in Francia ma aperte a Ginevra hanno provocato un’impennata di nuovi casi covid. Il Consigliere di Stato ginevrino Mauro Poggia ha esplicitamente messo in guardia il Ticino: potrebbe succedere la stessa cosa anche da noi.

Stop fregnacce

E che nessuno venga a raccontarci obbrobriose fregnacce del tipo “i giovani hanno bisogno vivere” o, in alternativa “i giovani hanno bisogno di divertirsi dopo il lockdown”. Si può benissimo vivere senza discoteche e ci si può benissimo divertire dopo il lockdown senza rischiare di provocarne un altro andando ad ammucchiarsi! Perché è questo il punto centrale. Un secondo lockdown è, semplicemente, impossibile. Provocherebbe una strage economica ed occupazionale. E chi rischia di più? Ovviamente i giovani stessi. E’ il loro futuro che si distrugge. Non certo quello dei pensionati.

Da un’inchiesta appena svolta in Italia è emerso, senza nessuna sorpresa, che a causa del virus cinese molti giovani hanno dovuto accantonare i propri progetti di vita. Il motivo è, ovviamente, l’ulteriore precarietà economica provocata dalla pandemia. Quindi l’uscita dalla casa dei genitori, il matrimonio, i figli, sono stati posticipati a tempo indeterminato.

Il futuro dei giovani

I giovani corrono meno pericoli dal punto di vista sanitario. In prospettiva, però, sono quelli che rischiano di più. E di conseguenza sono anche quelli che hanno maggiore interesse ad evitare che il virus torni ad imperversare provocando altre devastazioni economiche ed occupazionali. Altro che “i giovani hanno bisogno di divertirsi”! I giovani hanno bisogno di un futuro. Ma, avanti di questo passo, rischiano di trovarsene privati.

Di conseguenza, le discoteche risultano sacrificabili. Certo: anche questo è un settore economico che va aiutato. Piuttosto che tenerle aperte col rischio di provocare disastri, tanto vale che lo Stato intervenga a sostegno di chi lavora nel settore. Ovviamente i fondi necessari vanno ricavati tagliando sui regali all’estero.

Perché ne abbiamo piene le scuffie, ma proprio stracolme, di mandare palate di miliardi (!) di proprietà del contribuente svizzero in paesi stranieri vicini e lontani, quando di questi soldi abbiamo bisogno in patria!

Lorenzo Quadri