Le rapine si moltiplicano! Che nessuno si sogni di inventarsi progetti pilota in Ticino!

Ah beh, certo che questa ci mancava! Gli sciagurati ecobalzellicontenuti nella nuova Legge sul CO2 con cui la partitocrazia vuole rapinare la gente in tempo di crisi nera ancora non bastavano.

I cittadini – lavoratori in primis – vanno munti ad oltranza, come se non ci fosse un domani. Ed infatti adesso arriva pure il mobilitypricing.

Mobility pricing significa TASSARE – quindi: mungere, salassare, depredare – chi si sposta nelle ore di punta. Sia usando il trasporto individuale (le odiate automobili) che servendosi dei mezzi pubblici.

Geniale: prima si mobbizzano gli automobilisti affinché prendanoil treno o il bus. Poi però li si tartassa lo stesso!

Sempre più tasse!

Dove ci sono nuovi balzelli, ci sono dei ro$$overdi: ed infatti il Dipartimento dei trasporti targato P$ (kompagna Simonetta Sommaruga) sono anni che tenta di sdoganare il mobility pricing.Già ai tempi della Doris uregiatta per la verità. Ma, con l’arrivo della kompagna Sommaruga, la foga tassaiola ha conosciuto una decisa accelerazione.

Fatto sta che in febbraio il Dipartimento ha posto in consultazione una base legale, della durata di 10 anni, che consentirà ai Cantoni ed ai Comuni di sperimentare dei progetti pilota di mobilitypricing a partire dal 2024.

Questo vuol dire che in tempo di crisi, e con magari pure la disastrosa Legge sul CO2 in vigore – nella malaugurata ipotesi in cui il popolo il 13 giugno la dovesse approvare – i cittadini si troveranno sul groppone una tassa in più da pagare!

Una libera scelta?

Ci vuole proprio tutta per pensare che spostarsi durante le ore di punta sia una libera scelta, modificabile a piacimento. La gente mica ci gode a rimanere bloccata in colonna o pigiata in un treno stracolmo. E’ evidente che chi va a lavorare o a scuola non può scegliersi l’orario d’inizio che più gli aggrada! Giocoforza, anche in regime di mobility pricing, dovrà continuare a spostarsi nelle ore di ore di punta. Pagando di più!

Di conseguenza, lo sfigato contribuente che vive in una regione periferica e che deve andare a lavorare in macchina, un domaninemmeno troppo remoto rischia di dover pagare:

Gli ecobalzelli sul CO2
Il mobility pricing.

E più la persona è povera, più in proporzione questi balzelli antisociali diventano pesanti da sostenere! Il milionario, invece,potrà pagare senza un cip. Mobilità trasformata in un lusso per ricchi, grazie alle politiche ro$$overdi!

Altro che “difesa del reddito”!

Siamo quindi davanti all’ennesimo assalto alle tasche dei cittadini ad opera della partitocrazia. E poi qualcuno, in particolare a $inistra, ha ancora il coraggio di parlare di difesa delreddito? Certo che il reddito va difeso: dalle predazioni dei $inistrati e del “centro” ormai sistematicamente ridotto a ruota di scorta dei ro$$overdi!

Senza contare tutti questi nuovi balzelli generano burocraziaaggiuntiva il cui prezzo lo paga, ancora una volta, il solito sfigato contribuente.

Lo Stato-guardone

E come farà lo Stato, sempre più gonfiato come una rana, a sapere se il Gigi di Viganello si è spostato in auto alle 8 di mattina per poterlo tassare in base al mobility pricing? Elementare, Watson: tramite la famosa e tanto celebrata vignetta autostradale elettronica. Essa equivale (equivarrà) ad un microchip chepermetterà un domani allo Stato-guardone di sapere chi è andato dove e quando!

Se si vuole ridurre le code ed il sovraccarico dei mezzi pubblici nelle ore di punta, è evidente che la via è una sola: bisogna far saltare la devastante libera circolazione delle persone! Se le targhe azzurre si dimezzassero, il problema ingorghi in Ticino si risolverebbe automaticamente. Ed invece i $inistrati vogliono fare entrare tutti e poi tassare i cittadini ad oltranza con la scusa che ci sono troppe auto per strada e troppa gente sui mezzi pubblici!Nuova dimostrazione che la gauche-caviar non è ambientalista; è solo immigrazionista e tassaiola!

Se lo applicano solo ai frontalieri…

Altro che mobility pricing: si cominci a riscuotere la tassa d’entrata sui frontalieri che la Lega chiede da anni, così che le targhe azzurre diminuiranno! Ma naturalmente il governicchio federale si ostina a rispondere che “sa po’ mia”!

E’ ovvio che di avviare in Ticino dei progetti pilota di mobilitypricing non se ne parla proprio! A meno che vengano tassati solo i 70’300 e passa permessi G e le svariate migliaia di padroncini, ovvero quelli che entrano tutti i giorni dal Belpaese uno per macchina, infesciando la nostra rete viaria. Nel qual caso saremmo d’accordo!

Mobility pricing sì, ma in dogana! Chiaro il messaggio, o ci vuole un disegno?

Lorenzo Quadri