La Svizzera neutrale non si può permettere un presidente che manifesta in piazza
Questa volta il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) Ignazio Cassis (PLR) l’ha davvero fatta fuori dal vaso.
Da un mese lui e gli altri camerieri di Bruxelles in Consiglio federale passano il tempo a demolire la neutralità, uno dei principi fondanti della Svizzera moderna, copiando supinamente tutte le sanzioni alla Russia decise dell’UE. Ormai siamo alla “ripresa automatica”, come da sconcio accordo quadro istituzionale!
Lo scorso sabato, però, si è polverizzato ogni limite. Non sta né in cielo né in terra che il presidente di una nazione presunta neutrale (?) partecipi ad una manifestazione di piazza pro-Ucraina: ovvero a sostegno di una parte belligerante! Cappellate del genere non le fanno neanche i premier dei Paesi membri della NATO, quelli che forniscono le armi a Kiev! In piazza non ci è andata neppure la kompagna Simonetta: è tutto dire!
L’iniziativa di KrankenCassis è stata un atto irresponsabile. Può essere spiegata solo come un deleterio tentativo di autopromozione a buon mercato. Non c’è scusa che tenga. Di certo non la corbelleria raccontata dall’Ignazio che “se un presidente amico bussa alla porta, lo si accoglie”. Certo, lo si accoglie; ma nelle sedi istituzionali! Al massimo – a voler esagerare – in Parlamento! Ma mai e poi mai in una manifestazione di piazza che, tra l’altro, avrebbe potuto degenerare in ogni momento!
Chi prende iniziative del genere non è al suo posto come presidente della Confederazione. Ma gli altri sei membri del governicchio federale non hanno nulla da dire? Se erano informati delle intenzioni di Cassis ed erano d’accordo, allora è meglio che vadano a casa tutti!
Lorenzo Quadri
A pagina 3
Dida:
Quale sarà la prossima pensata del presidente (ex) doppiopassaporto? Partecipare ad una manifestazione non pacifica dei “gilets jaunes”?