Il Consiglio degli Stati rifiuta di vietare l’organizzazione “Lies!”. E giovedì prossimo…

Come da copione, gli islamisti avanzano in Svizzera, ma naturalmente i soldatini del triciclo multikulti stanno a guardare senza fare un cip. Ed infatti il Consiglio degli Stati ne ha combinata un’altra. Nei giorni scorsi la Camera alta è riuscita a respingere una mozione che chiedeva di vietare l’organizzazione “Lies!”, quella che distribuisce gratuitamente il Corano. Lo distribuisce con l’obiettivo di radicalizzare: tant’è che altri paesi, come la Germania e l’Austria, l’hanno messa fuori legge. Invece in Svizzera i politicanti non ne vogliono sapere e si inventano scuse per non intervenire.

Secondo la ministra uregiatta della difesa Viola Amherd (Viola chi?) non è la Confederazione a dover proibire l’organizzazione “Lies!”; sono i Comuni che semmai possono vietare le distribuzioni gratuite del Corano. Cose da matti. Qui abbiamo un’associazione che ha l’obiettivo di radicalizzare. E tutto quello che la Confederazione riesce a dire è che i Comuni, se vogliono, possono non autorizzare le distribuzioni gratuite del Corano!

Punto primo: non ci vuole molta fantasia per immaginare che distribuire il Corano sia solo una delle attività di radicalizzazione messe in piedi da “Lies!”. Verosimilmente l’associazione fa anche ben altro. Però si finge di non vedere.

Punto secondo: non è affatto detto che tutti i Comuni farebbero uso della facoltà di vietare di regalare copie del Corano per strada. Qualche politicante locale multikulti potrebbe infatti benissimo decidere che sarebbe “discriminatorio”. L’ipotesi non è balzana: Oltregottardo ci sono dirigenti scolastici ro$$i  che sono riusciti a cancellare le canzoni natalizie dalle recite degli allievi per “non discriminare” i bambini musulmani. Per non parlare dei cervelat banditi dalle grigliate di fine anno… Sicché, figuriamoci se amministratori comunali che tollerano simili geniali pensate da parte dei propri funzionari hanno anche solo una mezza intenzione di proibire la distribuzione gratuita del Corano. Ma non sia mai!

Giovedì prossimo

Insomma, la partitocrazia non perde un’occasione che sia una per rendere il Paese terra di conquista per l’islam politico, che è incompatibile con il nostro Stato di diritto. La prossima puntata è già scritta. Poco ma sicuro che giovedì 12 dicembre in Consiglio nazionale si assisterà ad un penoso teatrino su un eventuale controprogetto all’iniziativa federale antiburqa. Il controprogetto, proposto da politicanti della casta, fa ridere i polli e non c’entra un tubo con il divieto di burqa! Infatti mira solo a spendere più soldi pubblici alla voce integrazione: così questo business ro$$o si gonfia come una rana, e gli amichetti del partito giusto possono “tettarci dentro” in grande stile! E intanto si permette agli islamisti di dilagare in casa nostra!

Qui ci sono politicanti che pensano davvero che la gente sia scema!

Abusano del sociale

E intanto che a Berna il triciclo non vieta i finanziamenti esteri alle moschee, permette all’organizzazione “Lies!” (e ad altre) di radicalizzare indisturbata, non ne vuole sapere di proibire il burqa, sempre più predicatori estremisti vivono in da noi mantenuti dal contribuente. E magari truffano pure lo Stato sociale. E’ il caso del famoso imam predicatore d’odio di Bienne che nel corso degli anni ha percepito quasi 600mila franchetti di assistenza. Per questa foffa, il denaro pubblico scorre a fiumi! E adesso si scopre che parte di detti soldi sono stati ottenuti illecitamente, perché l’imam ha omesso di dichiarare delle entrate.

Non si tratta di un caso isolato. In Europa, come scrive in un recente articolo l’esperto di islam Stefano Piazza, i predicatori radicali mantenuti con i soldi degli “infedeli” abbondano. Nel Regno Unito sono emersi di recente dei casi eclatanti. Alcuni dei quali sono costati all’erario somme milionarie: del resto, gli islamisti scrocconi hanno numerosa prole. E, se vengono citati in giudizio, si avvalgono di difensori d’ufficio e tirano le cause in lungo oltre ogni dire.

Mal comune, mezzo gaudio? Ma anche no!

Lorenzo Quadri