Per colpa della cadregopoli $ocialista siamo al casotto istituzionale

Il circo continua! La senatora $ocialista  Marina Carobbio, malgrado la sua elezione nel governicchio cantonale sia garantita dalla lista blindata che il partito le ha costruito “ad personam”, non ne vuole sapere di mollare la cadrega alla Camera alta. E nei giorni scorsi in Gran Consiglio la partitocrazia ha respinto la proposta dell’Udc, appoggiata dalla Lega, che prevedeva di creare un’incompatibilità tra la carica di Consigliere agli Stati e la candidatura al governicchio. E ti pareva!

A dimostrazione che alla tolla dei $inistrati non c’è limite: esattamente 10 anni fa, quando il compianto Marco Borradoriannunciò la propria candidatura al municipio di Lugano, il partito $ocialista corse a scrivere che Borradori “per correttezza” (sic!) si sarebbe dovuto dimettere subito. E da notare che in quel frangente di problemi di subentranza non se ne ponevano. Ma quando si tratta dei “loro”, altro che dimissioni: la kompagna Carobbio deve restare abbarbicata alla poltrona bernese fino ad avvenuta elezione in governicchio! Guai a rischiare qualcosa! Evidentemente i $ocialisti la correttezza la pretendono solo dagli altri. Ma quando si tratta di dimostrarla…

Tuttavia c’è almeno una nota positiva: l’inverecondo inciucio di Palazzo con cui il P$ pensava di mandare a Berna, senza votazione popolare, il kompagno Bertoli (di fatto uno scambio di cadreghe tra Carobbio e Bertoli!) è definitivamente accantonato.

Il futuro rimane incerto. Una cosa è però chiarissima: qualsiasi cosa accadrà – o seggio ticinese vuoto a Berna da aprile a dicembre, o elezione suppletiva per un’unica sessione con spesa di almeno mezzo milione a carico dei contribuenti – la responsabilità sarà solo e soltanto del P$!

Lorenzo Quadri

 

 

Dida:

Marina “Cementit” Carobbio non molla la poltrona bernese: vedi a pagina 8