L’onere è ormai diventato insostenibile. Occorre prendere in mano la situazione

Per Lugano il tema della perequazione finanziaria è d’importanza cruciale. Come noto, l’ammontare complessivo dei contributi perequativi ha raggiunto i 108 milioni di franchi, e continua a crescere senza controllo.

108 milioni all’anno che partono dalle tasche dei contribuenti luganesi – come scriveva di recente il Mattino – sono una cifra gigantesca. Non si può fingere che il problema non esista. Eppure la stampa di regime non ne parla. O solo molto raramente. Chissà come mai? E’ forse più interessante, dal profilo della politichetta,remenarla su quattro gatti “autogestiti”?

+20 milioni in 5 anni

Nell’ambito della perequazione, un ruolo fondamentale lo gioca la partecipazione ai costi sociosanitari del Cantone. Questa partecipazione, per la città di Lugano, ammonterà nel 2023 a quasi 60 milioni di franchi (!). Nel 2018, quindi appena 5 anni fa, erano meno di 40. Eccoci dunque confrontati con un aumento delle uscite di 20 milioni (una crescita del 50%!) nel giro di soli cinque anni.

E’ evidente che la spesa del settore è fuori controllo. L’invecchiamento della popolazione, ormai invocato come il coperchio per tutte le pentole, non spiega un’impennata del genere. Che oltretutto non accenna a fermarsi, ma neppure a rallentare.

Se la Città paga più del Cantone

I quasi 60 milioni di franchi che nel 2023 lasceranno Lugano sotto il “cappello” della partecipazione ai costi sociosanitari ticinesi servono alla copertura delle spese indicate nella tabella sotto.

Salta all’occhio che, in totale, i contributi del Cantone sono praticamente uguali a quelli di Lugano (poco meno di 60 milioni per entrambi).

Nelle cure a domicilio (SACD di utilità pubblica, Spitex privati, infermieri indipendenti) Lugano paga addirittura più del Cantone. In questi ambiti il Cantone copre il 20% dell’uscita complessiva, mentre Lugano il 21.53%.

I costi del settore anziani e cure a domicilio sono infatti coperti, per legge, per il 20% dal Cantone, per il restante 80% dai Comuni. E tra i Comuni il maggior pagatore è – senza sorpresa – Lugano. Il risultato è quello appena indicato. La distorsione è evidente. A decidere è infatti il Cantone, essendo il settore di sua competenza. Però Lugano, pur senza potere decisionale, paga quanto ilCantone. E’ chiaro che non sta in piedi. E la riforma Ticino 2020non risolverà il problema; ammesso e non concesso che vedrà maila luce.

Esplosione incontrollata

Nell’ampio settore degli anziani e delle cure a domicilio, la parte del leone nella spesa a carico dell’ente pubblico la fanno, come emerge dalla tabella, le case per anziani, con 193 milioni su un costo totale di 299. Questa spesa cresce di anno in anno (nel 2022 era di 188.6 milioni, nel 2021 di 180). Non risulta che l’autorità cantonale faccia il possibile per contenerla: ad esempio spingendo per la messa in rete degli istituti più piccoli e pertantoineconomici, così da ottenere delle economie di scala.

Ma a lasciare di stucco è l’esplosione incontrollata della spesa del settore delle cure a domicilio.

I servizi privati di cure a domicilio nel 2022 costavano all’ente pubblico 9.6 milioni, mentre nel 2023 si annuncia una spesa di quasi 12 milioni; l’aumento è dunque del 20% da un anno all’altro.

Per gli infermieri indipendenti si passa da meno di 5 milioni a 6.8: l’impennata è addirittura del 36% in 12 mesi!

Quanto ai servizi d’appoggio, passano da 29 milioni nel 2022 a 38.5 nel 2023, con un aumento che, anche in questo caso, naviga sul 33%.

Impossibile far finta di niente

Qui qualcosa non funziona: davanti ad una spesa che esplode del30 e rotti per cento da un anno all’altro, il Cantone (DSS e DFE in primis), che dovrebbe essere confrontato con la necessità di risparmiare, non può certo mettere la testa sotto la sabbia. Tanto più che ci sono tutti i motivi per ritenere che l’impennata continuerà nei prossimi anni; magari a ritmo addirittura superiore!

Il Cantone non può voltarsi dall’altra parte, ma nemmeno la città di Lugano. Perché, come visto sopra, il conto – e che conto! – dell’inazione a Palazzo governativo poi piomba sulle rive del Ceresio.

60 milioni di partecipazione annua ai costi sociosanitari, per i cittadini luganesi sono un onere insostenibile. Come detto è la stessa cifra che ci mette il Cantone. Con la differenza però che il Cantone decide, mentre Lugano (come gli altri Comuni) paga e basta (o quasi).

Da notare, per inciso, che l’esplosione degli infermieri indipendenti fa poi mancare personale agli ospedali, alle case per anziani ed ai servizi di assistenza e cure a domicilio. Ma questa è ancora un’altra storia…

Lorenzo Quadri

 

 

(tabella)

 

Costi sociosanitari 2023 in Ticino (in milioni di franchi)

Totale del settore 299, finanziamento di Lugano 59.7, finanziamento del Cantone 59.7

 

Case per anziani

Spesa totale 193.8, finanziamento di Lugano 38,  finanziamentodel Cantone 38.7

 

Servizi di cure a domicilio pubblici

Spesa totale 35.2, finanziamento  di Lugano 7.6, finanziamento del Cantone 7

 

Servizi di cure a domicilio privati:

Spesa totale 12, finanziamento di Lugano 2.5, finanziamento del Cantone 2.3

 

Infermieri indipendenti

Spesa totale 6.8, finanziamento di Lugano 1.5, finanziamento del Cantone 1.3

 

Servizi d’appoggio

Spesa totale 38.5, finanziamento di Lugano 8.3, finanziamento del Cantone 7.7

 

Aiuti diretti

Spesa totale 12.5, finanziamento di Lugano 1.7, finanziamento del Cantone 2.5