Virus cinese, avviso ai naviganti: che nessuno si sogni di imporre restrizioni a tutti

E ti pareva! Dopo qualche settimana di calma, il circo del terrorismo di regime sullo stramaledetto virus cinese è ricominciato. Con gli europei di calcio, le vacanze, e soprattutto le varianti del piffero, non ci voleva molta fantasia per immaginare che i contagi sarebbero saliti. In effetti così è stato. Tuttavia, con le fasce di popolazione a rischio già vaccinate, continuare a starnazzare il numero delle nuove infezioni con il consueto corollario di commenti apocalittici è semplice lavaggio del cervello. A fare stato deve essere il numero dei ricoveri ospedalieri e di quelli in cure intense. Come sappiamo, queste cifre restano molto basse. Ad essere ospedalizzate sono persone non vaccinate dai cinquanta in su.

Inadeguatezza totale

I burocrati ro$$i dell’Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP) diretto da Anne Lévy “funzionaria con studi in scienze politiche” (e con questo si è detto tutto sull’ inadeguatezza del personaggio in un ruolo del genere) già da un paio di settimane, nelle loro conferenze stampa, hanno ripreso l’insopportabile andazzo dello scorso inverno. Da giorni blaterano di “quarta ondata” virale in Svizzera, quando non è arrivata neppure la terza. E’ sconcertante che a questi burocrati sia ancora concesso ditenere conferenze stampa: neanche fossero loro a comandare in questo Paese. Ma evidentemente costoro hanno sviluppato una perniciosa dipendenza da visibilità mediatica. Quindi non sono più in grado di stare senza leggere il proprio nome sui giornali e vedere il proprio faccione in TV.

Lo scandalo è che i loro superiori (in primis il “ministro dei flop” kompagno Berset, P$) lasciano fare.

Peggio di Bertoldo

Nell’edizione di martedì la NZZ (non il Mattino populista e razzista) criticava pesantemente l’UFSP e la sua comunicazione “confusa”. Ma soprattutto la sua abitudine di farsi sorprendere dagli eventi: nessuna capacità di pianificazione, né di previsione. Del resto, questi funzionarietti ne hanno fatte peggio di Bertoldo. Senza andare a rivangare l’imbarazzante (eufemismo) pantomima sulle mascherine che da “inutili ed addirittura nocive” sono diventate obbligatorie da un giorno all’altro, lorsignori sono stati “colti di sorpresa” anche lo scorso mese di dicembre, quando il vaccino contro lo stramaledetto virus cinese è stato omologato prima di quanto i ro$$i burocrati, abituati a prendersela comoda, immaginassero. Risultato: la campagna vaccinale svizzera ha cumulato MESI di vergognoso ritardo. E’ per questo che ci siamo beccati i lockdown interminabili, ed è sempre per questo che la percentuale di popolazione completamente immunizzata (doppia puntura) è ancora troppo bassa.

Cancellare dal vocabolario

Non ci vuole una scienza per capire – del resto i precedenti non mancano – che il terrorismo di regime serve ad imbesuire la gente per preparare il terreno a nuove restrizioni. Col fischio! Ribadiamo per l’ennesima volta: la parola “lockdown” deve sparire dal vocabolario!

Se i contagi salgono per colpa di chi non si vuole vaccinare, in lockdown ci andranno semmai i “no vax” e solo loro; ma non certo gli altri! Non ti vuoi vaccinare? Te ne assumi le conseguenze!

Non ci sta bene che a fare le spese del comportamento dei no vaxsia chi ha fatto il proprio dovere e si è vaccinato. Non siamo ancora in una dittatura delle minoranze.

Se li pagheranno loro

E col fischio che si continuano a pagare, con i soldi del solito sfigato contribuente, i tamponi “ricreativi” a chi non vuole sentir parlare di punture però vuole comunque andare a divertirsi! Su questo punto siamo d’accordo con il kompagno Berset. E quando tutta la popolazione avrĂ  avuto accesso al vaccino – e quindi chi non si sarĂ  vaccinato l’avrĂ  fatto per scelta deliberata il concetto di tampone gratuito deve sparire. I no vax si pagheranno i tamponi di tasca propria. Solo chi non si è potuto vaccinare per controindicazione medica deve aver diritto al rimborso del test.

Obbligo per i curanti

C’è poi una categoria professionale per la quale la vaccinazione deve diventare obbligatoria. Si tratta del personale sanitario. Vari paesi hanno già introdotto quest’obbligo. Vedi Italia, Francia e Grecia. Nel Belpaese la Confindustria ha addirittura proposto di seguire, per tutte le professioni da essa rappresentate, la linea adottata dall’Arabia Saudita: “no jab, no job”. Ovvero: niente vaccino, niente lavoro. Traduzione: chi non si fa immunizzare rimane a casa senza stipendio.

Senza voler arrivare questo punto, siamo però dell’idea che chi lavora in un servizio di cure a domicilio o in un ospedale deve essere tenuto a vaccinarsi. Del resto la base legale per introdurre questo obbligo c’è già. Basta che i cantoni la usino.

E’ uno spettacolo veramente penoso vedere i soldatini della partitocrazia chiusurista – quelli che hanno decretato i disastrosi lockdown; che hanno “chiuso la gente in casa come sorci” (cit. virologo Burioni); che hanno emesso divieti di lavoro mandando decine di migliaia di svizzeri in disoccupazione – prodursi adesso in allucinate pippe mentali sulla “limitazione della libertĂ  personale” che comporterebbe l’imposizione ad una categoria professionale ben definita di sottoporsi a due punture! Tanto piĂą che questi improvvisati paladini dalla libertĂ  personale sono gli stessi che vogliono introdurre l’obbligo di donare gli organi. Ma chi credono di prendere per il lato B?

Il paradosso

La situazione è ancora più assurda se si pensa che, per gli studenti delle professioni sociosanitarie, già sono previsti degli obblighi di vaccinazione.

Non si capisce perchĂ© a questo punto non si possa decretare un obbligo di vaccinazione contro il covid per il personale curante… giĂ  formato.

Se poi si pensa che ad opporsi all’obbligo di vaccinazione per i curanti “in nome della libertà” sono i $indakati ro$$i, quelli che qualche mese fa strillavano come ossessi che “bisogna chiudere tutto” e blindare la gente in casa…

Lorenzo Quadri