L’ex ministra degli esteri P$: “l’accordo quadro con l’UE è un suicidio politico”

 

Il Consiglio federale, lo sappiamo, medita l’ennesima sconcia calata di braghe davanti ai funzionarietti di Bruxelles. Dopo aver gettato nel water il nuovo articolo costituzionale “Contro l’immigrazione di massa” i camerieri bernesi dell’UE sono pronti a sottoscrivere l’accordo quadro istituzionale. Un accordo che, come noto, contiene pretese scandalose nei confronti di uno Stato che non fa parte della disunione europea: ci vogliono imporre nientemeno che la ripresa automatica del diritto comunitario ed i giudici stranieri. La documentazione cartacea relativa ad una simile bestialità andrebbe dunque rispedita a Bruxelles ridotta in coriandoli, senza ulteriori commenti.

L’insospettabile

Incredibile ma vero, ad impallinare il calabraghismo compulsivo del Consiglio federale è arrivata anche un’insospettabile. Per lo meno, insospettabile di simpatie per la Lega populista e razzista. Trattasi infatti dell’ex consigliera federale P$ Micheline Calmy-Rey, già ministra degli esteri. La quale senza mezzi termini ha dichiarato ieri al Blick: “Firmare l’accordo quadro istituzionale prima delle elezioni del 2019 è un suicidio politico. L’UE vuole l’accordo con la Svizzera solo per impressionare gli inglesi. Sottoscrivere frettolosamente non ci porterà nulla. La Svizzera deve aspettare e sfruttare la situazione”.

Certo, si sarebbe potuto dire di più. Molto di più. Ad esempio, che l’accordo quadro istituzionale non va sottoscritto né prima del 2019, ma nemmeno dopo, e che anzi bisogna far saltare la libera circolazione delle persone. Ma il fatto che perfino un’ex ministra $ocialista accusi i camerieri dell’UE in Consiglio federale di voler capitolare troppo in fretta, la dice (tristemente) lunga sul modo in cui vengono oggi condotte le trattative con l’UE.

Sta migliorando?

Dal canto suo Calmy-Rey, da quando non siede più in Consiglio federale, pare essere migliorata: infatti le capita di fare delle dichiarazioni sensate. Lo scorso anno, scandalizzando gli ex colleghi, aveva infatti detto che la Brexit sarebbe stata un’opportunità per la Svizzera, poiché avrebbe imposto ai funzionarietti di Bruxelles di rivedere certi dogmi. A partire da quello, deleterio, della libera circolazione non negoziabile. Adesso l’ex ministra dichiara che l’accordo quadro istituzionale è una ciofeca. Quell’accordo quadro che però il suo successore, il liblab Didier Burkhaltèèèèr, sarebbe pronto a firmare oggi stesso, versando subito anche il miliardo di contributo di coesione. Perché non sia mai che gli svizzerotti corrano il rischio di non apparire sufficientemente servili nei confronti degli eurobalivi!

La nuova iniziativa

Intanto, si apprende del lancio di un’iniziativa popolare federale da parte dell’associazione, finora sconosciuta a livello nazionale, “Visionswiss per i nostri figli”. L’iniziativa chiede di vietare l’assunzione di lavoratori esteri in caso di disoccupazione ILO superiore al 3.5% in Svizzera. Si tratta, hanno spiegato i promotori, di una reazione alla mancata attuazione del 9 febbraio. Bisognerebbe saperne di più sui contenuti dell’iniziativa. Ad esempio, servirebbe capire se il 3,5% è da calcolare per settore professionale e per regione: in Ticino infatti navighiamo su tassi vicini al doppio! In caso contrario si rischiano aggiramenti.

I promotori, che affermano di non agire di concerto con UDC ed ASNI (Associazione per una Svizzera neutrale ed indipendente), sono consapevoli che l’iniziativa è problematica dal punto di vista della libera circolazione.

Disdire la libera circolazione

Come reazione al compromesso-ciofeca, questa iniziativa è senz’altro meglio del referendum farlocco lanciato dal kompagno Stojanovic. Che, lo si è capito subito, non serviva affatto a contrastare il vile tradimento bernese del triciclo PLR-P$$-PPD, bensì a puntellarlo.

Ogni passo volto a contrastare la devastante libera circolazione delle persone è benvenuto. Tuttavia c’è davvero da chiedersi, alla luce del precedente del 9 febbraio, se ha senso proporre soluzioni intermedie che poi vengono sabotate dalla partitocrazia. E’ il momento di saltare il fosso e di lanciare un’iniziativa per DISDIRE la libera circolazione delle persone. Senza fronzoli e senza ambiguità.

Lorenzo Quadri