I kompagni hanno pure organizzato le trasferte a Como per sostenere i finti rifugiati
Giusto per non farsi mancare niente, nella prima metà di agosto i kompagni sono riusciti in due mirabolanti (si fa per dire) imprese.
- Lanciare una campagna per rendere ancora più facili le naturalizzazioni facili, e questo proprio in occasione del Primo d’agosto. Eh già: le decine di jihadisti con passaporto rosso, esempio plateale di come persone che non sono minimamente integrate, ed anzi sono agli antipodi dell’integrazione, riescano – grazie alla dabbenaggine svizzerotta – a diventare cittadini elvetici, ancora non bastavano. Sicché, invece di inasprire le regole per le naturalizzazioni, i kompagnuzzi vogliono regalare passaporti rossocrociati come se piovesse. Trattasi, è evidente, di operazione pro-saccoccia: il P$$ s’immagina, in questo modo, di incrementare il proprio elettorato tramite i neo-svizzeri. Soprattutto va sottolineato che, perfino in occasione del Natale della Patria, i $ocialisti non trovano di meglio da fare che svenderla.
- Organizzare varie trasferte a Como dove si ammassano i finti rifugiati che gli svizzeri “chiusi e gretti” giustamente respingono al confine. I rinvii al Belpaese avvengono nel pieno rispetto degli accordi internazionali. Tali trasferte di rappresentanti del P$$ sono, evidentemente, ben sponsorizzate dalla Pravda di Comano: quella RSI finanziata con il canone più caro d’Europa alla quale trovare un nuovo spunto per predicare – ovviamente con i soldi degli utenti – l’accoglienza di finti rifugiati (quanti i miliziani dell’Isis?) deve aver provocato il massimo godimento.
Rispolverano pure la Dreifuss
Certo che la $inistruccia svizzera è un vero spettacolo. Compresa, ovviamente, da quella del nostro sempre meno ridente Cantone. A sostegno dei migranti economici con vestiti alla moda ed almeno uno smartphone ultimo modello (secondo i kompagni si tratterebbe di un “bisogno essenziale”), organizza addirittura le trasferte a Como. E non si fa problemi a denigrare il difficile lavoro delle guardie di confine.
Per l’occasione, i $ocialisti hanno estratto dalla naftalina nientepopodimenodiché l’ex ministra Ruth Dreifuss. La quale ha dichiarato che la Svizzera dovrebbe aprire le frontiere agli asilanti per creare fantomatici “corridoi” verso il nord Europa. Ed è stata subito smentita addirittura dalla kompagna Simonetta Sommaruga. La ministra di giustizia, a nome del Consiglio federale, ha infatti dichiarato che la Svizzera non si trasformerà in un corridoio. Anche perché, come giustamente fatto notare dal direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi, il “corridoio” non sarebbe affatto tale. Quella del corridoio è l’ennesima fanfaluca degli spalancatori di frontiere. Ciò che si vorrebbe creare è, invece, un vicolo cieco. I finti rifugiati non si limiterebbero ad attraversare la Svizzera: dall’altro lato del presunto corridoio troverebbero infatti le porte chiuse. Sicché, una volta entrati nel nostro paese, ci resterebbero. Naturalmente a carico del contribuente. Così l’industria sociale dei kompagni prospera. Ed il conto a carico del contribuente lievita.
Mobilitazione per i migranti economici
Apperò: quindi i kompagni del P$$ per i finti rifugiati si mobilitano. Per i ticinesi che si trovano in disoccupazione ed in assistenza per colpa della politica delle frontiere spalancate voluta in prima linea proprio dalla $inistra – che in questo va a manina con gli odiati “padroni delle ferriere”: di che porsi qualche domandina… – invece, ciccia! I ticinesi chiusi e gretti, che votano il 9 febbraio, si devono solo arrangiare! Anzi, che questi razzisti e xenofobi, invece di lamentarsi, aprano le porte ai finti rifugiati! Hai capito la $inistruccia?
A proposito: quanti asilanti alloggiano a casa propria – naturalmente a proprie spese e garantendo di persona per il comportamento corretto degli “ospiti” – i signori Bertoli, Dreifuss, Righini, Bosia Mirra, e compagnia cantante? E’ troppo facile, cari kompagni spalancatori di frontiere, pretendere l’accoglienza, ma a spese altrui.
Como come Calais?
Se Como e Milano diventano come Calais, la colpa non è affatto degli svizzeri razzisti che “hanno chiuso le frontiere”, come ha detto e reiterato la già citata R$I nell’ennesimo sussulto orgasmico di disinformazione. Gli svizzeri non hanno chiuso le frontiere. Gli svizzeri applicano gli accordi internazionali. Quelli che tanto piacciono ai kompagni spalancatori di frontiere.
Ma guarda un po’: per i $inistri gli accordi internazionali sono sacri quando impongono di aprire le porte a tutti, e chi vuole fare diversamente è un becero populista, razzista, fascista, gretto e disumano.
Quando invece gli accordi internazionali permettono di respingere i finti rifugiati, allora vanno violati! Legalità a senso unico, come la morale?
Di chi è la colpa?
Se Como e Milano diventano come Calais, dunque, la colpa non è certo della Svizzera. La colpa è dell’Italia e dell’UE, che non chiudono la rotta mediterranea. Mantenendola aperta, oltretutto, permettono ai trafficanti di esseri umani di fare i propri sporchi affari e alimentano pericolose illusioni nei migranti economici. Illusioni che possono costare anche la vita. Questo tanto per chiarire chi porta la responsabilità morale per le morti in mare: gli spalancatori di frontiere. Mica chi chiede, a ragione, i muri sul confine.
Lorenzo Quadri