Illuminanti dichiarazioni del presidente nazionale del fu partitone all’assemblea dei delegati di ieri

L’ex partitone, come noto, da tempo cumula trombature elettorali. Meritatamente. L’ha dimostrato all’assemblea dei delegati tenutasi ieri in quel di Baden (AG).
Il presidente nazionale dell’ex partitone, Philipp Müller, ha infatti dichiarato che sì, ci vuole una politica migratoria più restrittiva…. Però (e qui casca l’asino) il fu partitone ribadisce il proprio totale ed incondizionato sostegno alla devastante libera circolazione delle persone, ritenuta necessaria.  Necessaria a chi? Forse a quegli imprenditori “borsoni” del Plr che se ne servono per assumere stranieri pagandoli meno, alla faccia dei cittadini svizzeri che rimangono a casa in disoccupazione prima ed in assistenza poi?
Tanto per cominciare, la dichiarazione del Plr è un puro esempio di cerchiobottismo populista (e poi hanno il coraggio di accusare di populismo gli altri). In regime di libera circolazione delle persone, come ci è stato spiegato in tutte le salse – oppure negli ultimi anni da Berna ci hanno sempre raccontato un sacco di frottole? –  non è possibile tornare ad avere un controllo sulla migrazione. O controllo sulla migrazione, o libera circolazione delle persone. Una cosa esclude l’altra. Quindi, le misure con cui si è riempito la bocca il Müller ieri a Baden, non possono che essere dei palliativi, dei cerotti sulla gamba di legno. Il classico esempio di provvedimenti – foglia di fico privi di efficacia reale ma che servono solo, a livello di comunicazione politica, per far credere al “popolino” che si è fatto qualcosa, che i devastanti effetti collaterali della libera circolazione delle persone sono sotto controllo, e quindi si può proseguire per la via intrapresa: quella che ci sta portando dritti filati nel baratro.
Nelle regioni di frontiera, ed in particolare in Ticino, la libera circolazione delle persone sta provocando uno sfracello.  Questo sia dal profilo occupazionale, che della sicurezza (rapine in casa) che ambientale e viario (56mila frontalieri e svariate migliaia di padroncini che entrano quotidianamente in Ticino uno per macchina, inquinando ed intasando la rete stradale). Il Plr nazionale, con il suo sì categorico (!) alla libera circolazione delle persone, dimostra di infischiarsene alla grande dei problemi del nostro Cantone. La priorità, per i liberali-radikali, ce l’hanno dunque quegli imprenditori targati Plr che approfittano della libera circolazione delle persone per assumere stranieri, lasciare a casa svizzeri ed ingrassarsi col dumping salariare e sociale.
Di conseguenza (nel caso ci fossero ancora dei dubbi) è cosa buona e giusta che il fu partitone in Ticino perda le elezioni. Deve quindi essere chiaro che quando un esponente del Plr si lamenta dell’invasione dei frontalieri, dei padroncini, delle frontiere a colabrodo, e così via, racconta storielle in funzione di propaganda elettorale. Il suo partito, come certificato dall’assemblea di ieri, vuole ben altro.
Per fortuna, malgrado i tentativi del Plr di correre in soccorso, a mo’ di croce rossa, di chi si avvantaggia della libera circolazione delle persone alla faccia della gente svizzera, sugli Accordi bilaterali si tornerà a votare. E allora vedremo se il Consiglio federale, il partitume $torico, il padronato ed i sindacati riusciranno ancora ad infinocchiare i cittadini elvetici a suon di panzane e di minacce, come accaduto nelle precedenti votazioni.
La posizione della Lega, va da sé, è sempre stata chiara e non è cambiata di una virgola. La libera circolazione delle persone deve saltare.
Lorenzo Quadri