In casa $ocialista chi è maschio è ormai tagliato fuori. Soluzioni alternative?
Il P$ (=Partito Sessista) è allo sbando. Non solo in Ticino. Anche a livello federale, dove volano gli stracci per la successione della kompagna Simonetta Sommaruga.
La direzione del Partito ha infatti emesso l’ennesimo Diktat: non si accettano candidature maschili, solo le donne potranno proporsi.
Si tratta di una plateale discriminazione di genere. Altro che “parità”! Proviamo ad immaginare cosa sarebbe successo se a ritirarsi fosse stato Berset e non Sommaruga, ed il partito avesse decretato (dal momento che una kompagna in CF c’è già) che sono ammesse solo candidature maschili. Le femministe si sarebbero messe a strillare al massimo dei decibel.
La decisione $ocialista ben evidenzia l’isteria “gender”, ma anche la pochezza di una $inistra sempre più massimalista e disconnessa dalla realtà, che campa solo di slogan. Ai vertici del P$ non frega un tubo di proporre il candidato più adatto a ricoprire un ruolo governativo in tempi difficilissimi. Capacità e competenze, per i ro$$i contano una fava. L’importante è il genere giusto. Che non potrà mai essere quello maschile: il partito è affetto da androfobia “woke”.
Il senatore zurighese Daniel Jositsch, interessato alla cadrega della Simonetta ed in odore di “socialdemocrazia”, ha protestato pubblicamente contro la discriminazione sessuale in casa P$. Ha ragione da vendere. Ma chissà perché – a Berna come in Ticino – i presunti “socialdemocratici” si manifestano solo quando in ballo ci sono delle cadreghe, ma mai sui temi?
Per i maschietti $ocialisti che aspirano a cariche politiche restano solo tre possibilità:
- Cambiare partito
- Cambiare sesso
- Vestirsi da Drag Queen e dichiararsi “non binari”.
Lorenzo Quadri
A pagina 3
Dida:
Gli uomini $ocialisti non disposti a cambiare sesso hanno un’unica opzione: puntare sulla carta dell’ “identità non binaria”.