Libera circolazione: i soldatini tentano di prendere la gente per scema
La devastante libera circolazione delle persone ciurla nel manico a causa del virus cinese. Tant’è che i camerieri dell’UE in Consiglio federale hanno cancellato la votazione sull’iniziativa “Per la limitazione”, prevista la scorsa domenica 17 maggio, perché temevano di venire asfaltati dalle urne.
I cittadini sono perfettamente coscienti del fatto che ci siamo impestati per colpa delle frontiere spalancate. Quei paesi che le hanno chiuse subito hanno registrato tassi bassi di contagi e di morti. E c’è pure chi ha schivato il lockdown (vedi Taiwan), e tutte le sue catastrofiche conseguenze sul fronte economico, occupazionale e sociale.
L’Italia, come noto, pretende di riaprire le proprie frontiere il 3 giugno, nella speranza di attirare un po’ di turismo. Trattasi di decisione unilaterale presa dal Belpaese senza consultare nessuno e pensando solo ai propri interessi di saccoccia. L’Austria ha già risposto picche: il premier Kurz nei giorni scorsi ha dichiarato che la frontiera con l’Italia resterà blindata dal momento che la vicina Repubblica non ha sotto controllo la situazione sanitaria. Decisione sacrosanta!
C’è invece il sospetto che a Berna i camerieri di Bruxelles già preparino la solita miserevole calata di braghe. Il che significherebbe, tra l’altro, spalancare le frontiere del Ticino non solo all’invasione di frontalieri, la quale è già in atto anche con i confini “chiusi”, ma pure a quella dei padroncini e dei lavoratori IN NERO, che sono svariate migliaia di persone ogni giorno!
Purtroppo per i bernesi farsi prendere per i fondelli dai vicini a sud è ormai un’abitudine inveterata. Basta pensare al nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri (il governo di Roma mena il can per l’aia da oltre 5 anni!) o alla chiusura notturna dei valichi secondari, che i burocrati federali rifiutano di applicare per non scontentare gli italici.
Il ricatto morale
La casta spalancatrice di frontiere, come sempre sostenuta dalla stampa di regime, tenta la consueta via del ricatto morale montando la panna sui casi delle coppiette separate a causa delle frontiere “chiuse”. Colmo dei colmi, pretende di sdoganare la fregnaccia che i futuri ricongiungimenti sarebbero merito della libera circolazione delle persone.
Qui veramente ci sono dei soldatini che pensano di prendere la gente per scema. La libera circolazione delle persone è in vigore dal primo giugno 2004. Forse che prima di quella data non era possibile frequentare parenti o fidanzati/e in Italia?
E’ chiaro che un conto sono i valichi chiusi causa pandemia, altra cosa è la disdetta della devastante libera circolazione delle persone. Tentare di mischiare i due piani è l’ennesima dimostrazione di ipocrisia e di malafede della partitocrazia e della stampa di regime.
Sull’iniziativa di limitazione si voterà il prossimo 27 settembre. Se l’iniziativa verrà respinta, e quindi se la libera circolazione resterà in vigore, la crisi economica da coronavirus porterà ad una nuova invasione della Svizzera, ed in particolare del Ticino, da parte di lavoratori stranieri che soppianteranno quelli residenti. E’ chiaro che non ce la possiamo permettere. La politica del “devono entrare tutti”, che tanto piace al triciclo eurolecchino, è morta e sepolta.
Lorenzo Quadri