Nuovo becero articolo dei giornalai d’oltreconfine: per loro noi saremmo dei brozzoni
Come detto più volte: bisogna introdurre una tassa d’entrata per i frontalieri
Non sembrano esserci limiti alla stoltezza di certi articoli beceramente antisvizzeri che vengono pubblicati al di là della ramina.
L’ultimo esempio, dei giorni scorsi, viene dal portale Yahoo (non proprio un bollettino parrocchiale). Il quale ha avuto la bella idea di mettersi a spalare palta su noi svizzerotti. Che veniamo descritti, con la massima goduria, come dei brozzoni che buttano il proprio rüt in Italia “per non pagare”.
Il titolo della perla giornalistica è tutto un programma: “Gli svizzeri per non pagare il sacchetto buttano l’immondizia oltreconfine”.
Lo svolgimento è in linea con il titolo. Ecco i passaggi salienti.
- “In Svizzera le strade sono senza buche, non c’è sporciziain giro, tutti rispettano i limiti di velocità sennò rischiano di farsi qualche giorno di carcere. Tutto vero, ma sulla pulizia e sui cestini perfettamente in ordine c’è un trucco. La pattumiera, infatti, la buttano oltre confine”.
- “E’ sempre una questione di La multa per l’immondizia gettata oltre confine è di circa 150 euro. In Svizzera guadagnano mediamente 4mila euro al mese, capirai che salasso”!
- “Ma perché gli svizzeri che ultimamente ce l’hanno così tanto con i frontalieri, sono diventati a loro voltafrontalieri dei rifiuti? Per risparmiare. Il sacchetto per la raccolta differenziata costa due franchi e trenta, circa due euro. E gli svizzeri per non pagarli, buttano il pattume da noi. Che tirchieria. D’accordo che vengono anche a Como a fare la spesa, sfruttando i prezzi più vantaggiosi del supermercato. Ma il vuoto non è mica a rendere”.
“Ticinesi brozzoni”
Ah, ecco: quindi, secondo l’illuminato estensore dello scritto, che non citiamo per carità di patria, gli svizzerotti ogni giorno scaricherebbero tutto il proprio rüt, tonnellate di rüt, nei container Belpaese. E questo per semplice tirchieria e arroganza. Infischiandosene delle multe da 150 euro che, per i danarosi elvetici, sarebbero noccioline. Peccato che con quella cifra si possano comprare un centinaio di sacchetti della spazzatura, pur tassati (e la tassa sul sacco nemmeno esiste ovunque).
Notare poi che ai vicini a sud anche il fatto che troppi ticinesi facciano la spesa oltreconfine – e la nostra contrarietà a questa pratica è nota – sembra dare fastidio.
Strano: perché i commercianti italici, invece, con gli acquisti dei ticinesi si fanno gli zebedej d’oro.
Chi sono in realtà?
Oddìo, che qualche furbetto della spazzatura ci sia, non lo mettiamo in dubbio. Che il furbetto in questione sia “svizzero”, è comunque ancora tutto da dimostrare. Non solo perché un terzo della popolazione ticinese non ha il passaporto rosso; e non aggiungiamo al computo i beneficiari di naturalizzazioni facili perché c’è di che mettersi le mani nei capelli.
Ma anche perché nel 2016 le telecamere di Como avevano immortalato uno di presunti questi furbetti ticinesi della monnezza. Ben presto si è però scoperto, ma tu guarda i casi della vita, che si trattava di un frontaliere.
Un po’ come il presunto svizzero che a Milano aveva parcheggiato la sua Ferrari nel posto riservato ai disabili, e quando un padre che trasportava in auto il figlio portatore di handicap gli aveva chiesto di spostarla, lo avrebbe minacciato. Immediata “shitstorm” (=tempesta di cacca) sui social della Penisola contro gli svizzerotti. Per poi scoprire, ancora una volta, che il cafone era un cittadino italiano, altro che svizzero!
Se poi pensiamo che perfino il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino, poco sospetto di simpatie per i ticinesi, interpellato dal portale Ticinonews ha dichiarato che il problema dei frontalieri del rüt “è circoscritto”, ed oltretutto come esempio di abuso ha citato un tizio con auto targata Lucerna, pare evidente che i pulitzer di Yahoo fomentano gli “haters” anti-svizzeri su un “non problema”. Obiettivo: racimolare qualche click e qualche sgrammaticato commento da osteria sul blog annesso all’articolo. Ad esempio questo, postato da tale “Archita”: “ributtiamo in Svizzera le loro schifezze e ci affoghino dentro insieme alle loro banche piene di medesima qualità importata da dittatori, mafiosi e gente di spazzatura”.
Ciò di cui meravigliarsi
Se proprio i Pulitzer di Yahoo vogliono rivolgere agli svizzerotti una critica fondata, si chiedano allora come mai, con quasi 70mila frontalieri (un terzo della forza lavoro ticinese) e migliaia di padroncini, il popolo ticinese non scende in strada tutti giorni a bloccare le dogane. Su questo sì che ci si potrebbe sbizzarrire a scrivere perché, se il flusso fosse in senso inverso – ovvero: se un terzo dei lavoratori lombardi fossero frontalieri ticinesi – i vicini a sud avrebbero già costruito un MURO sul confine, e sopra il muro avrebbero piazzato l’artiglieria pesante. In barba alla libera circolazione delle persone. Ché quella, ormai, la rispettano solo gli svizzerotti fessi.
Ringraziare tre volte al giorno
Visto che quanto sopra incomprensibilmente non succede, invece di inventarsi stolti articoli antisvizzeri sul presunto frontalierato del rüt, i vicini a sud farebbero bene a ringraziare la Svizzera di esistere mattino, mezzogiorno e sera. Perché senza il Ticino almeno 300mila italiani della fascia di confine (frontalieri, padroncini e le loro famiglie) non avrebbero la pagnotta sul tavolo.
Comunque, il blocco reciproco si può senz’altro fare: azzeramento dei presunti sacchi della spazzatura rossocrociati scaricati oltreramina in cambio della riduzione del numero dei frontalieri da 65mila a 25mila. Poi ne riparliamo.
Visto che “chi inquina paga”…
Quanto al rüt: come la mettiamo con il pattume prodotto da frontalieri e padroncini che viene smaltito in Ticino a spese dei ticinesi? Visto che, come ama ripetere la partitocrazia spalancatrice di frontiere, “chi inquina deve pagare tasse causali”, ed i residenti nel Belpaese di tasse causali in Svizzera non ne pagano, la logica conseguenza è che la loro monnezza se la devono portare a casina.
Tassa d’entrata per frontalieri
A proposito di sporcizia: l’inquinamento dell’aria causato dai quasi 70mila frontalieri che entrano in Ticino uno per macchina, ed i danni per la nostra salute che ne derivano, come li fatturiamo alla vicina Penisola?
E la viabilità ticinese collassata – con conseguente danno per l’economia – a causa di strade ed autostrade infesciate da targhe azzurre, chi ce la ripaga?
Come già detto più volte: bisogna introdurre una tassa d’entrata per frontalieri, così come sostenuto dal prof. Reiner Eichenberger dell’Università di Friburgo. Poi, una volta introdotto il principio della tassa, si stabilirà se a pagarla dovranno essere i frontalieri, quelli che li assumono, o entrambi.
Lorenzo Quadri