Scuola: iniziativa controcorrente del Canton Turgovia da cui dovremmo prendere esempio

La devastante libera circolazione delle persone e più in generale l’immigrazione incontrollata causano problemi anche al sistema scolastico.

Il tema era emerso già durante il dibattito sull’iniziativa “Per la limitazione”. Secondo uno studio effettuato dal Max Planck Institute, non dal Mattino populista e razzista, già quando una classe è composta dal 20% di allievi migranti si nota un calo del rendimento. Figuriamoci allora in classi dove la quota è del 50% o più. Evidentemente poi a risentirne è la preparazione globale di tutti gli alunni.

Siamo ben consapevoli che simili discorsi danno fastidio agli immigrazionisti nonché fautori della scuola ro$$a “alla Bertoli”. Ma si tratta di una realtà che non si può allegramente scopare sotto il tappeto in nome del solito politikamente korretto (che qualcuno ha ribattezzato: politicamente idiota).

Passo coraggioso

A causare problemi e costi ci pensano inoltre i genitori “alloglotti” che rendono ad esempio necessaria la presenza di interpreti ai colloqui tra scuola e genitori.

Il Parlamento del Canton Turgovia, che non ci risulta essere un covo di beceri leghisti, ha preso di petto la situazione. Nel febbraio 2019 ha infatti presentato a Berna un’iniziativa cantonale con la seguente richiesta: La Costituzione federale della Confederazione Svizzera dev’essere modificata in modo da relativizzare la gratuità dell’istruzione scolastica di base, nel senso che i costi generati dagli alloglotti a causa di insufficienti sforzi di integrazione (costi di traduzione per i colloqui genitori-insegnanti, istruzione supplementare nella lingua d’insegnamento) possano essere addebitati a coloro che li causano”.

Si tratta certamente di un passo coraggioso e ben lontano dal pensiero unico immigrazionista e xenofilo, che alle nostre latitudini viene imposto a suon di ricatti e di denigrazioni. Se in Ticino qualcuno avanzasse una proposta analoga a quella turgoviese, non osiamo immaginare la shitstorm (=tempesta di cacca) che scatenerebbero gli odiatori seriali della gauche-caviar. Eppure il Gran Consiglio del Canton Turgovia ha approvato la risoluzione “quasi all’unanimità”. E certamente la $inistra è rappresentata anche nel Legislativo di quel Cantone. Non si tratta quindi di una “démarche” solitaria del destrorso di turno.

“Ottimi risultati”

L’iniziativa turgoviese non nasce dal nulla. Infatti, come si legge nella motivazione, in passato i Comuni convincevano i genitori migranti a far frequentare ai loro figli dei gruppi di gioco linguistici prima di iniziare la scuola dell’infanzia. In questo modo anche i bimbi alloglotti arrivavano ben preparati all’asilo. Come li convincevano? Semplicemente, i Comuni dicevano ai genitori che, se non avessero mandato i bambini ai giochi linguistici, i costi delle lezioni supplementari di tedesco li avrebbero dovuti pagare loro, di tasca propria.

Questo approccio, assicura il parlamento turgoviese, ha sempre dato ottimi risultati. Perché, allora, è stato abbandonato? Perché, ma tu guarda i casi della vita, i soliti legulei del Tribunale federale hanno deciso che sarebbe anticostituzionale!

Chi ha ricorso?

Evidentemente – questo il Cantone non lo dice – se c’è stata una sentenza del Tribunale federale vuol dire  che ci sono stati uno o più ricorsi, presentati presso tutte le istanze. Domandina facile-facile: chi sono quei genitori immigrati che si sono rifiutati di mandare i figli ai giochi linguistici preparatori alla scuola d’infanzia, e che hanno pensato bene di infesciare i tribunali di ricorsi? Qui c’è forse qualcuno da rispedire per direttissima al natìo paesello?

Avendo i legulei multikulti del TF (incadregati dalla partitocrazia col sistema del mercato delle vacche) fatto saltare il sistema turgoviese che funzionava, il parlamento cantonale ha ammirevolmente deciso di non calare le braghe, ma di attivarsi presso la Confederazione con la richiesta di rendere possibile l’addebitamento dei costi scolastici supplementari a quei genitori che – magari mantenuti dal contribuente – non hanno la benché minima intenzione di integrarsi.

 “È ragionevole – argomenta infatti il parlamento cantonale – pretendere che i genitori imparino sufficientemente bene la lingua ufficiale in modo da poter partecipare a un colloquio genitori-insegnanti, comprendere le pagelle e altre informazioni per i genitori e seguire i compiti a casa per sostenere meglio i propri figli”.

Non solo è ragionevole ma, facendo un passo oltre, potremmo addirittura dire che è doveroso.

Destino segnato, ma…

L’iniziativa turgoviese è approdata in Consiglio nazionale in questa sessione invernale delle Camere federali. Quale sarà il suo destino, non ci vuole molto ad immaginarlo. La Commissione della scienza, della cultura e dell’educazione del CN propone di bocciarla per 11 voti contro 8. Il Consiglio degli Stati, dal canto suo, ha già deciso di non dare seguito.

Ma l’idea del Canton Turgovia è giusta e merita sostegno.

E già che siamo in tema ci piacerebbe sapere, alle nostre latitudini, a quanto ammontano i “costi generati dagli alloglotti a causa di insufficienti sforzi di integrazione” (ovviamente da parte dei genitori)!
E’ ora di scendere dal pero e di finirla di fare il Paese del Bengodi per migranti in arrivo da “altre culture” che per di più nemmeno sono intenzionati ad integrarsi!

Lorenzo Quadri