Tanto tuonò che non piovve. Del resto alla siccità siamo ormai da tempo abituati. Il tentativo di $inistra e radikalchic di inventarsi nuove leggi ad hoc contro il “nemico da abbattere” è finito in palta.
Il tentativo è stato fatto tramite l’iniziativa Quadranti. Essa chiedeva l’adozione di provvedimenti d’ordine e disciplinari per sanzionare il comportamento dei deputati anche al di fuori dalle sedute parlamentari. Ci si riferiva in particolare agli interventi sui social network. Per una strana coincidenza, l’iniziativa Quadranti è stata presentata dopo che una sbroccata su facebook di un deputato leghista, per cui il diretto interessato si è peraltro scusato, era diventata di pubblico dominio, con abbondanti dosi di panna montata. In una simile circostanza, la nostrana gauche caviar non poteva perdere l’occasione di ergersi a moralizzatrice: paladina del “confronto politico corretto” contro il degrado provocato dai leghisti populisti e razzisti, chiusi e gretti, fascisti e maleducati, e via sproloquiando. Il trucco è vecchio: servirsi a piacimento della morale per rendere spregevole l’avversario politico. Ma il petardo si è rivelato, ancora una volta, bagnato.
Calare lezioni senza averne alcun titolo
Infatti “gli è che”, per salire in cattedra a calare lezioni, bisogna essere irreprensibili. E’ condizione indispensabile. Ma non la $inistra non la adempie per nulla. Per i kompagnuzzi, l’utilizzo della denigrazione, dell’insulto, dell’ attacco personale contro l’avversario politico è moneta corrente da tempo. Ma evidentemente i sedicenti progressisti tentano di far credere che i responsabili del “degrado” siano sempre altri. Loro, i kompagnuzzi, fanno satira; gli altri insultano. Loro esprimono un’opinione politica protetta dalla libertà d’espressione; gli altri, denigrazioni da codice penale. Il gioco delle definizioni applicate secondo la convenienza potrebbe andare avanti all’infinito. Ma chi la morale la fa solo ai nemici, non ha più neanche uno straccio di credibilità. Tant’è che i vari gruppuscoli alla BrutTicino (erano sempre le stesse persone che si presentavano sotto etichette diverse per dare l’impressione di essere in tanti) si sono liquefatti come neve sotto il sole di agosto. Del resto, con quale credibilità può moraleggiare un ex magistrato che (tanto per fare degli esempi) stampa e distribuisce finti giornali di insulti ai leghisti facendosi prendere con la mani nella marmellata, definisce “pagliacci” i Consiglieri di Stato e “teppisti della politica” i parlamentari federali, e via elencando?
Il boomerang
Nel caso dell’iniziativa Quadranti, l’effetto boomerang è stato immediato. La relatrice $ocialista a favore della norma voluta ad hoc per bastonare l’avversario politico è stata la prima a cascarci dentro a piedi a pari. E’ la stessa scena che si vede nei cartoni animati, quando il coyote si becca in testa il masso che aveva posizionato per centrare lo struzzo.
Gli intrecci del P$ con il quindicinale spazzatura Il Diavolo, pluricondannato per insulti ai leghisti e perfino ai loro genitori, sono ormai arcinoti. E come la mettiamo col fatto che l’organo ufficiale del P$, il mensile Confronti (più redattori che lettori) fino all’altro giorno era diretto da un tizio condannato per insulti ad esponenti della Lega? E non vorremmo mica fare un torto, non citandoli, all’insultatore di morti Adriano Venuti, municipale di Massagno e membro della direzione P$, all’animatore radiofonico sospeso, a tutti gli esponenti della nostrana $inistruccia che quotidianamente sui “social network” – mettendoci la faccia o in forma anonima – si producono in attacchi triviali, razzisti e sessisti, in particolare contro esponenti della Lega?
Altro che autoerotizzarsi cerebralmente con il mantra del “valore della diversità”: chi osa pensarla in modo diverso dai kompagnuzzi, si espone alla gogna del ro$$o partito dell’odio.
E’ troppo facile, cari sedicenti “progressisti”, sanzionare le sbroccate, ma solo quelle degli altri, chiedere rispetto, ma solo per sé, invocare la libertà d’espressione, ma solo per chi è ideologicamente allineato.
Lorenzo Quadri