Fisco: dopo anni di ciance, ecco la manovricchia. Ma, senza correttivi, è già morta

Dopo interminabili elucubrazioni su presunte “riforme fiscali”, nei giorni scorsi il governicchio cantonale ha presentato al volgo una manovretta lillipuziana. La montagna ha partorito il topolino. E, a dire il vero, il parto non è nemmeno andato granché bene.

A livello cantonale, i cosiddetti sgravi fiscali (parola grossa) ammonteranno, a regime, a 46.7 milioni di franchi annui. Considerando che il Cantone spende oltre 4.2 miliardi all’anno, si tratta di briciole! Briciole che però il governicchio addirittura pretende di compensare. E come? Nel peggior modo possibile,ossia aumentando il moltiplicatore cantonale dal 97% al 100%. Frena, Ugo! E’ chiaro che non ci stiamo! Gli striminziti 46.7 milioni vanno recuperati tramite risparmi. E il margine per farlo abbonda, essendo l’amministrazione cantonale gonfiata come una rana e spropositatamente costosa, come ha confermato lo studio Idehap.
Inoltre, le quattro misure annunciate dal CdS tornanosostanzialmente a beneficio dei ricchi, con l’obiettivo di aumentare la competitività fiscale del Ticino, andata a ramengo nel corso degli anni. Il che va anche bene. Occorre mantenere sul territorio i buoni contribuenti ed attirarne di nuovi. Tuttavia, non si può pensare solo ai ricchi! Anche il ceto medio ed i single – questi ultimi attendono da un quarto di secolo un trattamento fiscale meno discriminante – devono beneficiare di sgravi! Invece, secondo la proposta del governicchio, non solo resterannopressoché a bocca asciutta, ma finanzieranno (tramite l’aumento del moltiplicatore cantonale) gli sgravi a vantaggio degli altri!

E’ chiaro che, se si vuole sperare nel consenso popolare, il parlatoio deve emendare il Messaggio governativo. Ovvero: 1) niente aumento del moltiplicatore cantonale e 2) sgravi anche per il ceto medio ed i single! O così, o la manovretta è già morta!

Lorenzo Quadri

A pagina 3

 

 

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La montagna ha partorito il topolino