Automobilisti ancora penalizzati
Le deduzioni delle spese di trasporto dall’imposta federale diretta verranno plafonate a 3000 Fr annui
Per gli automobilisti si prepara a Berna un altro bello “scherzetto”. La Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale ha recentemente dibattuto e votato (a maggioranza) il nuovo FAIF, ossia il fondo sulle infrastrutture ferroviarie, che servirebbe a riordinare e ad incrementare le fonti di finanziamento per dette infrastrutture.
Si tratta di un malloppo corposo e complesso, del quale vanno evidenziati alcuni punti.
Tanto per cominciare, come già agli Stati anche alla Commissione dei Trasporti del nazionale il credito richiesto per la prima tappa è stato allegramente portato da 3,5 a 6,4 miliardi di franchi, che non sono noccioline. Questo perché la lista della spesa delle infrastrutture su cui intervenire in prima fase è stata aumentata. Il Ticino ne ha però avuto solo un guadagno minimo, dal momento che la progettazione della circonvallazione AlpTransit di Bellinzona è rimasta esclusa.
Quello che accade è invece che, con il nuovo fondo, viene definitivamente benedetto l’inaccettabile e continuo trasferimento di soldi dalla strada alla ferrovia.
Già adesso di fatto metà del prezzo di un biglietto ferroviario non è pagato dall’utente ma dall’ente pubblico o dagli automobilisti. Trasferimenti di risorse che avrebbero dovuto essere limitati nel tempo – almeno così recitavano le promesse, dimostratesi per l’ennesima volta da marinaio – diventano allegramente definitivi. E vengono pure, altrettanto allegramente, incrementati. Sicché si stima che tra il 2029 e 2040 dalla strada alla ferrovia verranno travasati 1.8 miliardi di franchetti all’anno. Però!
Mentre quindi la strada copre i suoi costi, la ferrovia chiaramente no; la prima deve trasferire miliardi (degli automobilisti) alla seconda. Ma intanto sui fondi per le strade, che sono un servizio pubblico, si lesina; anzi, si aumentano pure le vignette agli automobilisti.
Pendolari fregati
Il Fondo per le infrastrutture ferroviarie comporterà però anche un’ulteriore ed immediatamente tangibile brutta sorpresa per gli automobilisti.
Se il progetto di FAIF verrà approvato dal plenum del Nazionale così come uscito dalla Commissione, per incassare 200 milioni extra all’anno verranno decurtate le deduzioni delle spese di trasferta dei pendolari sull’imposta federale diretta. La deduzione verrà infatti plafonata a 3000 Fr all’anno.
E’ evidente che questa misura va a colpire le regioni discoste, e chi vive lontano dal posto di lavoro. Come pure chi lavora ad orari irregolari (quando i mezzi pubblici, anche volendo, non ci sono). Insomma, trattasi dell’ennesima misura predatoria a danno di chi va a lavorare in macchina perché non ha alternative. Ed inoltre il taglio alle deduzioni dei pendolari costituisce un ulteriore, e scorretto, travaso di fondi dalla strada (automobilisti) alla ferrovia, nel senso indicato sopra. La proposta di cancellare la decurtazione delle deduzioni delle spese di trasporto, formulata dai due ticinesi membri della Commissione dei trasporti del Nazionale, ossia chi scrive e Fabio Regazzi, è finita in minoranza. E ti pareva!
Ma alla cassa del FAIF saranno chiamati anche i Cantoni, i quali sborseranno in totale 500 milioni all’anno in più di ora. Anche qui i conti non tornano: la Confederazione ha le casse che scoppiano di soldi, basti pensare all’utile 2012 di 1,26 miliardi di Fr. Però a venire spremuti sono i già tartassati automobilisti ed i Cantoni.
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi