Non solo tasse e balzelli, ma anche frontiere spalancate ed accoglienza illimitata
Lo scorso sabato si sono tenute due manifestazioni a sostegno dei finti rifugiati e contro le espulsioni dei medesimi. Due manifestazioni, due flop. Una a Lugano, una a Berna.
A quella di Lugano, non c’era nessuno. A quella di Berna, circa 500 persone. Cosa hanno da dire questi manifestanti? Secondo quelli bernesi, i centri asilanti federali “assomiglierebbero a delle prigioni”. Gli “ospiti” non disporrebbero di sufficiente intimità e sarebbero sottoposti a sorveglianza continua.
Ma se i finti rifugiati con lo smartphone, che non scappano da nessuna guerra, non sono contenti dell’accoglienza della Svizzera, non hanno che da tornare al paese d’origine. O – in alternativa – andare altrove. Föö di ball! Cosa ci fanno in un paese “chiuso e razzista”?
Il “bunker”
Tali manifestazioni ricordano quelle organizzate contro il “bunker” (in realtà un centro della protezione civile) di Camorino dal sedicente collettivo R-esistiamo, con portavoce un’avvocata Immacolata “non patrizia di Corticiasca”.
L’avvocata forse non sa che i cittadini elvetici, durante il servizio militare, trascorrono svariate settimane nei centri di protezione civile. Ah già, ma secondo certi spalancatori di frontiere gli ultimi arrivati, quelli che arrivano qui per attaccarsi alla mammella del nostro Stato sociale, hanno tutti i diritti, nessun dovere, e vanno trattati meglio degli svizzerotti.
A proposito: curiosamente, è un po’ che non si sente più parlare del bunker di Camorino e di strutture per sostituirlo. Avviso ai naviganti: che nessuno si azzardi a spendere anche un solo franco del contribuente per realizzare un nuovo centro asilanti extralusso! Chiaro il messaggio, o ci vuole un disegno?
La depenalizzazione
Intanto, con l’avanzata dei verdi-anguria (verdi fuori, ro$$i dentro) non solo ci piomberà addosso una pletora di demenziali ecotasse ed ecobalzelli – davanti a certe scandalose decisioni prese a maggioranza bulgara dai senatori del triciclo, altrove ci sarebbero già i gilet gialli in piazza – ma la Svizzera diventerà sempre più il paese del Bengodi per i finti rifugiati.
Nella sua ultima riunione la Commissione delle istituzioni politiche del consiglio nazionale ha detto njet all’iniziativa parlamentare di una Consigliera nazionale verde ginevrina, nel frattempo promossa (?) al Consiglio degli Stati, tale Lisa Mazzone (non patrizia di Corticiasca e neppure di Vernier).
Cosa chiedeva l’iniziativa? Di fatto, la depenalizzazione di coloro che “aiutano” – ovvero fanno entrare – i clandestini per motivi sedicenti “onorevoli”. In altre parole, la depenalizzazione delle Bosia Mirra! Per il momento, la proposta è stata respinta. Ma chiaramente è solo questione di tempo. Tanto più che i legulei dei tribunali già ci mettono del loro per accontentare la kompagna Mazzone. La CARP, Camera di appello e di revisione penale, con presidenta P$, ha di recente provveduto alla depenalizzazione di fatto di chi fa entrare clandestini. Come sappiamo la CARP, dopo quasi due mesi passati ad arrovellarsi e ad arrampicarsi sui vetri, è riuscita a minimizzare a livelli irrisori la pena pecuniaria, oltretutto sospesa condizionalmente, pronunciata nei confronti di Bosia Mirra. All’uopo si è inventata di sana pianta attenuanti farlocche. Ad esempio la storiella che l’ex deputata P$, a seguito della sua attività di passatrice, sarebbe stata bersaglio di “campagne d’odio sui social”.
Forse alla kompagna presidenta della Corte sfugge che chi, senza commettere alcun reato, osa esprimere pubblicamente posizioni diverse da quelle dei $inistrati multikulti immigrazionisti e xenofili diventa anch’egli bersaglio di campagne d’odio, sui social ed altrove, orchestrate dai sedicenti buonisti con la morale a senso unico – di fatto, dei fascistelli ro$$i. Che sono poi quelli che vorrebbero proclamare Bosia Mirra “santa subito”!
I demenziali patti ONU
Né possiamo dimenticare che i verdi-anguria, come d’altronde il resto della partitocrazia, smaniano per firmare il delirante patto ONU sulla migrazione. Il quale vuole:
- Trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto umano, cui nessuno si potrà più opporre;
- Introdurre la censura contro gli odiati “sovranisti”: dell’immigrazione si potrà solo parlare bene, qualsiasi posizione critica verrà denigrata e ben presto criminalizzata come “discorso d’odio”.
E dopo il patto ONU sulla migrazione, grazie (anche) alla cricca verde-anguria, ci piomberà addosso pure quello sul clima; ovviamente modellato sull’isterismo climatico che gronda dalla fallimentare organizzazione sovranazionale. Risultato: ci si inventerà la figura del rifugiato climatico.
Quindi, non solo l’onda verde metterà in ginocchio i cittadini – specie quelli del ceto medio e basso, specie quelli delle regioni periferiche – a suon di ecotasse ed ecobalzelli, ma depenalizzerà i passatori, e farà entrare in Svizzera tutti i finti rifugiati. Accollando al solito sfigato contribuente ulteriori costi miliardari.
Morale: onda verde uguale pacchia per i finti rifugiati e per quelli (gli amichetti dell’area politica giusta) che col business dell’asilo si fanno gli attributi di platino. Ma che bel “clima”!
Lorenzo Quadri