Anche il prof Marco Bernasconi, in un commento pubblicato sulla prima pagina del Corrierone di ieri, dà ragione a Barra e alla Lega. Ma naturalmente il DFE targato PLR ha sempre detto njet…
Ma guarda un po’: per l’ennesima volta la Lega ed il Mattino avevano ragione. Anche in materia di trasmissione all’agenzia delle entrate italiana di informazioni relative ai padroncini che si sono notificati.
L’invasione dei padroncini è infatti una delle peggiori piaghe portate dalla devastante libera circolazione delle persone. Ultimamente si è parlato soprattutto dei disastri provocati dall’eccesso di frontalieri “in senso stretto”; ma anche i padroncini sono una forma di frontalierato. Una forma particolarmente perniciosa.
Controlli da aumentare
I controlli effettuati sul territorio – da aumentare – dipingono un quadro allarmante; almeno la metà dei controllati sono risultati in contravvenzione. In alcuni casi anche di più.
E’ quindi evidente, l’abbiamo scritto più volte, che ci si trova in una situazione di emergenza. Se la metà dei ticinesi evadesse il fisco o rifiutasse di prestare servizio militare, la reazione statale arriverebbe massiccia. Invece qui si fa finta di non vedere. Eh già: ci sono di mezzo le relazioni con gli eurofalliti e si sa quale sia l’atteggiamento elvetico in questi frangenti: calzoni abbassati ad altezza caviglia.
Evasori
I padroncini, anche quelli notificati (non dimentichiamoci che tanti nemmeno si annunciano…), non pagano tasse né oneri sociali da nessuna parte. Pertanto possono proporsi a prezzi inarrivabili per ditte ed artigiani ticinesi “in regola”. Ne deriva una deleteria concorrenza sleale. Per la quale possiamo ringraziare la libera circolazione delle persone senza limiti ed i suoi sostenitori.
Visto che la maggior parte dei padroncini sono evasori, l’Italia dovrebbe avere tutto l’interesse nel ricevere l’elenco di chi va a lavorare in Svizzera ma al fisco della Pensisola non dichiara un bel niente, per poter andare a batter cassa presso questi signori. L’effetto antidumping di questa misura sarebbe evidente. Dovendo rispondere al patrio fisco, i padroncini italiani si troverebbero obbligati a proporre ben altre tariffe. La sola prospettiva di un simile “scambio d’informazioni”, il precedente bancario insegna, avrebbe un potente effetto deterrente.
Trasmissioni solo a nostro danno?
La Lega ha dunque proposto che le notifiche rilasciate venissero trasmesse al fisco italiano. L’ha fatto sia a livello cantonale (vedi le proposte del compianto Michele Barra) che con interventi a livello federale.
Naturalmente la risposta è sempre stata njet. Il primo a dire njet, ma tu guarda i casi della vita, è stato il DFE targato PLR, quello del “margine di manovra nullo”. Ohibò: i partiti $torici hanno smantellato il segreto bancario, reggendo la coda alla catastrofica ministra del 5% Widmer Schlumpf e provocando un disastro sulla piazza finanziaria ticinese per trasmettere alla penisola i dati dei clienti delle banche ticinesi. Però i dati dei padroncini che devastano l’economia ticinese e mettono nella palta ditte ed artigiani locali non li vogliamo trasmettere? Ma stiamo scherzando? Siamo caduti dal seggiolone da piccoli?
Anche il prof Bernasconi…
Adesso il leghista Zali è riuscito a far cambiare idea alla maggioranza governativa. Il CdS ha chiesto a Berna di inserire, nell’ambito degli accordi con l’Italia, anche lo scambio di informazioni sui padroncini.
Perfino il prof Marco Bernasconi, in un commento pubblicato in prima pagina sul Corrierone di ieri, conferma la bontà di questa trasmissione di dati, come detto proposta dal compianto Michele Barra. Ma come, non dovevano essere tutte balle della Lega populista e razzista?
Cosa dirà la ministra del 5%?
Vogliamo vedere se la catastrofica ministra del 5%, eletta e mantenuta in carica da P$ e PPDog (ricordarsene in vista delle elezioni di aprile) riuscirà a prendere a pesci in faccia anche questa sacrosanta richiesta del Ticino, a tutela dei nostri artigiani, delle nostre piccole e medie imprese, e dei nostri posti di lavoro. Una richiesta promossa dalla Lega. Mentre il PLR governativo dice “njet”. Nel frattempo inventa nuove tasse, mentre il suo presidente farnetica a mezzo stampa di fascisti ed olio di ricino. E questo sarebbe il partito del Buongoverno?
Lorenzo Quadri