Rapporti con l’UE: altro che negoziazione, ormai siamo al servilismo compulsivo!

 

Prosegue a tambur battente la calata di braghe del triciclo PLR-PPD-P$$ davanti alla fallita UE. La scorsa settimana la Commissione di politica estera del Consiglio nazionale  ha dato il proprio via libera alla marchetta da 1,3 miliardi a Bruxelles, chiamata in burocratese “contributo di coesione” o addirittura “miliardo” di coesione (chiaro tentativo di prendere per i fondelli la gente giocando al ribasso sull’ammontare).

Dunque, con 15 voti favorevoli e solo 10 contrari, la partitocrazia nella Commissione di politica estera del Nazionale ha stabilito che il pizzo all’UE va versato. Ha quindi seguito la decisione presa nei mesi scorsi dalla Commissione omonima (in tedesco viene chiamata “Schwesterkommission”) del Consiglio degli Stati. La quale, ricordiamo, si espresse a favore della maxi-marchetta con il voto determinante del suo presidente: l’eurosenatore uregiatto Pippo Lombardi. Egli, chiamato a giustificarsi, spiegò che gli svizzerotti “devono oliare”, perché non avrebbero altra scelta. La genuflessione elevata a sistema. Una visione rinunciataria subito sposata dal presidente dell’ex partitone Bixio Caprara. Ricordiamocene in aprile.

 Il peggio possibile

Lo scorso novembre la maggioranza dei senatori, compreso il duo ticinese Abate (PLR) ed ovviamente Lombardi, ha deciso che dobbiamo regalare all’UE 1.3 miliardi. Che il Consiglio degli Stati avrebbe preso la decisione più balorda possibile non sorprende. Questa Camera, in virtù (?) del sistema elettorale, tira clamorosamente a sinistra. Uregiatti, radikali e kompagni vi sono infatti sovrarappresentati, ben al di sopra delle percentuali di voto totalizzate tra i cittadini.

 Ci sarebbe da ridere…

Adesso arriva il turno del Consiglio Nazionale. Qual è il risultato? In Commissione lo stesso. Manca ancora il plenum. Ah no, c’è una variante: l’aggiunta di condizioni al versamento. La maggioranza della Commissione del Nazionale ha infatti dichiarato con enfasi: “Paghiamo il pizzo all’UE solo se l’equivalenza della borsa viene riconosciuta a tempo indeterminato, solo se viene garantita la piena associazione al programma di ricerca Horizon Europe 2021 – 2027,  solo se Bruxelles non prenderà più misure discriminatorie contro la Svizzera!”. Quando si dice avere gli attributi cubici, vero? Cari $ignori della partitocrazia, qui ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere!

Tre questioncelle

Punto primo:anche il Gigi di Viganello ha capito che a Bruxelles, dove sono più furbi che belli (il che non presuppone nemmeno chissà quali doti di furbizia) adotteranno la solita tattica: prendere qualche vago impegno e poi, una volta portato a casa il malloppo, rimangiarsi tutto! In particolare per quel che riguarda la non discriminazione nei confronti della Svizzera. Perché, nella sciagurata ipotesi in cui in la decisione di versare la marchetta da 1.3 miliardi dovesse essere presa in via definitiva, è evidente che, condizioni o non condizioni, non si potrà più fare retromarcia. Nemmeno nel caso – di fatto un certezza – in cui a Bruxelles non rispettassero gli impegni presi. Ci pare già di sentire i camerieri dell’UE in Consiglio federale: “interrompere  i versamenti ? Sa po’ mia! Ci esporremmo a misure di ritorsione!”.

Punto secondo:l’elenco delle condizioni poste al versamento del mega-pizzo  (a parte l’ultima della “non discriminazione”, vedi sotto), è a dir poco desolante. Horizon 2021-2027? Sarebbe questa  la  priorità del paese, secondo la partitocrazia? Non una parola su sovranità, indipendenza, diritti popolari!

E soprattutto, punto terzo: il rispetto delle condizioni che la partitocrazia  ha posto al versamento del contributo di 1.3 miliardi, sono in realtà i presupposti minimi – minimi! – per una collaborazione che si vuole “bilaterale” tra partner. E noi dovremmo pagare tangenti miliardarie per ottenere ciò che ci spetterebbe di diritto e senza alcuna discussione? Questa non è politica, questa non è negoziazione! Questo è servilismo compulsivo!

 Se in nostri avi…

Se le generazioni che ci hanno preceduto avessero ragionato come i politicanti attuali, la Svizzera non esisterebbe più da un pezzo. Un sacco di gente si sta rivoltando nella tomba.

Non dimentichiamoci poi di una cosa: nella deleteria ipotesi in cui il triciclo PLR-PPD-P$$ decidesse la sottoscrizione dello sconcio accordo quadro istituzionale (pietra tombale sulla nostra sovranità e sui nostri diritti popolari), i contributi di coesione diventerebbero un obbligo ricorrente. Verremmo derubati senza più poter emettere un cip. Ovvero: gli eurobalivi comanderebbero in casa nostra, ci imporrebbero i loro giudici stranieri (altro che la fregnaccia del tribunale arbitrale) e ci rapinerebbero pure. Ecco il futuro che la partitocrazia sta preparando al Paese!

Lorenzo Quadri