Margrethe II: “Chi si trasferisce da noi deve conformarsi ai nostri valori e alle nostre norme”

Altra legnata al multikulturalismo completamente fallito. Margrethe II, Regina di Danimarca, in un’intervista rilasciata per il suo 75esimo compleanno (auguri) è stata estremamente esplicita sul multikulti che tanto piace ai nostrani spalancatori di frontiere e ai pavidi che li seguono temendo di venire etichettati come “populisti e razzisti”.

Ha detto la Regina: “Chi si trasferisce in Danimarca deve conformarsi ai valori e alle norme danesi. Possiamo accoglierli, ma dobbiamo anche dire cosa ci aspettiamo da loro. Quella in cui arrivano è la nostra società”. E ancora: “sono venuti nella nostra società e quindi non possono aspettarsi di poter perpetuare i loro modelli da noi (…) se fanno cose incompatibili con il modello di società danese, devono rendersi conto che non può funzionare”.

Gli spalancatori strillano

Naturalmente queste dichiarazioni non hanno mancato di suscitare alti lai tra gli spalancatori di frontiere, come il sociologo comunista che ha accusato la Regina di intromettersi politicamente nel dibattito sull’immigrazione facendo sapere agli immigrati che la Danimarca non deve essere un paese multikulturale.

Insomma, passi che queste cose le dicano i soliti populisti e razzisti, ma che ci si metta pure la Regina…! Del resto, se le dice anche la sovrana – che è il capo di Stato di tutti, e non di una parte politica – forse un motivo c’è. Magari il motivo è che si tratta di cose VERE. Alla faccia di quel che ripete come un disco rotto la $inistra dell’internazionalismo becero e dell’intolleranza: quella che si sciacqua la bocca con il “valore della diversità” ma poi denigra e diffama tutte le posizioni “diverse” dalla sua.

Libertà a senso unico

Ma tu guarda questi kompagni con la morale a senso unico. Vanno in giro con il cartello “Je suis Charlie” spacciandosi per difensori della libertà d’espressione. Peccato che essa valga solo se si dicono cose di $inistra, mentre tutte le altre posizioni vanno censurate. Così, se il kompagno Manuele Bertoli  nell’allocuzione del 1° agosto dice che “bisogna rifare il voto del 9 febbraio”, prendendo a pesci in faccia il 70% dei votanti ticinesi, fa legittimo uso della sua libertà d’espressione. Se invece la Regina di Danimarca dice che gli immigrati devono conformarsi ai valori e alle norme danesi, secondo i kompagni si immischia indebitamente. Ohibò, vuoi vedere che un capo di Stato non può avere una posizione sul suo paese? Da notare che nel 1984 Margrethe II si era prodotta in una sortita del tipo: “i danesi farebbero meglio a tenere per loro certe osservazioni idiote sugli immigrati”. Stranamente allora nessun $inistro ritenne che si stesse immischiando in politica. I tempi cambiano…

Libertà d’espressione

Del resto la monarca danese si è espressa pure sulla libertà d’espressione: “alcuni dicono che bisogna essere prudenti, che bisogna riflettere, eppure dobbiamo assolutamente poter chiamare le cose con il proprio nome. Vogliono spaventarci, non dobbiamo lasciarci intimidire”.

Il messaggio a chi vorrebbe rottamare, retrocedere, abolire valori fondamentali e tradizioni occidentali per “non offendere” il migrante islamico è dunque chiaro. Ed è sempre lo stesso.  Non ci possono essere società parallele e non ci può essere annacquamento delle nostre leggi, dei nostri valori, dei nostri diritti fondamentali per  far piacere all’immigrato che ne ha di altri e incompatibili.

A proposito: perché non si invita in Svizzera la Regina di Danimarca invece del bietolone Hollande (peraltro destinato a prossima trombatura) che viene raccontare che sulla devastante libera circolazione delle persone non “si” transige? Forse perché il kompagno Hollande dice proprio quello che i sette scienziati bernesi vogliono sentir dire, mentre invece – almeno a giudicare dall’intervista per il 75° compleanno – la sovrana danese…?

Lorenzo Quadri