Eurobalivi silenti sulle velleità turche, ma quando si tratta di bacchettare l’Ungheria…
Togliamoci le fettone di salame dagli occhi. In Svizzera in generale, ed in Ticino in particolare, il terrorismo islamico è un pericolo concreto. Lo abbiamo visto da vicino anche a Lugano con l’accoltellamento alla Manor ad opera di una fanatica islamista nota alla polizia. E lo avevamo visto già prima con l’attentato di Morges, costato la vita ad una persona.
Dove si radicalizzano gli islamisti? In vari luoghi sia fisici (moschee e affini) che virtuali (internet).
A proposito dei luoghi fisici, sono svariati ANNI che la Lega predica che bisogna vietare i finanziamenti esteri alle moschee ed ai centri culturali islamici. Perché chi li foraggia lo fa per diffondere l’islam radicale in casa nostra.
In “bella” evidenza
Tra questi finanziatori troviamo in “bella” evidenza la Turchia del despota Erdogan. Costui cova sogni da impero ottomano e ricatta la debole e fallita UE con l’invasione di migranti economici. Non fate come voglio? E io lascio passare tutti.
Erdogan non perde inoltre occasione per aizzare all’odio contro l’Occidente e le sue libertà, a partire da quella d’espressione. Il suo comportamento in occasione dell’anniversario del Charlie Hebdo non lascia dubbi.
La Turchia è per tradizione il nemico per eccellenza dell’Occidente. Pensiamo solo al detto “mamma li turchi!”. Eppure, tra una sbroccata e l’altra, Erdogan ancora pretende di rendere il suo paese membro a tutti gli effetti dell’UE. Apperò. E’ chiaro che si tratta di fantapolitica. Almeno per ora. Ma un domani le cose potrebbero anche cambiare. Se la Turchia diventasse uno Stato membro dell’UE, ci ritroveremmo la libera circolazione delle persone con la Turchia. E se un domani, per colpa della partitocrazia, dovessimo sottostare allo sconcio accordo quadro istituzionale, a dettarci legge ci sarebbe anche la Turchia!
Qui c’è un governo che finanzia e fomenta l’estremismo islamico in casa nostra, che foraggia moschee e scuole coraniche, che invita i suoi concittadini emigrati in Occidente a non integrarsi, che semina odio contro l’Occidente. Però pretende di entrare nell’UE. Eppure nessuno dice chiaro e tondo che non se ne parla neanche. Né adesso né mai.
Difendersi è reato
Per contro, Bruxelles non perde occasione per starnazzare contro l’Ungheria. Evidentemente, a gli occhi degli eurocrati, il comportamento di Budapest è assai più riprovevole di quello di Ankara. L’Ungheria, infatti, difende i propri confini e si oppone all’invasione di finti rifugiati. In genere, i paesi del “gruppo Visegrad” non sono disposti a spalancare le porte a migranti economici musulmani visto il rischio di radicalizzazione.
Ma per i funzionarietti di Bruxelles, i sovranisti sono peggio degli islamisti.
Del resto, dal documento sulla lotta (?) al terrorismo recentemente partorito dai ministri degli interni dei 27 paesi UE, la parola islam è stata vergognosamente epurata. Non vi figura nemmeno una volta.
I virtuosi secondo l’UE
Diversamente da Berna, a Budapest non sono abituati a calare le braghe. Di conseguenza, l’Ungheria si è opposta al piano europeo di prestiti Covid. Perché per il tramite di questa leva, i balivi di Bruxelles vogliono imporre anche agli Stati reticenti di farsi carico di migranti economici secondo le quote UE. “Chi protegge i propri confini non è più considerato da Bruxelles”, denuncia il premier ungherese Orban.
Non dimentichiamo che i confini che l’Ungheria rinforza sono anche i confini dello spazio Schengen. Quindi delle esecrate chiusure beneficia tutta l’UE, oltre che la Svizzera!
Ma naturalmente la casta immigrazionista non ne vuole sapere, al punto che sul Corriere del Ticino si leggono illuminati (?) commenti di questo tenore: “(Polonia ed Ungheria) voltano la faccia dall’altra parte, chiudendo bene le frontiere, mentre gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo affrontano da anni l’emergenza migranti”.
Capita l’antifona? I virtuosi sono quelli che spalancano i porti ai finti rifugiati con lo smartphone (quanti gli islamici radicalizzati?) i quali poi circolano in tutto lo spazio Schengen. Mentre chi non ci sta a considerare l’immigrazione illegale come se fosse un diritto è un delinquente.
A questo punto, ogni ulteriore commento diventa superfluo.
Lorenzo Quadri