Svizzerotti truffati dai loro politicanti: altro che “orientamento al rimpatrio”!
Altro che la favoletta dello “statuto S orientato al rimpatrio”! Il Mattino lo scriveva già in tempi non sospetti, e la previsione si è puntualmente avverata. Lo statuto S – che conferisce ai rifugiati ucraini una serie di privilegi di cui nessun altro profugo dispone – era pensato per una permanenza di breve durata. Le cose sono andate molto diversamente. Però il governicchio federale ha deciso comunque il rinnovo dello statuto S. Malgrado esso sia superato dagli eventi. La guerra in Ucraina non si è conclusa in pochi giorni o settimane. Va avanti ad oltranza e non se ne vede la fine. Il requisito di un rimpatrio rapido dei profughi ucraini è miseramente venuto a cadere. Con esso i presupposti per una posizione privilegiata in virtù del breve soggiorno in Svizzera. Dunque lo statuto S va cancellato ed i profughi ucraini vanno trattati come gli altri richiedenti l’asilo che arrivano da regioni in guerra (purtroppo nel mondo ce ne sono parecchie
Stampa di regime: penosa
La disparità di trattamento a beneficio di profughi ucraini viene fatta digerire al popolazzo con un’incessante propaganda di regime: i media cosiddetti “indipendenti” (ah ah ah) da un anno non fanno che lavare il cervello ai cittadini. Ripetono come pappagalli la narrazione di Kiev nonché dei balivi di USA, UE e NATO. Prendono ogni parola, ogni sillaba, per oro colato. Legittimano tutte le richieste – incluse le più improponibili – del governo ucraino all’Europa (la quale deve… deve… deve…). E’ lo stesso atteggiamento di acritica sudditanza già visto ai tempi della pandemia di stramaledetto virus cinese. E guai a chi osa eccepire: viene immediatamente denigrato e delegittimato come “putiniano”.
Siamo quindi davanti ad una palese dimostrazione d’inettitudine da parte di una stampa che si spaccia per “cane da guardia del potere” (e come tale vorrebbe mungere ulteriori sussidi statali). Invece è ridotta a scodinzolante cagnolino di compagnia.
Ancora infinocchiati
E’ quindi evidente che, con lo statuto S “orientato al rimpatrio”, gli svizzerotti sono stati di nuovo truffati dai loro politicanti (e dai giornalai reggicoda). Ed infatti non c’è mezza iniziativa del governicchio federale che sia indirizzata al rimpatrio dei profughi ucraini: tutte vertono alla loro integrazione in Svizzera. Integrazione definitiva. Vogliono far rimanere tutti qui. Non a caso vanno in giro a raccontare fregnacce sulla presunta “penuria” di manodopera specializzata (e gli ucraini disporrebbero proprio di quelle specializzazioni che qui mancherebbero; ma guarda un po’!) e a lanciare “allarmi denatalità”. Denatalità che, ça va sans dire, va compensata (?) facendo entrare tutti i migranti. Come se la Svizzera fosse un paese desertificato, quando il problema è invece la sovrappopolazione generata dall’immigrazione incontrollata!
La nuova boiata
Adesso arriva il nuovo capitolo (perché come al solito si procede con la tattica del salame, una fetta alla volta): Caritas propone di concedere ai profughi ucraini nientemeno che il permesso B. Ah, ecco. E perché non il passaporto rosso, già che ci siamo?
Qui qualcuno ha decisamente perso il patàn, ed oltretutto si è dimenticato un piccolo dettaglio. Chi ha il permesso B riceve l’assistenza sociale completa, mentre il titolare di statuto S ottiene prestazioni che sono in media inferiori del 20-30%.
Già per i profughi ucraini la Confederella spende circa 2 miliardi all’anno. Nei giorni scorsi il governicchio federale ha annunciato di voler versare a Kiev una nuova tranche di aiuti di 140 milioni di franchetti. Sulla sciagurata rottamazione della neutralità abbiamo già scritto a più riprese. Ma quanti sacrifici e costi pensano di poter imporre ai cittadini gli sgovernanti della partitocrazia per dimostrare ad USA, NATO ed UE di essere dei bravi lacchè?
Prima o poi la propaganda di regime smetterà di fare presa – il troppo stroppia – e “qualcuno” si vedrà costretto a fornire molte spiegazioni.
Saltano sul carro
La “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi) di dare il permesso B a persone che dovrebbero invece essere “orientate al rimpatrio” viene da Caritas: quindi non da una formazione politica. Ma naturalmente i ro$$overdi sono subito saltati sul carro. Di più: per non creare disparità di trattamento, i kompagnuzzi vorrebbero concedere il permesso di dimora – con le prestazioni sociali che esso comporta – anche a tutti gli altri profughi. Il conto, è chiaro, sarebbe stratosferico. E verrebbe scaricato sul groppone degli svizzerotti. Ma avanti, votate per la $inistra!
Lorenzo Quadri