I balzelli sul carburante vengono impiegati per eliminare lo spazio destinato alle auto

Che l’amministrazione federale fosse infarcita di soldatini rossoverdi che remano contro gli automobilisti, non è certo una novità. Berna trasuda di funzionari gauche-caviar che  sono lì per inventarsi sempre nuove sanzioni. Obiettivo: demonizzare chi ha bisogno della macchina per andare a lavorare. Gli automobilisti sono considerati nella migliore delle ipotesi delle mucche da mungere: con i loro soldi vengono finanziati i programmi di agglomerato che prevedono i vari piani viari contro le automobili (vedi il fallimentare PVP di Lugano).

Esempio basilese

Un esempio interessante di come gli automobilisti rimangano cornuti e mazziati grazie ai funzionari rossoverdi della Confederella che riccamente stipendiano, lo racconta la BaslerZeitung (BaZ). A fornirlo, come si immaginerà, è il  Programma d’agglomerato di Basilea. Questi programmi vengono finanziati dal Fondo per le strade nazionali e per il traffico d’agglomerato. Il Fondo è a sua volta alimentato con i balzelli sul carburante prelevati agli automobilisti quando fanno il pieno.

Visto che sono gli automobilisti a pagare queste misure, logica vorrebbe che ne beneficiassero; almeno in parte.  Questi programmi dovrebbero infatti, almeno teoricamente, servire anche a smaltire gli ingorghi (che sono un problema ben noto a Basilea, e non solo).

Trucchetti per fregare

Il Programma basilese ha ottenuto dalla Confederazione un cospicuo finanziamento di 107 milioni di franchetti. Esso conterrebbe, secondo i funzionari bernesi, nove progetti a vantaggio degli automobilisti. Peccato che, come rileva la BaZ, si tratti in realtà di una sontuosa presa per i fondelli. Ad esempio, uno di questi progetti “a beneficio della mobilità motorizzata individuale” contiene:  misure per i ciclisti, allargamento dei marciapiedi, limitazione a 30 all’ora, una via trasformata in strada accessibile solo ai residenti, eccetera. E’ evidente che si sta sottraendo spazio (e strade) al traffico motorizzato. Usando i soldi degli automobilisti. E oltretutto ancora li si prende per i fondelli spacciando misure che sono manifestamente destinate a penalizzarli come se fossero degli interventi a loro vantaggio. Non è finita. Prosegue la BaZ: perfino dei progetti che i Cantoni avevano onestamente indicato come a sostegno della mobilità lenta, vengono presentati dai balivi federali come se fossero nell’interesse degli automobilisti; quando è vero proprio il contrario. Questi trucchetti,  l’hanno capito anche i paracarri, servono a dare l’impressione che, con i soldi di chi va in macchina, si faccia qualcosa anche per lui. Così non è.

Non è un caso isolato

Ma qual è l’Ufficio federale autore di queste prodezze? Si tratta, ma guarda un po’, dell’Ufficio dello sviluppo territoriale (ARE). Che è poi lo stesso che ha piantato e pianta un sacco di grane per i rustici ticinesi. Alla sua testa si trova una burocrate $ocialista (chi l’avrebbe mai detto!): tale Maria Lezzi.

Morale della favola: dei 9 progetti basilesi che ufficialmente servirebbero agli automobilisti ce n’è al massimo uno che va nella direzione ufficialmente indicata. Gli altri tendono semmai all’obiettivo opposto. Una vera e propria presa in giro, che sotto le cupole federali non hanno saputo giustificare. E queste cose mica succedono solo a Basilea!

Intanto però Berna scuce i  milioni per i programmi d’agglomerato. Visto che i finanziamenti arrivano, i politicanti locali sono felici e beati. Il fatto che gli automobilisti che pagano per questi programmi restino, come detto, cornuti e mazziati, non sembra porre problemi a nessuno…

Intanto la Doris…

Ecco dunque come si tiene conto della  mobilità individuale sotto le cupole federali. E il bello è che la Capodipartimento, ossia la Doris uregiatta (quella regge la coda alla direttrice della Posta Susanne “un milione all’anno” Ruoff; quella che dice che la SSR deve prestare maggiore attenzione ai migranti) ha ancora il coraggio di uscirsene pubblicamente a raccontare storielle del tipo: “la politica federale non mette in contrapposizione l’ automobile “cattiva” ed il “trasporto pubblico “buono”.

Nooo, ma quando mai! Magari la Doris dovrebbe andare a spiegare questo concetto a qualche suo strapagato/a burocrate. Sempre che la sorridente signora sappia cosa accade all’interno del Dipartimento che da svarianti anni dirige. Perché a tal proposito qualche dubbio è legittimo.

Lorenzo Quadri