Le ultime statistiche federali lo confermano, e mancano ancora i dati sul Ticino

 

Ma come, con la devastante libera circolazione delle persone non doveva andare tutto a meraviglia sul mercato del lavoro? I problemi e le distorsioni non erano tutta una balla della Lega populista e razzista? Stranamente però anche gli ultimi dati pubblicati nei giorni scorsi dall’Ufficio federale di statistica raccontano una storia “piuttosto diversa”, per usare un eufemismo!

TĂĽt a posct?

“Gli è che” i dati ILO a livello nazionale indicano un aumento dell’occupazione in Svizzera, che naturalmente viene strombazzato ai quattro venti come dimostrazione che “l’è tüt a posct”. Peccato che l’occupazione sia aumentata soprattutto tra frontalieri ed i permessi B, e solo in misura decisamente minore tra gli svizzeri. Capita l’antifona?

Grazie alla fallimentare libera circolazione delle persone, quando sul fronte dell’occupazione le cose vanno un po’ meglio a trarne vantaggio non sono gli svizzerotti. Infatti si va ad assumere all’estero, prendendo frontalieri e dimoranti!

Resta inoltre a livelli allarmanti il tasso di disoccupazione giovanile che secondo i dati ILO in Svizzera sarebbe dell’11%. Poiché sappiamo che questi dati – per quanto più fedefacenti delle statistiche taroccate della SECO – non sono comunque completi, è evidente che non ce la passiamo poi così bene come vogliono farci credere!

Un paio di punti

Ci sono poi un paio di questioncelle che devono essere sottolineate, onde evitare che restino imboscate nel marasma delle cifre.

La prima è che al momento mancano ancora le informazioni relative alla situazione occupazionale nei Cantoni. Ma se giĂ  a livello nazionale sappiamo che di fatto la maggioranza delle nuove assunzioni riguarda frontalieri e permessi B, figuriamoci in Ticino: dove da danni, grazie alla libera circolazione delle persone senza limiti, il numero di nuovi frontalieri è uguale, quando non addirittura superiore, a quello dei posti di lavoro creati. E sappiamo anche che, quando in Ticino i frontalieri diminuiscono – diminuzioni di poche decine di unitĂ  su un totale di oltre 62’000, roba da far ridere i polli!  – lo fanno nei settori in cui sono presenti storicamente e dove non causano problemi particolari; mentre nel terziario – dove i frontalieri generano soppiantamento e dumping salariale –  i permessi G continuano ad aumentare. E questo anche quando sul globale si registra un lievissimo calo!

La seconda questioncella è che, mentre il tasso di disoccupazione ILO nell’arco di un anno è leggermente sceso in Europa, in Italia è invece aumentato. Questo significa che la situazione occupazionale nella Penisola è sempre peggiore, e la conseguenza è ovvia: aumento della pressione da sud sul nostro mercato del lavoro! Da qui l’esigenza di attuare subito la preferenza indigena, onde evitare ulteriori disastri.

Lorenzo Quadri