Consiglio nazionale, nuova cappellata della partitocrazia: ecco la “persona protetta”

Da quale guerra scappano i 4000 rifugiati europei (sic!) che si trovano in Svizzera con lo statuto di “ammessi provvisoriamente”?

E ti pareva! La partitocrazia multikulti e spalancatrice di frontiere ha pensato bene di aumentare ulteriormente l’attrattività della Svizzera per i finti rifugiati.

Ecco l’ultima geniale pensata bernese del triciclo PLR-PPD-P$$ (quello che in Ticino elimina il casellario giudiziale, per intenderci): inventarsi un nuovo statuto per i rifugiati di lunga durata: quello di “persona protetta” con diritto di rimanere in Svizzera senza limiti di tempo. Il Consiglio nazionale ha infatti approvato nella sua ultima sessione una mozione in questo senso con 113 voti favorevoli, 63 contrari (sostanzialmente Udc e Lega) e 8 astenuti.

Qui qualcuno è fuori come un terrazzino.

 “Come vanno le cose”

Il punto di partenza per l’ennesima cappellata federale è la questione degli asilanti ammessi provvisoriamente. Chi arriva in Svizzera in quanto non “minacciato individualmente” ma non può essere rimandato indietro perché il suo paese è in guerra o per altri motivi (?), riceve lo statuto di ammesso provvisoriamente. Ma quell’avverbio, “provvisoriamente”, è una presa per i fondelli.

Come ha riconosciuto a più riprese perfino la ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Simonetta Sommaruga, l’ammissione provvisoria, alla faccia della definizione, è in realtà – spesso e volentieri – permanente: “gli asilanti magari si sposano in Svizzera, fondano una famiglia, e si sa come vanno queste cose”. Certo, si sa benissimo come vanno queste cose: restano tutti qui, mantenuti dal contribuente, dal momento che l’80% dei sedicenti profughi è a carico dell’assistenza.

4000 rifugiati europei

Dalle cifre delle persone ammesse provvisoriamente emerge inoltre un “problemino”: su un totale di 37mila i siriani (che perlomeno scappano da una guerra) sono circa 6000. Gli eritrei, per contro, sono 8000. In più ci sono – udite udite – 4000 europei. Ora, ci piacerebbe proprio sapere da quale guerra scappano gli 8000 eritrei ed i 4000 europei ammessi provvisoriamente come profughi! E ci piacerebbe anche sapere quanti di questi 8000 eritrei, e dei 4000 asilanti europei (!), tornano a trascorrere le ferie al paesello perché “lì è più bello”.

Ah già: è impossibile saperlo: in effetti, basta che vadano in treno fino al primo aeroporto estero e si imbarchino da lì, e gli svizzerotti non si accorgono di niente. Ma sa pò?

Rimpatrio, altro che integrazione!

E’ palese che l’ammissione provvisoria deve tornare ad essere tale. Ovvero: una volta finita la guerra nei paesi di provenienza, gli ammessi provvisoriamente devono tornare a casa loro. Invece, la partitocrazia in Consiglio nazionale fa proprio il contrario. Invece di correggere le distorsioni, le istituzionalizza inventandosi un nuovo statuto: quello della “persona protetta” senza limite di tempo. E visto che queste persone protette sono nella stragrande maggioranza dei casi (80%) in assistenza (vedi sopra), ecco che ci si inventa che esse vanno sostenute nella ricerca di un impiego.

Geniale! Gli svizzeri – ed i ticinesi in particolare – non hanno lavoro “grazie” alla fallimentare libera circolazione; ed adesso bisognerebbe “integrare” nel mercato del lavoro i finti rifugiati? “Prima gli asilanti”? Eh no $ignori, non ci si siamo proprio! Nel mercato del lavoro elvetico si integrano gli svizzeri (Prima i nostri!). Gli asilanti invece non vanno integrati; vanno rimpatriati.

Persona protetta

La maggioranza PLR-PPD-P$$ e partitucoli di contorno, creando un nuovo “diritto a restare” per presunti profughi, evidentemente accresce l’attrattività della Svizzera per i finti rifugiati con lo Smartphone. E’ infatti chiaro che si alimenterà in essi la speranza (nel caso in cui gli Stati dovessero seguire il Nazionale) di poter accedere al nuovo bislacco statuto. E quindi di rimanere in Svizzera come “persona protetta” senza limite di tempo. Non solo “devono entrare tutti”, ma devono anche restare tutti!

Promesse al Belpaese

Il giorno prima della decisione del Nazionale, la kompagna Simonetta era nel Belpaese. A pretendere la firma degli accordi sulla fiscalità dei frontalieri dopo la calata di braghe della maggioranza del CdS sul casellario? No: a slinguazzare la Penisola per gli sforzi fatti nell’ambito dei finti rifugiati “che vengono tutti (?) registrati ed alloggiati”. E, soprattutto, a  promettere al ministro degli Interni italico, Domenico Luca detto Marco (sic!) Minniti (triplo nome e triplo pelo sullo stomaco) che gli svizzerotti si faranno carico di sempre più rifugiati che, in base agli accordi internazionali vigenti, spettano al Belpaese. Naturalmente il tutto su base volontaria.

Ohibò, e chi  paga il conto? Oltretutto, tali promesse vengono fatte quando le inchieste in corso a Como confermano il legame tra immigrazione clandestina ed Isis. Contemporaneamente, in consiglio nazionale, gli spalancatori di frontiere si inventano i nuovi statuti per far rimanere definitivamente in Svizzera i migranti ammessi in via provvisoria. E per promuoverne l’inserimento nel mondo del lavoro a scapito dei cittadini elvetici.

Grazie partitocrazia! Svizzera sempre più paese del Bengodi per migranti economici! Il tutto a spese della nostra sicurezza e delle nostre casse pubbliche.

Lorenzo Quadri