Dietro la boiata, un manipolo di politicanti ro$$overdi con cittadinanza multipla

No limits: il promotore kosovaro ci viene a dire che non siamo una democrazia

La $inistra antisvizzera e partito degli stranieri ci riprova. Si vedeche, nell’approssimarsi delle elezioni federali, i ro$$overdi sentono l’impellente bisogno di ribadire la propria priorità: svendere il paese regalando il passaporto elvetico a stranieri non integrati. Così da rendere gli svizzeri sempre più una minoranza in casa propria.

Sicché i kompagni una decina di giorni fa hanno pensato bene di lanciare un’iniziativa popolare per far sì che chiunque viva legalmente da almeno 5 anni in Svizzera ottenga il passaporto rosso se ne fa richiesta. Tale oscenità è stata nominata “iniziativa per un diritto di cittadinanza moderno”. Chiaro: svendere la Svizzera sarebbe “moderno”, una vera figata! Difenderla, invece, è roba da retrogradi. Ma andate a Baggio a suonare l’organo!

Caduti dal seggiolone

Oggi per naturalizzarsi occorre un permesso di domicilio (permesso C). Bisogna inoltre aver vissuto almeno dieci anni in Svizzera, di cui tre negli ultimi cinque anni. I coniugi di cittadini svizzeri e gli stranieri di cosiddetta “terza generazione” (termine quanto mai ingannevole, perché non indica affatto uno straniero i cui nonni già vivevano stabilmente qui) possono beneficiare della naturalizzazione agevolata. Non ci sono però automatismi; e ci mancherebbe anche. Per ottenere il passaporto rosso bisogna meritarselo. In particolare, occorre essere integrati. Anche economicamente. Il che significa: non dipendere dall’assistenza (o, se del caso, aver rimborsato quanto percepito).

Secondo l’iniziativa dei kompagnuzzi, invece, dopo appenacinque anni di residenza legale nel nostro paese chiunque avrebbeil diritto di diventare cittadino elvetico. In automatico. Unica eccezione (bontà dei promotori): l’immigrato non deve essere stato condannato ad una pena detentiva di lunga durata (cosa vuol dire in concreto?) e non deve mettere in pericolo la sicurezza interna o esterna della Svizzera (altro concetto molto vago). Ah sì: deve anche avere una conoscenza di base di una (!) lingua nazionale (una; e non necessariamente quella della regione in cui vive).

Qui qualcuno dev’essere caduto dal seggiolone da piccolo.

Delinquenti ed approfittatori

5 anni di residenza legale significa che tutti i finti rifugiati ammessi provvisoriamente e che si trovano in Svizzera da sufficiente tempo potranno acquisire il passaporto rosso. Così resteranno tutti qui a vita; e a vita il contribuente svizzerotto li manterrà. Rimpatri? Mai più!

Ovviamente anche chi ha vissuto nel nostro paese con un permesso B per 5 anni ed è sempre stato a carico della collettivitàavrebbe diritto a diventare cittadino svizzero facendosi mantenere in eterno. Ciò vale anche per chi ha un permesso B farlocco ma in realtà vive oltreramina.

E i delinquenti stranieri? Si naturalizzerebbero pure loro! L’iniziativa prevede infatti un’esclusione solo per gli immigraticondannati “ad una pena detentiva di lunga durata”.

Punto primo. Non si capisce cosa si intenda per pena di lunga durata: tre anni? Cinque anni? Dieci anni?

Punto secondo. Ci sono rapinatori, pedofili, abusatori sessuali, che vengono condannati a pene pecuniarie o a pene detentive di breve durata. Secondo i kompagni, questa foffa è meritevole di diventare svizzera!

Punto terzo. Condannato significa “con condanna cresciuta in giudicato”. Ma un processo può durare anni. Fino alla sentenza definitiva, vige la presunzione di innocenza. Uno straniero imputato per omicidio ma non ancora condannato in via definitiva deve poter diventare cittadino svizzero?

Ius soli? Anche peggio

Pensando di infinocchiare il popolazzo, i promotori hanno rinunciato a chiedere l’introduzione dello ius soli. Ovvero: chi nasce in Svizzera diventa automaticamente cittadino elvetico(come dire: se un gatto nasce in una cuccia, diventa cane). Lor$ignori vogliono far credere che l’opzione della residenza legale di 5 anni sia più moderata. Invece è altrettanto improponibile. Anzi, chi è nato in Svizzera ha più probabilità di essere integrato rispetto al migrante economico “in arrivo da altre culture” (magari islamiste) che ha vissuto qui per un lustro a carico dei contribuenti e che mastica a malapena una lingua nazionale.

Tutti col doppio passaporto

Anche la composizione e le argomentazioni del comitato promotore della mirabolante iniziativa svendi-patria sono roba da mettersi le mani nei capelli.

Come detto si tratta di politicanti ro$$overdi. Ma c’è dell’altro.

Presidente del comitato è tale Arber Bullakaj, P$, nato in Kosovo, doppio passaporto kosovaro e svizzero. Sulla sua pagina online si legge la seguente perla: “Mi batto per una Svizzera dove non importa da dove vieni (!), a chi credi o chi ami. Sono un costruttore della nuova Svizzera”. Sì, la nuova Svizzera dove i cittadini elvetici sono ridotti come gli indiani nelle riserve!

Nel comitato figurano inoltre:

la consigliera agli Stati ginevrina verde Lisa Mazzone, doppio passaporto italiano e svizzero.
La consigliera nazionale verde Sibel Arslan, doppio passaporto turco e svizzero.
Il consigliere nazionale $ocialista Mustafa Atici, doppio passaporto turco e svizzero.
La presidenta dell’associazione immigrazionista e woke “Operazione Libero” Sanija Ameti, bosniaca.
Unico svizzero non di carta: il fondoschiena di granito kompagno Paul Rechsteiner, P$, che ha occupato una cadrega a Berna dal 1986 al 2022, quindi per 36 ANNI!

Prima spalancano le frontiere…

E costoro vengono a lamentarsi perché il 25% della popolazione svizzera (gli stranieri) non ha diritto voto?

Prima spalancano le frontiere e ci riempiono di migranti; poi blaterano che c’è troppa gente che non può votare e quindi pretendono di regalare il passaporto rosso a tutti. Ma stiamo busciando?

Questo, va da sé, nell’aspettativa che i migranti non integrati – i quali del nostro paese e della nostra identità non sanno una fava, e comunque se ne impipano – votino la rottamazione della Svizzera, così come auspicata dai ro$$overdi. Oltretutto i promotori si lamentano che le possibilità di ottenere il passaporto rosso variano a dipendenza del luogo di residenza. Forse questi politicanti stranieri dalla cittadinanza multipla non si sono accorti che in Svizzera esiste l’autonomia cantonale e comunale. Ah già: ma il nostro federalismo è una delle specificità da rottamare!

No comment

Da ricordare che la turco-svizzera Arslan, arrivata in Svizzera per ricongiungimento familiare con il padre profugo, è anche membro del comitato “Iniziativa Europa” (uella): quello che chiede al governicchio federale di “avviare immediatamente (!) dei negoziati per chiarire le questioni istituzionali con l’UE”. Bel modo di ringraziare il Paese che ha offerto asilo ai suoi familiari: svendendolo a Bruxelles!

Il kompagno Mustafa Atici, invece, è colui che in consiglio nazionale protesta e si scandalizza perché, a suo dire, un numero elevato (?) di stranieri non chiederebbe prestazioni sociali per paura di compromettersi la naturalizzazione o di vedersi retrocedere il permesso, ad esempio da C a B.

Per non farsi mancare niente, il presidente del comitato dell’iniziativa che vuole regalare il passaporto rosso, il citato Arber Bullakaj, ha avuto la tolla di dichiarare in conferenza stampa che Le attuali regole di cittadinanza non sono degne di una vera democrazia”. Cosa, cosa? Adesso arriva un kosovaro a dirci che non siamo una democrazia? Qui qualcuno ha davvero perso il patàn.

Tornare alla carica

E’ evidente che la Lega si oppone a qualsiasi ulteriore agevolazione delle naturalizzazioni, già fin troppo facili. Etornerà alla carica con la richiesta di impedire che chi ha due passaporti abbia accesso a cariche politiche, per lo meno a livello nazionale. Le prodezze dei parlamentari federali indicati sopra rendono evidente che il passo è necessario.

Lorenzo Quadri