Basta fregnacce! I migranti “ammessi provvisoriamente” vanno rimpatriati quanto prima

E ti pareva! Gli scienziati della SEM, Segreteria di Stato della Migrazione, se ne escono con l’ennesima “ca*ata pazzesca” (citazione da Fantozzi, riferito alla Corazzata Potemkin).

Trattasi dell’algoritmo farlocco per stabilire come spalmare i finti rifugiati nei vari Cantoni, in base alla possibilità che costoro avrebbero di trovare lavoro. Il fantozziano algoritmo, realizzato dal Politecnico di Zurigo in collaborazione con l’università di Stanford (uella!) era già stato annunciato in gennaio. Adesso la SEM comunica che ci sarà una sperimentazione: come quella che vorrebbe fare il kompagno Bertoli con la “scuola rossa”?

“Prima gli altri”

Ma da dove salta fuori la storiella degli algoritmi? I fulmini di guerra della SEM, ma guarda un po’, si sono accorti che i finti rifugiati “ammessi provvisoriamente” non lavorano. Ed infatti, tanto per fare un esempio, il numero degli eritrei in assistenza presenti in Svizzera nel giro di otto anni è cresciuto del 2282%!

Ancora una volta il Dipartimento Sommaruga, invece di preoccuparsi dei cittadini elvetici che non trovano lavoro, si premura di collocare i finti rifugiati. Ciò che ovviamente avviene a scapito dei residenti. Come sempre: prima gli altri, mentre gli svizzerotti vengono trattati come l’ultima ruota del carro!

Rimpatriare

Altro che gli algoritmi per trovare un impiego ai migranti ammessi provvisoriamente. Questi giovanotti non vanno collocati: vanno rimandati a casa loro. E senza tanti algoritmi! A maggior ragione se sono in assistenza. Il solito sfigato contribuente elvetico ne ha piene le scuffie di venire costretto dalla casta spalancatrice di frontiere a mantenere tutti con i soldi delle sue imposte, e di sentirsi poi dire che però lui deve tirare la cinghia, pagare più tasse e balzelli, andare in pensione a 70 anni, e avanti con le amenità! In Svizzera ci sono soldi per tutti tranne che per gli svizzeri?

Sostenere gli svizzeri

La ministra del “devono entrare tutti” Sommaruga ed i suoi kompagni che sul business rosso dell’asilo ci lucrano, faranno bene a rendersi conto che gli sforzi di collocamento si fanno a sostegno dei cittadini elvetici che non hanno un lavoro. I finti rifugiati ammessi provvisoriamente vanno invece rimandati nel paese d’origine. L’ammissione provvisoria deve essere, come dice il nome, provvisoria. Oggi invece ammissione provvisoria è uguale ad ammissione definitiva! Questa è la distorsione che va corretta. Ma naturalmente la kompagna Sommaruga non ci pensa proprio. Tenta invece di convincere gli svizzerotti, a suon di lavaggi del cervello politikamente korrettissimi, che il problema è l’integrazione professionale dei finti rifugiati. Come scontato, si fa leva sul fatto che costoro non devono restare in assistenza, bensì mantenersi lavorando. Trattasi di presa per i fondelli, perché la questione è di tutt’altra natura, ossia che costoro non devono rimanere in Svizzera!

Accordi di riammissione

Quindi, invece di studiare algoritmi con l’unico obiettivo di far rimanere in Svizzera chi invece se ne deve andare, occorre portare a casa accordi di riammissione con i paesi di provenienza dei  finti rifugiati. Stati ai quali tra l’altro continuiamo a versare fior di aiuti allo sviluppo, ovviamente senza condizionarli alla sottoscrizione degli accordi di cui sopra. Guai a solo menzionare una simile eventualità! E’ razzismo e fascismo! Ed intanto il ministro degli esteri italo-svizzero Ignazio KrankenCassis è in giro per il paese a fare il prezzemolino ad ogni tipo di evento-sagra-fiera-festival, magari a connotazione elettorale pro-PLR, e che non c’entra un tubo con la politica estera.

Scarica-barile

L’algoritmo è poi l’ennesima trovata del piffero per scaricarsi della responsabilità. Per non mettere fuori la faccia davanti ai Cantoni che si cuccheranno degli ulteriori collocamenti che nessuno vuole. Così i burocrati federali potranno dire che non è colpa loro: ha deciso l’algoritmo! Adesso la politica si fa con gli algoritmi.

Non ci vogliono invece algoritmi per capire come andrà a finire. Dopo che l’Ungheria ha costruito il suo muro sul confine (bene!) i finti rifugiati entrano in Svizzera principalmente da sud, quindi dal Belpaese. La maggioranza dei finti rifugiati con lo smartphone (giovanotti che non scappano da nessuna guerra e che hanno i soldi per pagare i passatori) che sbarcano sulle coste sicule parla un po’ di francese e di italiano. In Eritrea l’italiano è pure una delle lingue ufficiali. Ed essendo la lingua un fattore determinante di collocabilità professionale, indovinate un po’ quali Cantoni si cuccheranno più finti rifugiati grazie all’algoritmo farlocco? E questo, va da sé, accadrà in barba alla situazione occupazionale sul territorio, che tanto viene imbellettata tramite le solite statistiche taroccate della SECO.

Grazie kompagna Sommaruga! Altro che “Prima i nostri”: in Ticino, grazie a voi del triciclo spalancatore di frontiere, già adesso i frontalieri vengono prima dei ticinesi. Presto verranno prima anche i finti rifugiati collocati con gli algoritmi.

Lorenzo Quadri