Automobilisti sempre sotto attacco. Questa volta ai climatisti è andata buca, ma…

Proseguono gli attacchi alla mobilità individuale (e quindi ad una libertà costituzionale) dei cittadini ad opera dei Verdi-anguria. Costoro, con il pretesto del “surriscaldamento climatico” (corbezzoli!) pretendono di trasformare la Svizzera in una dittatura comunista di stampo cinese, introducendo una pletora di divieti, obblighi, razionamenti.

Gli ambientalisti da salotto cittadino, ancora una volta, fanno la guerra a chi vive nelle regioni discoste. E quindi ha bisogno dell’automobile per spostarsi.

Del resto, uno dei mantra dei Verdi-anguria è la ciofeca della “densificazione”. Ovvero, gli umani devono ammucchiarsi nei centri urbani e possibilmente – per evitare gli spostamenti – lavorare in home office, chiusi in casa come topi. Assolutamente vietate, poi, le escursioni nel tempo libero. La mobilità deve diventare un lusso per ricchi.

Il resto del territorio, ripulito dalla demoniaca presenza dell’uomo fonte di tutti i mali, va lasciato allo stato brado. Anzi:“incontaminato”, che suona meglio. Altro che vivere in campagna!

Tutti deficienti?

In Consiglio nazionale, una soldatina Verde-anguria del Canton Zurigo ha tentato di far passare tramite mozione l’abbassamento del limite di velocità da 80 km/h a 60 km/h fuori dall’abitato. Naturalmente riempiendosi la bocca con la “sicurezza”: altro mantra abusato per sdoganare ogni nefandezza.

Secondo la kompagna, su alcune tratte stradali la velocità di 80 km/h non sarebbe adeguata a causa del calibro ridotto. Quindi i $inistrati partono dal presupposto che gli automobilisti siano tutti dei deficienti, incapaci di adattare la velocità alle condizioni viariesenza un apposito divieto. Questa ci mancava!

Il vero scopo

Va da sé che il vero scopo di simili iniziative è quello di buttare fuori le auto dalle strade, che vanno riservate alle biciclette. E non è nemmeno una questione di decarbonizzazione: i Verdi-anguria sono contrari a tutte le automobili, comprese quelle elettriche. Anche questi veicoli subiscono le limitazioni e le penalizzazioni che gli ecotalebani sognano di introdurre. Anzi: visto che, causa decarbonizzazione  e sostituzione dei combustibili fossili con elettricità, ci troveremo in grave manco di corrente, alle vettureelettriche verrà proibito di circolare.

Inutile dire che, nell’immaginario dei Verdi-anguria, i nuovi limiti di velocità dettati da ideologia – e non certo da esigenze di sicurezza – andrebbero poi fatti rispettare con controlli radar, svolti a tappeto e a tradimento, con l’obiettivo di fare cassetta ai danni dei cittadini già mazzuolati dall’inflazione e dall’esplosione dei premi di cassa malati (altro che “difendere il reddito”).

In futuro…

La richiesta alla Confederella di ridurre da 80 a 60 Km/h il limite di velocità su tutte le strade fuori dall’abitato è doppiamente ridicola. Infatti i Cantoni hanno già la facoltà di introdurre un limite di velocità inferiore agli 80 all’ora.

Per questa volta, in un raro sprazzo di lucidità, il Consiglio nazionale ha respinto la mozione dei 60 Km/h generalizzati con 119 voti contrari e 69 favorevoli.

I 69 voti favorevoli sono quelli dell’area ro$$overde compatta. Visto però il continuo franamento a $inistra del cosiddetto “centro” PLR-PPD, non si può certo escludere che, in un futuro nemmeno troppo lontano, simili proposte possano trovare delle maggioranze nel parlatoio bernese.

Zone 30 come se piovesse

A proposito di limiti di velocità: a Lugano è sul tavolo del municipio la moltiplicazione delle zone a 30 km/h. E non certo per esigenze di sicurezza. Siamo estremamente scettici (eufemismo)su simili iniziative. Alla fine la logica è sempre quella di penalizzare ad oltranza chi ha bisogno dell’automobile per andare a lavorare. Non solo con limiti di velocità, ma anche con ostacoli farlocchi creati apposta (cunette, paletti, e diavolerie varie). Tra parentesi, simili misure fisiche costano uno sproposito: ma come, non bisognava risparmiare?

Senza dimenticare, poi, che i provvedimenti contro la viabilità sono in genere accompagnati dalla cancellazione di posteggi. Non è certo la prima volta che a Lugano – ed altrove – vengono soppressi stalli per costruire piste ciclabili sovradimensionate e dai costi stellari. Il tutto su stradine in cui non circolano né auto, né biciclette.

E le tariffe di posteggio?

Ci piacerebbe poi sapere come si intende regolamentare l’esplosione dei trotinette elettrici che spesso e volentieri viaggiano sui marciapiedi malgrado sia vietato.

E ci piacerebbe pure sapere quando i vari centri urbani ticinesi pensano di finalmente ridurre le tariffe di posteggio negli autosili, seguendo le raccomandazioni di Mr Prezzi in tal senso. Ah già: Mr Prezzi viene ascoltato solo quanto le sue dichiarazioni sono funzionali alle politichette di $inistra promosse dalle sedicenti associazioni a difesa (?) dei consumatori (succursali del P$). In caso contrario… orecchie da mercante! E gli interessi dei consumatori-automobilisti? Chissenefrega!

Lorenzo Quadri