Contro l’ iniziativa “Per l’autodeterminazione” è già iniziato il terrorismo di regime

 

I camerieri dell’UE in Consiglio federale non si smentiscono mai. Ed infatti, con in testa la ministra del “devono entrare tutti” kompagna Simonetta Sommaruga, respingono schifati l’iniziativa popolare “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri” (detta anche “Per l’autodeterminazione”). L’iniziativa, lanciata dall’Udc svizzera, ha raccolto 116’500 firme valide consegnate nell’agosto 2016. Il Consiglio federale ha preso posizione la scorsa settimana, proponendo di respingere l’iniziativa senza controprogetto. Ovviamente, trattandosi di iniziativa popolare, a decidere sarà il popolo: quindi il parere del CF conta come il due di picche.  Ma tuttavia, ancora una volta, i camerieri dell’UE si pregiano di esibire la propria pochezza ed il proprio asservimento compulsivo ai padroni di Bruxelles.

Secco njet

Già il solo fatto che l’iniziativa venga respinta senza controprogetto, è indicativo. Soprattutto se si pensa che i sette “grandi statisti” sarebbero stati disposti ad entrare nel merito di un controprogetto per la sconcia iniziativa del vicolo cieco, quella che chiede di cancellare la votazione del 9 febbraio. Apperò! Capito l’andazzo dei camerieri dell’UE? Su un’iniziativa vergognosa, che prende a pesci in faccia il nostro sistema democratico (lanciare un’iniziativa per cancellare un voto popolare sgradito a pochi mesi di distanza dal responso delle urne, è un comportamento che grida vendetta)  il Consiglio federale era pronto ad entrare nel merito con controprogetti. Eh già: pur di calare le braghe davanti all’UE, tutto è lecito. Quando invece, come nel caso dell’iniziativa “diritto svizzero anziché giudici stranieri”, la richiesta è quella di affermare la nostra sovranità nazionale e di ribadire che in questo paese le leggi le fanno il popolo ed il parlamento, e di ribadire pure che non si può cancellare la volontà popolare tramite accordi internazionali del menga, la musica cambia. Eccome che cambia! La ministra del “devono entrare tutti” kompagna Sommaruga, a nome del Consiglio federale, carica l’artiglieria pesante. E sbrocca contro gli iniziativisti. La Svizzera,  minaccia Sommaruga, in caso di accettazione dell’iniziativa rischierebbe di essere chiamata a rispondere dell’inadempienza di trattati internazionali (uhhh, che pagüüüraaa)! La certezza del diritto sarebbe in pericolo (uella)! Ed inoltre – fregnaccia somma – “vi è il rischio di indebolire la tutela internazionale delle garanzie previste dalla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo (CEDU)”.

In sostanza, appoggiare l’iniziativa sarebbe quasi un crimine.

Le “criminose” richieste

E quali sono le delinquenziali richieste dell’iniziativa che suscitano l’indignazione della kompagna Simonetta? Che il diritto costituzionale svizzero abbia la priorità  su quello internazionale. Che gli accordi internazionali non compatibili con la Costituzione federale vengano o adattati o denunciati. Che solo i trattati internazionali il cui decreto d’approvazione è stato assoggettato a referendum siano determinanti per il Tribunale federale.

Da notare che, dal 1848 fino agli anni Novanta – quindi non nell’antichità classica – nessuno aveva dei dubbi sul fatto che la Costituzione svizzera avesse la priorità sul diritto internazionale. Ma negli ultimi anni, con la vergognosa sottomissione della Svizzera ai funzionarietti di Bruxelles voluta dalla partitocrazia, quello che prima era scontato è improvvisamente diventato scandaloso.

Ohibò. Qui l’unica cosa scandalosa è l’atteggiamento del Consiglio federale  e della ministra del “devono entrare tutti”, che istericamente difendono l’asservimento del nostro Paese ad organismi sovranazionali non eletti da nessuno!

Di simili rappresentanti politici che si tirano giù la pelle di dosso per smontare la sovranità nazionale, ci possiamo solo vergognare.

