Ma guarda un po’! Per la serie “chi l’avrebbe mai detto”, prosegue l’invasione di padroncini e distaccati. In questo sempre meno ridente Cantone, il numero delle notifiche nell’anno di disgrazia 2015 ha infatti conosciuto l’ennesima impennata. Il tristo ritornello, grazie alla devastante libera circolazione delle persone, si ripete uguale ogni anno. Le cifre del 2015, anticipate nei giorni scorsi da Radio Fiume Ticino, fanno suonare l’ennesimo campanello d’allarme. Le notifiche sono state quasi 44mila, ossia 3500 in più rispetto all’anno precedente. L’aumento è provocato soprattutto dalle notifiche dei distaccati che hanno raggiunto quota 30mila, mentre quelle dei padroncini sono aumentate solo di poche unità rispetto allo scorso anno, rimanendo a 13’800.
Aumentano le infrazioni
Naturalmente, ma tu guarda i casi della vita, sono aumentate anche le infrazioni. O meglio: sono aumentati i controlli e quindi sono state scoperte più infrazioni. Ergo: se i controlli venissero ulteriormente intensificati, si scoprirebbero ancora più infrazioni. I “blocchi antipadroncini” effettuati in dogana – bisognerebbe farne di più! – hanno evidenziato tassi di irregolarità almeno del 50%. La maggioranza di padroncini e distaccati viene in Ticino a lavorare in nero, o comunque viola le nostre leggi. Tanto “gli svizzerotti sono fessi e non si accorgono di niente”.
Questa vera e propria invasione ha un movente molto semplice. Il mercato italiano va male, per cui ditte e padroncini del Belpaese si riversano sul Ticino. Ma senza rispettare le regole. Praticano quindi una deleteria concorrenza sleale che mette in ginocchio artigiani ed imprese locali. Tale sfacelo è reso possibile, ormai l’hanno capito anche i paracarri, dalla devastante libera circolazione delle persone, voluta dai partiti storici.
Il ministro PLR…
La situazione presenta delle analogie con l’invasione dei finti rifugiati: illegalità su vastissima scala, eppure si va avanti come se “niente fudesse”.
Il ministro PLR dell’economia, Johann Schneider Ammann, ancora nei giorni scorsi è tornato a suonare la trita manfrina dei “Bilaterali da salvare”. Peccato che però il buon “Giuànn” non si stia certo tirando giù la pelle di dosso per impedire che la libera circolazione delle persone devasti il mercato del lavoro di questo sempre meno ridente Cantone. Infatti Schneider Ammann ha affossato il pacchetto di potenziamento delle misure accompagnatorie, accampando il pretesto del franco fronte. Una scusa davvero del piffero: infatti il franco forte, aggravando il dumping salariale, sarebbe semmai un motivo per accelerare il potenziamento, ma certo non per sotterrarlo come ha fatto il ministro del PLR (prendere nota delle prodezze degli alti rappresentanti dell’ex partitone).
La kompagna
Anche la kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga ci ha messo, ovviamente, parecchio del suo. La ministra di Giustizia – quella che adesso prende gli svizzerotti per il “lato B” con dichiarazioni di circostanza contro i finti asilanti molestatori sessuali ai quali lei medesima ha spalancato le frontiere – non ne vuole sapere di trasmettere all’Agenzia delle entrate italiana le notifiche dei padroncini, che le imposte e gli oneri sociali non li pagano da nessuna parte, affinché il fisco della Penisola possa andare a prendere questi evasori.
Ma come, kompagna Simonetta: i dati dei clienti delle banche svizzere si trasmettono al Belpaese ma invia quelli dei padroncini che lavorano in nero sfasciando l’economia ticinese “sa po’ mia”? E ti aspetti che ce la beviamo?
Il Consiglio di Stato
Sul tema padroncini, tuttavia, nelle scorse settimane non ha brillato nemmeno il governo ticinese il quale non vuole chiudere il sito per le notifiche online, in barba alla decisione parlamentare sul tema. Gli argomenti addotti dal CdS sono il copia-incolla di quelli utilizzati dal Consiglio federale, Sommaruga in primis: senza notifiche online diventerebbe più difficile identificare gli irregolari.
Che Sommaruga sostenga una tesi del genere non stupisce. Che lo faccia il governo ticinese, il quale dovrebbe ben conoscere la situazione sul nostro territorio, lascia perplessi assai (eufemismo). I conti non tornano: si toglie la notifica online per obbligare a procedere in forma cartacea e ad uno sportello fisico, inserendo così un ostacolo burocratico all’invasione di padroncini e distaccati. Si sospetta che questi ultimi non si atterranno alle nuove (e più “scomode”) procedure, e quindi arriveranno senza notificarsi, ovviamente a proprio rischio e pericolo? Allora si moltiplicano i controlli antipadroncini a ridosso delle dogane. Controlli che si autofinanziano con le sanzioni comminate, che hanno effetto dissuasivo, che ostacolano chi pensa di arrivare in Ticino terra di conquista “come una lettera alla Posta”, ed in più giovano anche alla sicurezza di questo sempre meno ridente Cantone, paese del Bengodi per la criminalità trasfrontaliera. Avanti!
Lorenzo Quadri