Il sondaggio manda in tilt la casta: in Ticino la “criminale” iniziativa potrebbe passare
Dall’ultimo sondaggio in vista della votazione sulla “criminale“ iniziativa No Billag è emerso che in Ticino i Sì al No Billag sarebbero il 48%, mentre a livello federale il 35%. La notizia ha mandato definitivamente in tilt l’establishment e la Pravda di Comano. Infatti il quadro appare chiaro:
- Non c’è rischio di chiusura della SSR (e nemmeno della RSI) visto che l’iniziativa non passerà a livello federale. La campagna anti-No Billag impostata sul terrorismo di regime e sui ricatti (chiude la TV di Stato, migliaia di posti di lavoro cancellati, e avanti con gli scenari apocalittici) è dunque diventata inutilizzabile.
- L’iniziativa potrebbe venire approvata in Ticino. Il che non porterebbe evidentemente alla chiusura della RSI. Però costringerebbe Comano a tener fede alle promesse di “cambiare” fatte a profusione negli scorsi mesi. Promesse che ai piani alti della TV di Stato non hanno alcuna intenzione di mantenere. Il kompagno direttore Maurizio Canetta auspica(va) infatti di “stravincere” per poter poi, a partire dal 5 marzo, applicare il principio del “passata la festa, gabbato lo santo”.
- Da qui l’improvvisa virata: la casta ora si inventa la storiella che un sì del Ticino a No Billag ridurrebbe drasticamente (?) la quota parte di canone destinata alla RSI. A parte che alla Pravda di Comano una cura dimagrante non farebbe certo male in quanto:
- E’ gonfiata come una rana in modo assolutamente sproporzionato alle esigenze del territorio. Questo ha generato, tra l’altro, un’ipermediatizzazione perniciosa per il paese (campagna elettorale permanente, politicanti dall’ego a mongolfiera sempre in video).
- A Comano usano i soldi del canone per fare il lavaggio del cervello ai cittadini in funzione del pensiero unico (libera circolazione, frontiere spalancate, multikulti, stop ai “beceri populisti”, eccetera).
Sta però di fatto che la storiella della quota parte di canone che verrebbe falcidiata in caso di Sì ticinese al No Billag è una balla di fra’ Luca! L’ennesima frottola inventata dalla casta per fare fessi i cittadini. Infatti, finché c’è un canone obbligatorio, c’è anche l’obbligo di servizio equivalente in tutte le regioni linguistiche. Se i ticinesi continuano a pagare lo stesso canone radiotv degli altri cittadini elvetici, hanno diritto alle stesse prestazioni. O la casta vuole magari sostenere che i ticinesi sono svizzeri di serie B?
- Il nuovo risibile slogan dei contrari al No Billag per spingere i ticinesi ad affossare la “criminale” iniziativa è il seguente: “non seghiamo il ramo su cui siamo seduti”. Qualcuno evidentemente crede di essere ancora a Carnevale. Il ramo su cui “siamo” seduti? Eh no! Su quel ramo ci stanno seduti quelli che intascano il canone, a partire dai vertici di Comano e dai loro galoppini. Sul ramo ci sta la casta. Non certo i cittadini costretti a pagare e a tacere!
- Un sostegno massiccio al No Billag è importante per aprire la strada ad iniziative future. Come quella per l’abbassamento del canone a 200 Fr. Se invece l’iniziativa No Billag venisse asfaltata, ci terremo in eterno il canone più caro d’Europa. Dopo essere sceso per un paio d’anni a 365 Fr, il balzello tornerà ai 451 Fr precedenti. Volete proprio continuare a pagarli, questi soldi? Vi crescono in tasca?
- L’emittente di Stato il “servizio” lo fa all’establishment: manipolazione dell’opinione pubblica ai fini della conservazione e della spartizione del potere. Non lo fa certo ai cittadini, etichettati come “chiusi e gretti” e costretti a pagare e a tacere. Chi non è d’accordo con questo “servizio pubblico” al contrario, ha ancora una settimana di tempo per votare SI’ a No Billag.
- Il “No critico” non esiste. Se scrivete “No critico” sulla scheda di votazione, ve la annullano. Il No critico è in realtà un Sì acritico all’andazzo attuale. Se in Ticino il Sì non sarà forte, e meglio ancora maggioritario, al dinosauro di Comano non cambierà proprio nulla. Chi vuole il cambiamento vota Sì!
Lorenzo Quadri