L’iniziativa popolare è ufficialmente riuscita
L’iniziativa “Salvate l’oro della Svizzera” è ufficialmente riuscita. La cancelleria della Confederazione ha convalidato oltre 106mila firme.
Il popolo sarà quindi chiamato a decidere sul destino dell’oro della Banca nazionale, che è di proprietà dei cittadini svizzeri.
Questo oro attualmente si trova depositato almeno per la metà all’estero. Dove, non lo sa nessuno e nemmeno il Consiglio federale. Rispondendo ad una domanda parlamentare l’allora ministro delle Finanze Villiger dichiarò di non sapere dove si trovasse l’oro della BNS e di non volerlo nemmeno sapere, Altrimenti “dopo una birra sarebbe potuta uscirgli l’informazione confidenziale”.
Che il massimo esecutivo federale si disinteressi del patrimonio dei cittadini elvetici fa alquanto specie, per usare un eufemismo. Ancora più specie fa, però, che i depositi all’estero non vengano messi in discussione. Questo in controtendenza con quanto accade nelle altre banche centrali. Germania, Francia ed Inghilterra hanno fatto sapere di voler rimpatriare il loro oro. In particolare si vogliono smantellare i depositi negli USA, residui dei tempi della guerra fredda, che non si giustificano più.
A rischio di ostaggio
Anche l’oro della Svizzera deve venire rimpatriato. Per vari motivi. Tanto per cominciare, non c’è posto più sicuro del nostro paese per stockarlo. Inoltre i rapporti internazionali sono deteriorati. La Svizzera, con la sua gravissima debolezza politica, è sempre più nel mirino di organizzazioni sovranazionali fallimentari e di Stati bancarottieri alla ricerca disperata di ogni e qualsiasi fonte di entrate. L’oro depositato all’estero potrebbe dunque trasformarsi in ostaggio.
Cosa vuol dire che l’oro della BNS (per la parte che si trova all’estero ossia circa la metà) è stockato in paesi sicuri? Senza dubbio, secondo la visione del Consiglio federale, la Germania è considerata un paese sicuro. Oggettivamente è difficile definire in altro modo l’unico Stato rimasto a tenere a galla una pletora di nazioni UE in bancarotta. Ma è davvero “sicuro” , oltre che politicamente opportuno, lasciare l’oro della BNS in uno Stato i cui governanti (dei Länder) acquistano a prezzi milionari CD di dati bancari rubati su conti elvetici dei loro concittadini?
Quanto all’oro depositato negli USA. Anche tra gli States non mancano quelli in fallimento, che potrebbero approfittare dell’oro degli svizzerotti. Oro che costituisce inoltre un possibile bersaglio di ricatti viste le diatribe aperte in materia di segreto bancario.
Rimpatriare l’oro è cosa buona e giusta. Oltretutto il Consiglio federale non ha nemmeno scuse politiche per non farlo.
Difficilmente infatti gli Stati UE, visto che anch’essi hanno espresso l’intenzione di rimpatriare l’oro delle rispettive banche centrali, potrebbero dichiararsi offesi se la Svizzera decidesse di fare la stessa cosa riportandosi a casa il metallo giallo che potrebbe trovarsi in questi paesi. Comunque, se anche si offendessero, non ce ne potrebbe fregare di meno.
La Lega dei Ticinesi ha sostenuto l’iniziativa “Salvate l’oro della Svizzera”, contribuendo anche alla raccolta delle firme.
L’oro della BNS deve tornare nel nostro paese, perché è di proprietà dei cittadini e perché è il posto più sicuro. Al momento della chiamata alle urne, quindi, bisognerà votare SI all’iniziativa “Salvate il nostro oro”.
Lorenzo Quadri