Iniziativa AVS Plus: è lacunosa, ma va votata per aiutare gli anziani che tirano la cinghia

Il prossimo 25 settembre i cittadini svizzeri saranno chiamati alle urne per votare su tre temi, tra cui anche l’AVS plus. Questa iniziativa, lanciata dalla $inistra, chiede un aumento delle rendite del primo pilastro del 10%. Questo perché “negli ultimi 40 anni le rendite AVS non sono sostanzialmente aumentate”, mentre quelle delle casse pensioni si trovano sotto pressione.

A ciò si aggiunge che per il 19% dei pensionati ed il 38% delle pensionate  l’AVS è l’unica fonte di reddito.  Aumentare l’AVS diminuisce inoltre la dipendenza dalle prestazioni complementari. Al proposito va detto che ci sono ancora anziani svizzeri che hanno remore nel chiedere la PC poiché rifiutano, per principio, di far ricorso ad aiuti sociali. (Inutile dire che questa mentalità, tipicamente elvetica, non si ritrova nei molti immigrati che non hanno remore nell’attaccarsi alla mammella statale).

La Tredicesima AVS

L’AVS Plus ricorda, anche nel nome, una delle prime e storiche battaglie della Lega dei Ticinesi: quella per la “Tredicesima AVS”. Si potrebbe pensare che sia la stessa cosa. In effetti non è proprio così: la Tredicesima AVS della Lega – a parte il fatto che si trattava di una misura cantonale, rispettivamente comunale – era concepita molto meglio. Perché non andava indiscriminatamente a tutti. L’avrebbero percepita solo gli anziani di condizione economica modesta, non i milionari. Ma quella proposta venne affossata dai partiti $torici con i prima fila proprio la $inistra. “Chi ha lavorato tutta la vita, chi ha costruito la Svizzera, deve poter vivere dignitosamente, e merita un riconoscimento”, diceva la Lega a sostegno della 13 a AVS. Tutte balle populiste e peroniste (sic!) starnazzavano i $ocialisti. Era il settembre 2012. Sono passati esattamente quattro anni (non quattrocento). E quale argomento tira fuori la $inistra a sostegno della “sua” AVS Plus? “Chi ha lavorato tutta la vita merita un riconoscimento”. Xerox in azione, senza vergogna!

E’ chiaro che la voglia di mandare questi kompagni a Baggio a suonare l’organo è forte. Hanno affossato la Tredicesima AVS solo per non darla vinta all’odiata Lega: ora lo dimostrano nel modo più pacchiano possibile. Intanto ci sono andati di mezzo i nostri anziani di condizione economica modesta. Adesso li vogliamo sentire, i vari Pietro Martinelli e Martino Rossi, che sostengono  l’AVS Plus utilizzando gli stessi argomenti “populisti e peronisti” su cui, solo pochi anni fa, avevano spalato palta a go-go.

Argomenti ancora validi

Ciò non toglie tuttavia che quei semplici argomenti, che erano validi per la Tredicesima AVS, valgono anche per l’AVS Plus. Questa iniziativa è lacunosa, ma va comunque sostenuta.  Soprattutto pensando a tutti gli anziani che devono vivere con la sola AVS: ad esempio perché proprietari di una casetta, di un rustico, di un terreno, magari ereditato o invendibile. Perché, possiamo starne certi, se non si sale su questo treno, di aiuti per i “noss vecc” ed in particolare per quelli che vivono del solo primo pilastro, non se ne vedranno per un bel pezzo.

Le percentuali indicate in apertura indicano peraltro che gli anziani che non dispongono di altre entrate oltre all’AVS non sono affatto una quantité négligeable, come qualcuno – magari con i piedi al caldo grazie alle lobby – tenta di far credere.

I costi

L’obiezione principale che viene sollevata nei confronti dell’AVS plus è quella dei costi: circa 4 miliardi all’anno. Comprensibile che il problema si ponga, specie quando l’aiuto è – come in questo caso – ad innaffiatoio: il 10% in più di AVS lo otterrebbero tutti gli anziani, anche quelli ricchi. Ma come: i kompagni, quelli che sanno sempre tutto meglio degli altri, quelli che si spacciano per  grandi scienziati dei sostegni mirati, se ne sono usciti con una proposta che non è mirata proprio per niente?

Soldi per tutti, tranne che per “i nostri”?

Ma il problema finanziario non è irrisolvibile. E non ci sono solo i contributi dei lavoratori e dei datori di lavoro. Dopo aver detto njet all’AVS Plus, perché per gli anziani svizzeri  i soldi non ci sono, le Camere federali sono infatti riuscite a votare un credito quadro di 11,11 miliardi di franchi per il periodo 2017-2020 per aiuti all’estero. Intanto la spesa per l’asilo si prepara al raddoppio; e proprio la $inistra vorrebbe far entrare tutti i finti rifugiati: vedi la petizione di UNIA che, invece di pensare agli svizzeri disoccupati, chiede al Consiglio federale di far arrivare “subito” 50mila migranti economici. Così facendo i kompagni spalancatori di frontiere tolgono risorse alla loro iniziativa per gli anziani (sindrome di Tafazzi).

Tuttavia, il testo dell’iniziativa AVS plus non contiene alcuna disposizione sul finanziamento. Ciò significa che, nel caso dovesse passare, si potranno prelevare i mezzi necessari sugli aiuti all’estero, sull’asilo, sulle prestazioni ad immigrati nel nostro Stato sociale, sulla kultura per pochi intimi, e via elencando.

Teniamo ben presente una cosa: un richiedente l’asilo ammesso nel nostro paese riceve più di un anziano svizzero con la sola AVS. Malgrado l’anziano abbia costruito il Paese. L’asilante, invece, si limita ad attingere, di regola a vita (!), al nostro Stato sociale.

Se ci sono i soldi per gli asilanti, per gli aiuti all’estero, per gli stranieri in assistenza e per la kultura per pochi intimi, allora ci sono anche quelli per aumentare le rendite AVS del 10%.

Lorenzo Quadri