Lugano, la situazione è grave ma si può uscirne

La situazione delle finanze della città di Lugano, ormai l’hanno capito tutti, è critica. Questo non certo per colpa della Lega, che, diventando partito di maggioranza relativa, ha ereditato dall’ex partitone una situazione compromessa, degenerata in pochi anni. Il nostro Movimento si trova dunque nella spiacevole condizione di dover togliere le castagne dal fuoco.

La situazione è dunque grave. Questo ancora non significa che sia irrecuperabile e che Lugano, da città locomotiva del Cantone, si sia improvvisamente trasformata in Atene o in Fallilugano.

Lugano rimane il motore economico del Ticino anche con i conti in rosso: deve per forza rimanerlo. La situazione attuale è infatti pericolosa per tutto il Cantone. A Bellinzona non possono permettersi di fare orecchie da mercante. Dovranno, invece, trarne le conclusioni del caso. La prima e più ovvia è che l’attuale sistema di perequazione è da rivedere. Esso comporta un prelievo, dalle casse di Lugano, di circa 40 milioni all’anno, tra la perequazione in senso stretto e quella sociosanitaria. Un prelievo che è diventato insostenibile. Del resto la stessa Confederazione, a seguito di una sua analisi, ha stabilito che la legge sulla compensazione intercomunale in vigore in Ticino è una delle peggiori della Svizzera poiché basata su indicatori sballati.

Questi contributi perequativi dovranno venire rivisti, e non di un paio di milioni, ma di molti di più. In caso contrario, un “blocco dei ristorni” ci sta tutto. Perché come detto, se la locomotiva cantonale si inceppa, si inceppa tutto il Cantone; e allora non ce ne sarà più per nessuno. Il tempo della Lugano da mungere è finito.

Il Cantone deve pure rendersi conto che non può proseguire con lo scarica-barile sui Comuni per migliorare i propri conti; in un paio d’anni la città di Lugano si è vista aumentare la spesa di 15 milioni grazie alle manovre di risanamento di Bellinzona: e 15 milioni sono l’equivalente di 5 punti di moltiplicatore.

Quanto al piano dei trasporti del Luganese, o arrivano consistenti finanziamenti federali, oppure può dirsi abortito, tram incluso.

 

Aumento più moderato

Nelle circostanze attuali dunque, mantenere il moltiplicatore al 70% non era più pensabile. Questo non vuol dire che aumentarlo all’80% sia la scelta giusta.

Un aumento di 10 punti percentuali è eccessivo. Crea uno squilibrio tra le misure di risparmio effettuate – complimenti, al proposito, al ministro delle finanze Foletti che ha svolto e sta svolgendo in modo egregio un lavoro difficile ed ingrato – e quanto si richiede al contribuente. Tra contenimento della spesa e aumento delle entrate deve esserci simmetria. Ciò è possibile se il moltiplicatore arriva fino al 75-76%, che era poi l’ipotesi su cui il municipio ha lavorato fino a poche settimane orsono. Con il moltiplicatore all’80%, invece, ai cittadini si chiede praticamente il doppio di quanto si risparmia sulla spesa. Questo non va bene.

Inoltre, un aumento del 10% fa crescere l’abisso tra il moltiplicatore di Lugano e quello di altri comuni vicini. Se i migliori contribuenti scappano, il beneficio dei 4-5 punti percentuali “in esubero” va in fumo! Inoltre un aumento così marcato e repentino rischia scoraggiare nuovi arrivi interessanti in città: sia di persone fisiche che di persone giuridiche.

E soprattutto, i problemi finanziari di Lugano non si risolvono con il moltiplicatore all’80%. Non si risolverebbero nemmeno con il 90% o il 100%. Occorrono interventi strutturali importanti.

 

Non si sacrifica la città al LAC

Bisogna poi fare attenzione a non commettere disastri causati dal panico da LAC. Non è perché il centro culturale prima o poi aprirà che dovrà poter succhiare tutte le risorse cittadine rimaste. Il mantra del “bisogna far funzionare il LAC” (?) non deve in nessun caso servire da scusa per privare di mezzi settori molto più produttivi dell’attività cittadina per buttare, sull’onda del panico, tutte le risorse nel pozzo senza fondo del polo culturale. Di certo il sottoscritto si batterà perché questo non accada.

Lorenzo Quadri

Municipale