Un sondaggio realizzato dall’agenzia Communicators rivela che il posto di lavoro in banca non fa più gola agli svizzeri. Un terzo dei 505 bancari intervistati non consiglierebbe più a quegli studenti che hanno conseguito un diploma di scuola superiore di tentare la carriera nel settore finanziario.
I valori elvetici di discrezione, efficienza, affidabilità avevano fatto del settore bancario una delle principali risorse del paese. Poi qualcosa si è rotto. Da un lato ci sono stati manager che, accecati dalla sete di facili guadagni, si sono abbandonati a pratiche discutibili. Dall’altro, stati esteri falliti, incapaci di far pagare le tasse ai propri concittadini, hanno pensato bene, in perfetta malafede, di identificare il “paradiso fiscale” nella Svizzera.
Davanti a questi attacchi, il Consiglio federale ha perso la testa, e ha reagito come lo scolaretto secchione che vive per le lodi del maestro e che, improvvisamente, invece di venire lodato viene rimproverato. E’ stato il panico. Decenni di autofustigazione politikamente korretta (essere orgogliosi di quello che la Svizzera ha costruito non è chic) hanno azzerato, o giù di lì, la capacità di resistenza di chi dovrebbe rappresentare e difendere il nostro Paese. Col risultato che si è cominciato a cedere.
Mai il vecchio proverbio “chi si fa pecora, il lupo lo mangia” ha trovato dimostrazione più concreta e pratica. E non solo si è ceduto, ma si è buttata nello sciacquone la dignità stessa del paese – e quindi della sua gente. Pretendere di cambiare il diritto svizzero violando tutte le procedure per accontentare uno Stato estero è quanto di più vergognoso si possa immaginare. Significa rinunciare alla propria sovranità e farsi volontariamente colonia. Significa anche esporsi al disprezzo di chi si vorrebbe invece adulare, perché non è possibile che qualcuno provi rispetto per chi getta via in questo modo le proprie prerogative.
Oggi è la piazza finanziaria, domani sarà qualcosa d’altro. E’ chiaro che la strada è tracciata. Le porte all’assalto alla diligenza elvetica sono spalancate.
L’applicazione di fatto della Lex USA malgrado la bocciatura da parte del consiglio nazionale è un ulteriore segnale deleterio dato dalla ministra del 5% Widmer Schlumpf. Non a caso la stampa americana nei giorni scorsi ha ampiamente celebrato la disfatta della Svizzera – e la facilità con cui è stata ottenuta.
La calata di braghe avrà, ovviamente, anche pesanti conseguenze al lato pratico. Sulla piazza finanziaria elvetica verranno cancellate decine di migliaia di posti di lavoro. Almeno 5000 di questi lo saranno in Ticino. Persone che guadagnavano anche bene, pagavano le tasse, spendevano e facevano girare l’economia, si troveranno senza lavoro. Le conseguenze si possono facilmente immaginare.
La professione bancaria, vista la situazione, non è più attrattiva. La cosa, ovviamente, non sorprende. Si perderanno quindi competenze. Il settore una volta fiore all’occhiello perderà sempre più terreno. Banche e fiduciarie si riempiranno sempre più di dipendenti stranieri. La $inistra plaudirà all’esplosione dei senza lavoro e all’accresciuta eurocompatibilità della Svizzera. Del resto, visto che i bancari non sono a maggioranza assoluta socialista, possono anche perdere l’impiego. Non sono dei lavoratori, sono – secondo la $inistra – i complici degli evasori fiscali. Ecco come si smantella un settore economico di punta.
Lorenzo Quadri