Quadri: “con la seconda ondata pandemica il malessere è diffuso, e c’è chi va in tilt”
Il lockdown deciso dal Consiglio federale ostaggio della $inistra chiusurista e del suo “Ministro dei Flop” kompagno Berset sta provocando disastri a non finire. Non solo economici ed occupazionali, ma anche sanitari. E’ ovvio che non si migliora la salute della popolazione riducendola in miseria e senza prospettiveper il futuro.
Già in novembre il British medical journal, una delle riviste specializzate più autorevoli, ammoniva sulle conseguenze per la salute dei cittadini delle misure di confinamento prese per contrastare la pandemia.
I primi disastri già si vedono: secondo l’Ufficio federale di sanità pubblica, le depressioni gravi sono raddoppiate. Un grido d’allarme giunge dai giovani. I ragazzi si trovano particolarmente in difficoltà a causa delle pesanti restrizioni imposte ai contatti sociali che limitano il cosiddetto “confronto tra pari”,indispensabile a quell’età.
“Ironia della sorte – osserva il capodicastero formazione, sostegno e socialità della città di Lugano, Lorenzo Quadri – in tempi normali la lamentela “standard” è sul troppo tempo che i giovani trascorrerebbero in relazioni virtuali davanti allo schermo di un telefonino o di un pc, scapito delle relazioni personali. Adesso la censura è diventata quella contraria: i ragazzi si incontrano troppo, causando assembramenti”.
E’ una sorpresa?
Tanti giovani non vogliono stare in casa. Il che non stupisce: le relazioni familiari difficili vengono ulteriormente esacerbate dalle limitazioni alla libertà personale, dalle preoccupazioni per il futuro e dalla convivenza forzata causa homeworking (una modalità di lavoro e di vita che, sia detto tra parentesi, mi trova alquanto scettico). Da quasi un anno non è più possibile condurre un’esistenza normale. E’ chiaro che così non si può andare avanti.
In questo anno è mancata l’attenzione nei confronti dei giovani?
In generale, le preoccupazioni erano indirizzate verso le categorie a rischio a causa della pandemia, quindi principalmente gli anziani; verso aziende e lavoratori minacciati nella loro esistenza economica; verso i bambini costretti alla didattica a distanza. Gli adolescenti non erano nel focus. La società e anche la politica sono partite dal presupposto che i ragazzi si dovessero semplicemente adeguare. Ma non è così evidente. E lo diventa sempre meno, dato che ormai la logica di certe restrizioni, ammesso che esista, sfugge anche agli adulti. E’ ovvio che questa situazione lascerà il segno sui giovani. Distruggendo l’economia – e quindi l’occupazione – a suon di chiusure, caricando l’ente pubblico di costi miliardari, è il futuro delle nuove generazioniche si mette a repentaglio. I giovani se ne accorgono. La consapevolezza si inserisce in un quadro di malessere diffuso. E c’è chi va in tilt. Ne conseguono, come ci insegna la cronaca recente, anche atti di violenza.
In che modo la città di Lugano può supportare i “suoi”giovani in un momento di grande difficoltà per tutti?
Prima di tutto va rilevato che il servizio di prossimità giovani con i suoi educatori, come pure i centri giovanili di Breganzona e Viganello, continuano a funzionare. Per i centri la capienza massima di 15 persone, imposta dalle disposizioni anti-covid, è spesso raggiunta. Gli operatori di prossimità sono presenti sul territorio sia nei giorni infrasettimanali che nel fine settimana. Gli accompagnamenti individuali dei giovani in particolare difficoltà proseguono. Per lo spazio d’incontro mobile The Van, ovvero il furgone solitamente presente nei luoghi d’aggregazione dei ragazzi, si sono dovute trovare delle modalità alternative. Giocoforza la comunicazione virtuale tramite i canali social ha aumentato d’importanza, ma i contatti si tengono anche al telefono… Bref: il settore non si è mai fermato. Ci si rende peròconto che non tutti i giovani, e nemmeno le famiglie, sanno dell’esistenza di questi servizi. Chi volesse più informazioni può consultare le pagine facebook dei due centri giovanili www.facebook.com/centrogiovaniviganello e www.facebook.com/centrogiovanibrega o contattare lo 058 866 74 54 per mettersi in contatto con gli operatori di prossimità.
Quali saranno le sfide del futuro?
I danni che provocherà la situazione attuale alle nuove generazioni sono difficili da prevedere. E’ importante intervenire in modo precoce prima che un disagio temporaneo si aggravi e diventi permanente. I giovani meritano attenzione. E’ doveroso che la società investa su di loro e per loro: significa investire nel futuro. I servizi sul territorio, sia comunali che cantonali, dovranno aumentare la propria efficacia. Il settore delle politiche giovanili dovrà disporre delle risorse necessarie per rispondere nel modo più capillare possibile ad una situazione di malessere accresciuto. Lo stesso discorso vale per i servizi che si occupano di inserimento professionale. Penso in particolare a Lugano Network. E’ ovvio che la mancanza di un’occupazione è la madre di tutti i problemi. Ci aspettano tempi grami: bisogna “lasciare indietro” meno gente possibile. A maggior ragione se si tratta di giovani: nella peggiore delle ipotesi, rischiano di andare incontro ad un’esistenza da “casi sociali”. Con, tra l’altro, tutti i costi che questo comporta per la collettività; sia dal profilo umano che anche da quello più prosaicamente economico.
MDD