Esempio concreto

La presa di posizione del Consiglio federale non fa che confermare il tristo andazzo già noto. Le élite spalancatrici di frontiere vogliono esautorare il popolo a suon di accordi internazionali imposti dall’alto, pretendendo che questi ultimi, in casa nostra, contino di più di quanto i cittadini decidono. Così si cancella la volontà popolare.

Un esempio, molto concreto ed attuale, di ciò che tale andazzo comporta, lo vediamo con la nuova direttiva UE contro le armi al domicilio. Una direttiva che calpesta le nostre tradizioni, la nostra volontà popolare, le nostre regole e la nostra libertà. Ma il Consiglio federale – sempre con in testa la kompagna Sommaruga – cala le braghe e vuole a tutti i costi eseguire. Perché? Perché il nuovo Diktat è l’evoluzione di un (fallimentare) accordo internazionale: quello di Schengen. E quindi gli svizzerotti, ligi e pavidi, “devono” adeguarsi! Intanto la Repubblica Ceca, Stato membro UE, ha già fatto sapere agli eurofunzionarietti che di applicare la direttiva in questione non se ne parla nemmeno…

Un sacco di panzane

Oltretutto, per opporsi all’iniziativa  per l’autodeterminazione, i camerieri dell’UE in Consiglio federale raccontano un sacco di fregnacce, che fanno acqua da tutte le parti. Infatti sembrerebbe che, accogliendola, dovremmo cancellare trattati internazionali a go-go. Delle due l’una: o la scelleratezza dei politicanti spalancatori di frontiere è tale che costoro hanno approvato una sfracca di accordi che contraddicono la nostra Costituzione, e allora ci sarebbe da scendere in piazza con i forconi, oppure la Simonetta e compagnia cantante non la raccontano giusta.

E che dire della fetecchiata dell’ “incertezza del diritto che nuoce alla piazza economica” (ennesima roboante  frase fatta che viene ripetuta come un mantra pensando di impressionare il popolino)? A generare incertezza è semmai il doversi continuamente adeguare ai Diktat degli eurofalliti o alle compulsive calate di braghe di un governicchio federale che sottoscrive accordi internazionali come fossero noccioline. Stabilire la preminenza della Costituzione porta certezze, e non incertezze.

L’ennesima buffonata

Sostenere poi che la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo (CEDU) sarebbe in pericolo in caso di accettazione dell’iniziativa per l’autodeterminazione, è l’ennesima buffonata. Come dire che il nostro paese, che accoglie e mantiene tutti, senza il controllo di qualche strapagato funzionarietto di Bruxelles non sarebbe in grado di rispettare i diritti umani. Perché – messaggio sottointeso – gli svizzerotti sono “razzisti e disumani”. Kompagna Sommaruga, vai a Baggio a suonare l’organo!

Ma forse è il caso di ricordare di transenna che la CEDU è quel trattato in base al quale non si possono (“sa pò mia!”) espellere i terroristi islamici se nel paese d’origine sarebbero in pericolo. Questa disposizione, come avrebbe detto il compianto Paolo Villaggio, è una “cagata pazzesca”; non la si può sdoganare come tutela dei diritti umani. Si proteggono i terroristi islamici a scapito delle loro potenziali vittime? Ecco, se queste scempiaggini giuridiche vengono a cadere, tutto di guadagnato. E non è perché un domani non saremmo più assoggettati a regole-foffa di questo tipo, assolutamente improponibili quando ci si trova a lottare contro l’insediamento dell’Isis in casa nostra, che la Svizzera diventerà uno Stato canaglia che non rispetta i diritti umani.

Tutti a votare Sì

Il rifiuto schifato da parte del Consiglio federale di schierarsi, almeno per una volta, dalla parte della Costituzione e del popolo elvetico, è l’ennesimo passo sulla via della rottamazione della Svizzera e della sovranità popolare. L’ennesimo schiaffo inferto dalle élite al popolo.

Ringraziamo la partitocrazia ed i suoi esponenti governativi. E, ovviamente, prepariamoci a votare un Sì convinto all’iniziativa per l’autodeterminazione!

Lorenzo Quadri