Controlli doganali, immigrazione di massa, naturalizzazioni facili…

L’assemblea federale ha respinto settimana scorsa l’iniziativa popolare “contro l’immigrazione di massa”. All’atto pratico, di per sé la questione conta quello che conta. Trattandosi di iniziativa popolare, infatti, a fare stato sarà il voto del popolo.

Tuttavia l’atteggiamento del parlamento nazionale è indicativo. Vale infatti la pena ricordare che alcuni suoi gremi, segnatamente la commissione del Consiglio degli Stati, erano riusciti a dire njet anche al potenziamento dei controlli al confine, e questo malgrado i problemi di sicurezza siano evidenti. Lo dimostrano le rapine in casa, sempre più frequenti (al punto da far aumentare i premi assicurativi) ad opera di delinquenti in arrivo da Oltreconfine. Rapine portate a termine con modalità sempre più aggressive ma evidentemente, anche in questo caso la politica prima di intervenire aspetta che ci scappi il morto. Un po’ come accaduto con gli stupratori in libera uscita.

Il Consiglio degli Stati è pure riuscito nell’exploit di respingere integralmente al mittente i modesti miglioramenti che era riuscito ad apportare il Consiglio nazionale in materia di naturalizzazioni facili. Svilendo la concessione del passaporto svizzero si svilisce  il passaporto stesso nonché l’appartenenza alla nazione che lo rappresenta. La naturalizzazione viene degradata a semplice atto amministrativo: da sempre l’obiettivo della $inistra e dei fautori della multikulturalità completamente fallita.

Adesso arriva il nuovo capitolo, per quanto prevedibile: njet dell’assemblea federale all’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa, e – questo è quel che più disturba – sulla base delle consuete panzane.

E’ vero che l’iniziativa mira a far saltare la libera circolazione delle persone. Infatti, l’accordo bilaterale sciaguratamente sottoscritto e votato ha privato la Svizzera di ogni controllo sull’immigrazione. Col risultato che bisogna rilasciare permessi B alla cieca a delinquenti stranieri (vedi il caso dei due spacciatori pluricondannati residenti a Bodio come pure di Raffaele Sollecito), non si possono espellere cittadini stranieri in assistenza malgrado abbiano ottenuto il permesso di risiedere in Svizzera a condizione che vi svolgessero un attività professionale, e nemmeno si riesce a far sloggiare gli stranieri che delinquono. L’accordo sulla libera circolazione delle persone vieta altresì l’introduzione di qualsiasi limite quantitativo all’invasione dei frontalieri.

Visti simili aberranti contenuti ed implicazioni, è evidente che la libera circolazione delle persone deve venire disdetta. Se l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, lanciata dall’Udc e sostenuta dalla Lega, potrà essere un grimaldello per ottenere questo risultato, ebbene è un motivo in più per votarla.

Sentire ripetere, alle Camere federali, le solite ritrite fandonie politikamente korrette secondo cui “immigrazione uguale ricchezza”, oppure la panzana che gli immigrati pagherebbero le pensioni degli svizzeri, quando in realtà non si finanziano nemmeno le loro, non sorprende. Però delude. Dimostra ancora una volta la lontananza dei politici dal paese reale. La politica delle frontiere spalancate è stata un fallimento completo ma chi l’ha sostenuta per i consueti motivi ideologici – perché bisogna essere “aperti”, e chi non è d’accordo è un becero populista e razzista – rifiuta di accettarlo.

Tuttavia non ci vuole molta fantasia per immaginare l’esito della votazione sull’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa. E se, come è auspicabile e prevedibile, l’iniziativa dovesse spuntarla, allora i fautori delle frontiere spalancate dovranno trarre le dovute conclusioni e farsi finalmente da parte.
Lorenzo Quadri