A Berna il Triciclo se le inventa tutte per far rimanere qui tutti i “sans papier”

Nell’ultima sessione, i soldatini della partitocrazia in Consiglio nazionale hanno pensato “bene” di fare l’ennesimo regalo di Natale agli immigrati clandestini. Quelli che vengono eufemisticamente definiti “sans papier”. I $inistrati immigrazionisti, come noto, vorrebbero farli restare tutti. In particolare, alcune delle solite città ro$$overdi d’Oltregottardo hanno legalizzato o intendono legalizzarne presenza. Una mossa deleteria: non solo costituisce una violazione della legge federale, ma incrementa alla grande l’attrattività della Svizzera per i migranti economici.

Trattandosi di clandestini – quindi di persone che si trovano in Svizzera illegalmente – il numero esatto dei sans papier non è noto. Si parla però di 100mila persone. Non certo due gatti, in un Paese che ha 9 milioni di abitanti!

Malgrado questi “sans papier” per ovvi motivi non risiedano ufficialmente in Svizzera, sono tuttavia coperti dall’assicurazione malattia di base. Ciò ha ovvie conseguenze negative sull’aumento dei premi: ci sono 100mila persone in più che consumano prestazioni sanitarie pagate dagli svizzerotti. E sarebbe pure interessante poterle quantificare, queste conseguenze sui premi. Ma naturalmente il governicchio federale non si sogna…!

Chi paga il conto?

Ora, è evidente che la copertura di cassa malati legittima la presenza in Svizzera dei “sans papier”. Così come pure  la sottoscrizione di contratti d’affitto, di lavoro, di assicurazioni di vario genere. Ma queste persone vanno espulse dal paese. Invece la casta è alla costante ricerca di escamotage per giustificare la loro presenza qui. La tattica usata è quella del salame: una fetta alla volta. Con il manifesto obiettivo di poi dire che, essendo queste persone ormai legalizzate di fatto, vanno legalizzate anche “de iure”. Così restano tutte qui, e la politica migratoria svizzera perde gli ultimi rimasugli di credibilità!

Qual è l’alternativa in materia di spesa sanitaria generata dai “sans papier”? Per Costituzione, in Svizzera chi ha bisogno di cure le deve anche ricevere. Qui si tratta però di capire chi salda il conto. Ma allora la risposta è semplice. A pagare le cure mediche dei clandestini non devono essere tutti i cittadini elvetici per il tramite dei premi di cassa malati, bensì i Comuni che tollerano (o addirittura incoraggiano) la situazione di illegalità.

Chiaramente, quando si parla di Comuni si intende i contribuenti di quei comuni. E allora? Se questi contribuenti votano sgovernanti (nel concreto: municipali) ro$$overdi che vogliono regolarizzare i sans papier, è giusto che ne sopportino anche le conseguenze finanziarie. Così magari la prossima volta ci penseranno due volte prima di depositare la scheda elettorale nell’urna.

Incentivi sballati

Poco prima di Natale, i soldatini del triciclo incadregati in Consiglio nazionale hanno ribadito che chi soggiorna illegalmente in Svizzera deve comunque rimanere affiliato alla cassa malati. Hanno infatti respinto un’iniziativa parlamentare che chiedeva che non lo fosse più.

Alla partitocrazia, dunque, sta bene che tutti gli abitanti della Svizzera continuino a pagare i costi sanitari dei clandestini tramite i premi di cassa malati! Poi ci chiediamo come mai i premi in questione esplodono!

Da ricordare che il Consiglio nazionale nel giugno 2023 era perfino riuscito ad approvare (per 102 voti ad 80) una mozione che permetteva ai richiedenti d’asilo in attesa di espulsione di lavorare. E’ chiaro che se si dà a costoro la possibilità di lavorare (ovviamente a scapito dei cittadini elvetici) si legittima la loro presenza qui, e si rende ancora più difficile il rimpatrio! Si tratta, in altre parole, dell’ennesimo pretesto per far restare qui tutti! E non ci si venga a raccontare la favoletta che i datori di lavoro avrebbero bisogno delle competenze di simili risorse, perché sono balle di fra’ Luca! E’ chiaro che continuare a far lavorare richiedenti l’asilo in attesa di rimpatrio è solo un escamotage per procurarsi manodopera straniera a basso costo, a scapito dei lavoratori residenti. Per fortuna che il Consiglio degli Stati, in un raro sprazzo di lucidità (22 voti a 17) lo scorso dicembre ha spazzato via questa corbelleria.

“Soluzioni pragmatiche”?

E le cappellate della partitocrazia sostegno dei clandestini non sono finite. I soldatini triciclati in Consiglio nazionale, dopo aver respinto l’iniziativa parlamentare che chiedeva di far pagare i costi sanitari dei sans papier a quei comuni che li tollerano, ne ha bocciata anche un’altra: quest’ultima chiedeva che i contratti essenziali (di lavoro, di locazione, di apertura di conti bancari, di assicurazione di responsabilità civile ed economia domestica, eccetera) potessero essere conclusi solo da persone che dispongono di un certificato comunale di residenza. Quindi non dai sans papier. Cose da matti: i cittadini svizzeri, per stipulare i contratti in questione, il certificato comunale di residenza lo devono presentare eccome.  E nessuno può sgarrare. Invece per i clandestini si fanno delle eccezioni perché – sostiene la partitocrazia – “bisogna trovare delle soluzioni pragmatiche”.

Ah, ecco. Qui qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole. Le soluzioni pragmatiche vanno trovate per espellere i sans papier! Non certo per permettere a costoro di rimanere in Svizzera in spregio della legge, a spese dei contribuenti e incoraggiando in questo modo l’immigrazione clandestina!

E a tal proposito, con l’arrivo al Dipartimento federale di giustizia della kompagna Elisabeth Baume Schneider, c’è da temere il peggio. Già la liblab Ka-Ka-eS non ha fatto un tubo per frenare l’assalto alla diligenza rossocrociata dei finti rifugiati e per migliorare il tasso d’espulsione dei richiedenti l’asilo respinti. Immaginiamo allora cosa farà un’esponente del partito del “devono entrare tutti” e “devono restare tutti”! Svizzera sempre più Paese del Bengodi per migranti economici di ogni ordine e grado. “Sans papier” compresi!

Lorenzo Quadri