Frontiere, delirio della partitocrazia: “mai più limitazioni per le fasce di confine!”
Prosegue (e come poteva essere diversamente?) la saga dello stramaledetto virus cinese, con i suoi annessi e connessi.
L’ultima puntata riguarda il famigerato pass covid. Il quale è indubbiamente una ciofeca. Quindi meno dura, meglio è (nelle scorse settimane la Danimarca l’ha abolito, avendo raggiunto una percentuale di persone vaccinate del 75%). Ma è meno peggio di un nuovo lockdown. Perché, è chiaro, questa sarebbe stata l’alternativa del governicchio federale, ostaggio della $inistra chiusurista, all’aumento delle ospedalizzazioni.
Mezzo di pressione
Il covid pass, evidentemente, è un mezzo di pressione: serve a spingere chi non si è ancora vaccinato a farlo. Il vaccino non garantisce che non ci si ammalerà. Anche chi è vaccinato può contagiare e contagiarsi (anche se più difficilmente di chi non loè). Tuttavia il vaccino fornisce una buona protezione da decorsi gravi. In sostanza, se tutti sono vaccinati, lo stramaledetto virus cinese risulta “declassato” al livello di una comune influenza. E per un’influenza non vengono decretati confinamenti.
Visto che il vaccinato non è immune, e può essere positivo senza saperlo (asintomatico), deve anche comportarsi di conseguenza ed osservare le misure di sicurezza sanitaria ormai arcinote (distanze, mascherina, igiene delle mani, ecc).
A carico del contribuente
Come ben sappiamo, in regime di pass covid, chi non è vaccinato o guarito, per poter accedere a ristoranti, palestre, teatri eccetera,deve farsi testare. Venerdì il governicchio federale ha deciso che i test non saranno più gratuiti – ovvero a carico del contribuente – a partire dal 10 ottobre. Chi ha ricevuto una prima dose di vaccino (una sola puntura non basta per ottenere il pass covid) potrà farsi “tamponare” gratis fino alla fine di novembre.
Lo stop alla gratuità era annunciato da vari mesi. Tuttavia nelle ultime settimane, sia da $inistra che da “destra”, sono giunte richieste affinché continuasse.
Per quanto ci riguarda, il governicchio federale, non cambiando sostanzialmente una posizione già arcinota, ha preso la decisione più logica.
50 milioni al mese
Oggi tutti hanno la possibilità di vaccinarsi gratis. Obblighi di vaccinazione non ce ne sono; nemmeno per chi lavora nel settore sanitario (in quest’ambito, invece, un obbligo ci starebbe tutto). Non vaccinarsi è una scelta alla quale deve far seguito la relativa assunzione di responsabilità. Anche finanziaria. Altrimenti ricadiamo nella solita pretesa ro$$a della società dei diritti senza doveri; e stupisce che anche a “destra” ci sia chi sostiene simili posizioni. Non sta al contribuente pagare i test di chi non si è voluto vaccinare. E non si tratta di due spiccioli, ma di una spesa stimata in quasi 50 milioni di franchi al mese! Soldi che verranno prelevati dalle tasche dei cittadini. Non certo recuperati risparmiando sui finti rifugiati con lo smartphone, sugli stranieri in assistenza o sui regali miliardari all’estero.
Da “altre culture”
Il percorso che ha portato all’introduzione del pass covid è conosciuto. “Grazie” alla partitocrazia, i confini svizzeri sono sempre stati spalancati senza uno straccio di controllo. In nessun altro paese si entrava facilmente come in Svizzera. Quindi numerosi vacanzieri non vaccinati sono tornati dall’estero contagiati, facendo salire le ospedalizzazioni. Come è poi diventato di pubblico dominio, malgrado i tentativi della stampa di regime e del governicchio di IMBOSCARE le cifre in nome del politikamente korretto e del multikulti, la parte del leone in questo sciagurato fenomeno l’hanno fatta cittadini balcanici non vaccinati che hanno trascorso le ferie nei paesi d’origine. Vedi Albania e Kosovo. Sappiamo quindi chi ringraziare per l’aumento dei ricoveri e conseguente covid pass.
E il contribuente svizzerotto, in particolare quello che si è fatto vaccinare, dovrebbe continuare a pagare i tamponi per permettere ad immigrati “di altre culture” di andare in palestra? Anche no! Ci piacerebbe pertanto sapere come sono rappresentati “certi gruppi etnici” tra i fruitori di test pagati dal contribuente.
Triciclo: nuovo delirio
Come sappiamo il governicchio federale alla fine è stato costretto ad introdurre misure sul confine per impedire l’arrivo di persone contagiate. Chiaro: mica poteva immaginare di imporre il covid pass ai residenti e poi fare entrare tutti senza uno straccio di controllo. Ma anche questa volta c’è la presa per i fondelli: i frontalieri possono infatti arrivare liberamente in Svizzera senza bisogno né del pass covid, né di compilare formulari! Ed in Ticino stiamo parlando di 72mila persone. Più svariate migliaia di padroncini. Ennesima dimostrazione che i camerieri bernesi dell’UE considerano questo sfigatissimo Cantone un tutt’uno con la Lombardia: per loro la Svizzera finisce al Gottardo!
E, visto che al peggio non c’è limite, nei giorni scorsi i soldatini del triciclo in Consiglio degli Stati sono perfino riusciti ad approvare (!) la mozione di una kompagna del P$ che chiede che nelle zone di confine la devastante libera circolazione possa continuare indisturbata, senza alcun limite, anche in caso di pandemia! Il che equivale ad azzerare le frontiere! Ma si può essere più tamberla di così? Libera circolazione über Alles, al prezzo di vite umane! Grazie partitocrazia!
Lorenzo Quadri