Morte alla pensione La Santa: i ro$$i moralisti a senso unico tentano di cavalcarla

Sul tragico fatto avvenuto alla pensione La Santa di Viganello nei giorni scorsi si è detto e scritto di tutto e di più. E “naturalmente” il P$ – quello che pretende sempre di calare la morale agli altri, senza avere alcun titolo per farlo  – ha squallidamente tentato di cavalcare la vicenda a scopo di campagna elettorale.

Non saranno mai zero

A Lugano ci sono circa 2200 persone in assistenza (1400 unità di riferimento). Di queste, 250 sono seguite da servizi sociali di vario tipo. Meno di dieci sono le persone collocate in alloggi temporanei (principalmente pensioni).

La prima considerazione è che in una città di quasi 70mila abitanti è inevitabile che esistano dei casi sociali molto difficili, per non dire impossibili, da gestire. Casi che sommano problematiche di vario genere (psichiatriche, di tossicodipendenza, di delinquenza…). Persone che nessun padrone di casa è più disposto ad accettare come inquilini; che rifiutano di farsi seguire; che non ne vogliono sapere di comunità e di centri protetti. I numeri sono, per fortuna, molto piccoli. Non stiamo parlando di un fenomeno dilagante. Ma pensare di scendere a zero è un’illusione. Data la loro situazione, è preferibile che queste persone siano alloggiate in contesti provvisori dove in una certa misura sono tenute d’occhio, piuttosto che lasciate da sole in un monolocale.

Lo Stato non è onnipotente

Le istituzioni non sono onnipotenti. L’intervento dello Stato, dei servizi sociali, ha dei limiti. Dettati anche dalla legge e dai diritti individuali. Non si può piazzare un “guardiano” che sorvegli 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 i soggetti più “tosti” per impedire che accadano disgrazie. Nemmeno si può pensare di chiuderli in gabbie per proteggerli da loro stessi.

I piccolissimi numeri non giustificano l’apertura di strutture ad hoc, men che meno a livello comunale. I costi sarebbero esorbitanti e del tutto sproporzionati. Inoltre, queste strutture diventerebbero dei ghetti se destinate ad una sola tipologia di “ospiti”. Dovrebbero quindi alloggiare utenze diverse.

P$: tassa e spendi

E’ penoso il tentativo del P$ di approfittare della drammatica morte di una persona per farsi campagna elettorale. I kompagni hanno infatti accusato le altre forze politiche di aver respinto nell’ultimo Consiglio comunale un loro emendamento al Preventivo 2020 che chiedeva potenziamenti a casaccio dei servizi sociali, addirittura del 30%!

A parte che l’approvazione dell’emendamento non avrebbe ovviamente impedito il fattaccio alla pensione alla Santa, non è certo così che si gestiscono i soldi del contribuente. A seguito dell’uscita dal LIS (ovvero l’ente autonomo Lugano istituti sociali) dall’amministrazione comunale, il settore della socialità è in una fase di riorganizzazione. Lo studio sulla povertà verrà consegnato in primavera. Che in città esistano situazioni di disagio lo si sapeva senza bisogno che arrivasse il P$ a dirlo. Potenziamenti nel settore degli operatori sociali ne sono già stati fatti di recente. E’ possibile che si chiederanno dei rinforzi. Ma non di certo nella misura pretesa, tanto per far scena, dai kompagni. Non per assumere gente che poi sarebbe lì a girarsi i pollici. E, soprattutto, sulla base di un’analisi seria, che permetta di identificare con precisione le necessità e le risorse da impiegare. Non alla “brutto cane”. L’emendamento P$ è (era) puro populismo, irrispettoso dei soldi del contribuente. Le risorse per finanziare i potenziamenti di servizi comunali non crescono sugli alberi. Provengono dalle tasche dei cittadini luganesi. E le tasche dei cittadini luganesi, al contrario di quel che credono i ro$$overdi, non sono un self service.

Ancora una volta, è dimostrato che l’unica risposta che sa dare la $inistra ad un qualsiasi evento è l’aumento scriteriato della spesa pubblica. Tassa e spendi!

Sostegno all’impiego

Per contrastare il disagio sociale, il rimedio più efficace è il lavoro. Perdere l’impiego, o non riuscire a trovarne uno: da lì può partire una parabola discendente che, nei casi peggiori, diventa irrecuperabile. Promuovere l’occupazione è il migliore di sistema prevenzione sociale. La $inistra spalancatrice di frontiere vuole a tutti i costi la devastante libera circolazione che ha portato all’invasione da sud del Ticino (e di Lugano). E si oppone categoricamente a qualsiasi forma di preferenza indigena: proprio dal P$ viene il ricorso contro l’inserimento della preferenza indigena nel nuovo ROD, ovvero il regolamento organico dei dipendenti della città di Lugano. Quindi, sullo sfascio del mercato del lavoro ticinese e sulle sue conseguenze sociali, i kompagni dovrebbero farsi un serio esame di coscienza.

E’ allora rallegrante che il Consiglio comunale abbia approvato l’emendamento proposto dalla Lega per il potenziamento delle misure di inserimento professionale. E’ questa la via da percorrere per prevenire il disagio sociale. Prevenire è sempre meglio che curare. Anche perché la cura non sempre esiste.

Lorenzo Quadri